HELP, una luce per gli oceani

HELP, una luce per gli oceani

L’arte al servizio del pianeta. Il messaggio di sostenibilità che l’artista italiana Maria Cristina Finucci lancia da anni con le sue opere arriva a Roma con “HELP the Ocean”.

L’installazione è composta da un insieme di gabbie in rete metallica che contengono sei milioni di tappini di plastica colorata, che viste dall’alto compongono le quattro lettere della parola “HELP” per simulare un ritrovamento archeologico che, un giorno, potrebbe essere emblematico della nostra era.

L’opera è stata inaugurata l’8 giugno, in occasione del World Oceans Day che quest’anno ha avuto come tema specifico proprio l’inquinamento causato dalla plastica, con un evento speciale al Campidoglio, alla presenza della sindaca di Roma, Virginia Raggi, dell’Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace, e di esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della diplomazia.

Il suo appello denuncia in particolare l’inquinamento da plastica negli oceani, uno dei più gravi problemi ambientali del nostro tempo: un’emergenza a cui anche noi di Enel siamo sensibili e che contribuiamo ad affrontare da tutti i punti di vista, anche valorizzando l’arte.

 

Il Garbage Patch State

L’11 aprile 2013, nella sede dell’Unesco a Parigi, Maria Cristina Finucci ha fondato uno Stato virtuale, il Garbage Patch State, composto solo di plastica: un atto simbolico e provocatorio per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’incredibile portata del fenomeno.

I numeri sono impressionanti: il territorio dello Stato è composto da cinque enormi isole di plastica che si sono formate negli oceani di tutto il pianeta con una superficie totale di poco inferiore a quella della Russia, il Paese più vasto al mondo. La sola isola presente nel Pacifico settentrionale è più grande del Continente australiano.

Nel 2013, il Garbage Patch State ha avuto un suo padiglione alla Biennale internazionale d’arte di Venezia, nel 2014 ha fatto il suo ingresso nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York e, nel 2015, ha aperto una propria ambasciata a Roma, al Museo MAXXI. In ognuna di queste occasioni – come in molte altre – lo Stato si è presentato con un’opera realizzata dalla sua fondatrice.

Con l'installazione "HELP the Ocean", fino al 29 luglio, il Garbage Patch State approda nel Foro Romano. Uno dei siti archeologici più visitati al mondo: una cornice che offre la massima visibilità al grido d’allarme contro l’inquinamento da plastica.

Un’illuminazione “strepitosa”

Per forma e dimensioni le gabbie sono simili ai basamenti delle rovine romane circostanti. Ma è nel colore che scoppia il contrasto: milioni di tappi di plastica regalano all’installazione un aspetto rumoroso e variopinto che stride con l’austera pietra del Foro Romano. E di notte, quando i colori non si vedono, ci pensa Enel X. All’interno di ogni gabbia abbiamo inserito due dispositivi a LED che, dopo il tramonto, si accendono di una luce rossastra: un rosso fuoco che, al buio, molti visitatori hanno paragonato al colore della lava in un’eruzione vulcanica.

Per ottenere il risultato migliore possibile abbiamo valutato con cura tutti gli aspetti tecnici: potenza degli impianti, filtri, ampiezza e direzione dei fasci luminosi, peso e dimensioni dei sostegni. Il risultato è quello che la stessa Finucci, con visibile soddisfazione, ha definito “un’illuminazione strepitosa”. D’accordo anche Paola Pardini, direttrice del progetto Garbage Patch State, secondo cui “l’effetto dell’opera luminosa è veramente straordinario”.

Questa nuova realizzazione è il frutto della nostra esperienza in materia di illuminazione artistica, ma con due importanti innovazioni. Dal punto di vista estetico c’è una differenza significativa rispetto ai sistemi con cui abbiamo illuminato, ad esempio, le rovine di Pompei: se lì abbiamo valorizzato l’arte con una luce armoniosa, qui l’intento è stato, invece, quello di esaltare la dissonanza dell’installazione rispetto al contesto scenico, con un effetto di luce espressionistico anziché morbido. L’altra grande novità sta nel valore etico oltre che estetico: non vogliamo solo gratificare lo sguardo dei visitatori, ma risvegliare in loro la coscienza di far parte di un pianeta a rischio sopravvivenza.

 

“HELP è un grido d’allarme che non si limita alla pur importante questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta, in cui l’ambiente è legato indissolubilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazione, alla povertà, alle disuguaglianze, ai diritti umani, alla pace”

– Maria Cristina Finucci, artista e fondatrice del Garbage Patch State

L’apparato realizzato per HELP rappresenta una delle nostre migliori produzioni nel campo dell’illuminazione artistica: sia per la dirompente forza visiva, sia perché riesce a saldare l’arte alla sostenibilità.