Il progetto Futur-e è stato uno dei 18 case study presentati alla conferenza “Europe’s decommissioning and demolition of conventional power plants conference”, che si è svolta a Berlino il 15 e 16 febbraio. Il tema è centrale per le sue conseguenze sull’ambiente: la progressiva uscita dalla produzione di fonti fossili, attraverso iniziative volte a dare nuova vita alle grandi centrali termoelettriche non più strategiche, è infatti un passaggio cruciale del percorso europeo verso la decarbonizzazione del nostro mix di generazione previsto per il 2030, accanto all’investimento nelle rinnovabili.
L’evento ha presentato e messo a confronto studi e strategie presentati da player di livello internazionale, tra cui, oltre ad Enel, RWE, EDP Portogallo e Uniper. I temi trattati hanno riguardato tutti gli aspetti del DD: il decommissioning nell’osservanza degli impegni UE per la decarbonizzazione, tecniche di DD, interazioni tra operatori e appaltatori nella demolizione, rilocalizzazione di impianti, gestione strategica della rimozione di amianto e radiazione ambientale, impegno e collaborazione degli stakeholder.
Temi trattati anche da Enel, presente con Futur-e, il progetto scelto dall’azienda per porsi alla guida della transizione energetica attraverso un metodo in grado di garantire soluzioni sostenibili per la riqualificazione di 23 siti di centrali, o parte di questi, che insistono sul territorio nazionale.
Nel corso del suo intervento Giuseppe D’Orsi, Project Manager Futur-e, ha presentato l’approccio ideato da Enel e le sue applicazioni, tra procedure di concorso, cessioni e riqualificazioni ad uso interno, accomunate dagli elementi cardine del progetto: condivisione con le comunità locali, sostenibilità economica, sociale e ambientale e principi di circular economy.
“Futur-e prevede la riduzione di ogni possibile spreco e il massimo ricorso al riutilizzo nel processo di riconversione – ha spiegato D’Orsi – Un impegno che portiamo avanti sia nella progettazione della nuova vita dei siti delle centrali che nelle fasi di cantiere e di demolizione”.
Tra i casi presentati, i concorsi di progetto di Montalto di Castro e Rossano e il percorso avviato per la riqualificazione dell’area dell’ex miniera di Santa Barbara in Toscana. Tutti esempi di come Enel non si limiti a chiudere i siti o a cercare acquirenti: l’obiettivo è ripensare il loro utilizzo in modo da generare valore condiviso per i territori, individuando soluzioni e progetti che guardino anche al di fuori del settore energetico.
Oramai Futur-e può definirsi un “metodo”, oltre che un progetto: si tratta del primo caso al mondo in cui un’azienda lancia un programma di riconversione di impianti su così larga scala innestandovi principi di sostenibilità ed economia circolare, e ormai sempre più spesso questo percorso viene raccontato in contesti internazionali come esempio di “best practice”. Questo proprio grazie agli elementi che accomunano tutte le diverse strategie adottate per i siti: coinvolgimento del territorio, procedure volte a garantire la sostenibilità dei progetti e il riutilizzo delle strutture esistenti e soprattutto l’idea che solo con la collaborazione di tutti gli stakeholder è possibile trasformare quello che in termini industriali potrebbe rappresentare una criticità, come la chiusura in un impianto, in una nuova opportunità.