Centrale idroelettrica del Coghinas

Centrale idroelettrica del Coghinas

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Conclusi i lavori di revisione del complesso Enel sul lago Coghinas, in Sardegna, e archiviata la festa per i 90 anni dall’inaugurazione, si profilano nuovi record in termini di efficienza e affidabilità.

Un complesso da Guinness dei primati. I recenti festeggiamenti per i 90 anni dalla costruzione della diga e dall’entrata in servizio della centrale idroelettrica del Coghinas, lago artificiale da 240 milioni di metri cubi nel nord della Sardegna, non hanno segnato solo una traguardo storico per questa grande opera ingegneristica italiana. Hanno celebrato anche e soprattutto un esempio di efficienza che ha rari eguali in campo energetico: quando nel 1991 i tre originari generatori ad asse orizzontale furono sostituiti da un gruppo con un’unica turbina Francis, ad asse verticale e dalla potenza complessiva di 22 Megawatt, pochi si sarebbero aspettati un mantenimento perfetto delle performance oltre i consueti 15 anni di servizio.

Al di là di ogni previsione, gli impianti hanno invece continuato a funzionare per un ulteriore decennio su una media di 4mila ore all’anno, senza richiedere alcuna manutenzione straordinaria.

 

In servizio per almeno altri 20 anni

Con la revisione complessiva operata dall’Unità Business Hydro Sardegna di Enel, attraverso il supporto delle unità di filiera O&M Hydro, il gruppo idroelettrico del Coghinas presso la diga di Muzzone potrà ora restare in servizio per almeno altri 20 anni. Non male per un progetto nato nelle difficili condizioni economiche dell’Italia fascista, quando a fronte della scarsità di risorse prime Mussolini salutò l’inaugurazione del 20 dicembre 1926 come un ardito passo della Società Elettrica Sarda verso l’autarchia energetica italiana.

Con la revisione complessiva operata dall’Unità Business Hydro Sardegna di Enel, attraverso il supporto delle unità di filiera O&M Hydro, il gruppo idroelettrico del Coghinas presso la diga di Muzzone potrà ora restare in servizio per almeno altri 20 anni. Non male per un progetto nato nelle difficili condizioni economiche dell’Italia fascista, quando a fronte della scarsità di risorse prime Mussolini salutò l’inaugurazione del 20 dicembre 1926 come un ardito passo della Società Elettrica Sarda verso l’autarchia energetica italiana. 

 

“In un momento in cui l’utilizzo efficiente delle risorse è un punto chiave per essere competitivi e mantenere determinati target, l’occasione della revisione generale del Coghinas è stato un ottimo banco di prova per testare positivamente l’efficacia di questo modus operandi”
– Renato Giardina, responsabile unità di Business Hydro Sardegna

 

“E’ un risultato straordinario sia dal punto di vista dell’affidabilità – osserva Renato Giardina, responsabile dell’Unità di Business Sardegna O&M Large Hydro – sia del modus operandi di Enel, capace di massimizzare l’utilizzo delle proprie risorse rispetto a quelle esterne. Grazie alla perfetta sinergia fra le diverse unità operative, i lavori di revisione si sono conclusi in sei mesi, rimettendo in servizio un complesso capace di produrre 70mila Megawatt all’anno per un bacino di 25mila famiglie, con un tasso d’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica di circa 45mila chilogrammi”.

 

Grande rispetto per le risorse ambientali

L’attenzione ambientale si conferma una delle priorità fondamentali del complesso sardo, tenuto conto che i 1.740 chilometri quadrati del suo bacino idrografico hanno un valore strategico anche in termini agricoli e turistici: ogni anno la diga, alta 58 metri e con una lunghezza del coronamento di 158 metri, mette a disposizione 80/90 milioni di metri cubi d’acqua, tutelando nel contempo la fauna ittica.

Un progetto realizzato con la Provincia di Olbia Tempio ha predisposto infatti delle scale di risalita per facilitare la riproduzione delle anguille, permettendo loro di spostarsi in continuità fra il lago artificiale e il letto dei fiume Coghinas. Essenziale poi il contributo dell’amministrazione comunale di Oschiri (Sassari), che allargando la strada di collegamento all’impianto ha velocizzato le operazioni di smontaggio e rimontaggio dei componenti revisionati della centrale.

 
“La preservazione per il futuro dell’elevata professionalità e specializzazione di cui disponiamo dev’essere una prassi continua a proficua”
– Michele Maranci, responsabile unità Hydro Central Maintenance & ET Support
 

“Il grande valore aggiunto di questo progetto – ha evidenziato Michele Maranci, responsabile dell’unità Hydro Central Maintenance & Elecromechanical Technical Support di O&M Large Hydro – è consistito nell’aver favorito un’organizzazione dinamica, tarata sulle reali necessità ed evitando sovrapposizioni nelle specializzazioni. Con questa job rotation si trasferiscono infatti competenze ed esperienza, in modo tale che l’osmosi fra le direzioni delle unità business e le strutture tecniche di O&M Hydro ci renderà sempre più padroni del nostro business”.