Dagli oceani alle montagne per un futuro sostenibile

Dagli oceani alle montagne per un futuro sostenibile

“Felice è colui che ha potuto conoscere la causa delle cose”. La citazione di Virgilio, sommo poeta, è stata il filo conduttore della tredicesima edizione del “National Geographic Festival delle Scienze”, svoltosi dal 16 al 22 aprile, con la partnership di Enel Green Power.

Nell’Auditorium Parco della Musica e nelle 24 biblioteche della capitale sono stati organizzati più di 340 eventi - oltre a 200 laboratori per bambini - portando scienziati di livello internazionale, filosofi, esperti, ricercatori e artisti a interrogarsi, insieme a studenti e cittadini, sulle “Cause delle Cose”. Dall'intelligenza artificiale ai viaggi nel tempo, dalla robotica alle tecnologie per la salute, dalla creatività alla difesa del patrimonio artistico, fino all'astrofisica: gli studi più avanzati possono aiutare a riflettere e a capire uno dei concetti più importanti dell’attività umana, il rapporto che esiste tra causa ed effetto.

Ma le vere protagoniste del festival sono state la tutela dell’ambiente e la salvaguardia degli oceani dall’inquinamento della plastica, temi centrali anche della 48esima Giornata Mondiale della Terra, celebrata proprio il 22 aprile, a conclusione della rassegna. A simboleggiarli, un’installazione nella piazza dell’Auditorium: “Plasticus”, la balena gigante, composta solo da tappi, reti e bottigliette in pvc, dal peso di 250 chilogrammi, l’esatta quantità di rifiuti che oggi viene scaricata nei mari ogni secondo.

Al centro della rassegna, il nostro ecosistema, descritto come un processo all’interno del quale le forze devono mantenersi in reciproco equilibrio: alterarlo comporta conseguenze imprevedibili nel lungo termine, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell’uomo. L’uomo che, come ha sottolineato nel panel conclusivo del Festival, Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze e National Geographic Magazine Italia, è oggi la principale causa del problema e, allo stesso tempo, la possibile soluzione.

 

La sostenibilità riguarda tutti 

A partire dal 16 aprile, primo giorno del festival, l’economia circolare, come scelta di sviluppo percorribile dall’uomo ha rappresentato una delle linee guida del festival. Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Roma Tre, ha curato l’incontro Economia circolare”, mettendo subito al centro una parola: sostenibilità. Un valore fondamentale anche per la strategia del nostro Gruppo, che sostiene l’adozione di un modello di economia circolare e la transizione verso le rinnovabili. Attraverso la loro produzione, Pratesi ritiene si possano aprire nuove opportunità anche in quei settori dell’economia - come l’alimentare - dove l’Italia occupa già un ruolo di riferimento nel mondo. Un esempio è il nostro progetto “Agricoltura smart”, nato dalla collaborazione con Bonifiche Ferraresi, che prevede l’impiego di fonti rinnovabili e mezzi elettrici per avvicinare la più grande azienda agricola italiana alla soglia dell’impatto zero.

Il momento di agire 

Molti sono stati gli interventi sull’emergenza dell’inquinamento da plastica, ancora sottovalutata dall’opinione pubblica. Fra le voci più autorevoli, l’oceanografa Sylvia Earle, fondatrice di Mission Blue, SEAlliance e Deep Ocean Exploration. “Sua Profondità”, come l’ha soprannominata il New York Times, è stata ospite delle conferenze “Salvare gli oceani” e “Ocean Rescue for a better future”.

Nonostante le acque marine siano invase ogni anno da oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, col rischio che il loro numero superi quello dei pesci entro il 2050, Sylvia Earle ha evidenziato una grande opportunità per le nuove generazioni: oggi è maturata una consapevolezza sull’importanza della biodiversità e delle correnti come stabilizzatrici del clima terrestre e questo ci spinge ad agire in prima persona per la preservazione dell’ecosistema.

Il Festival delle Scienze ha promosso l’adesione alla campagna #PassOnPlastic, che invita non solo all’abbandono dell’uso della plastica nella vita quotidiana, ma anche allo studio di rimedi intelligenti per la sua definitiva sostituzione. La tutela delle acque degli oceani è un obiettivo su cui sta lavorando anche Enel, impegnata nella ricerca di soluzioni innovative per produrre energia pulita dal mare. 

 

Dagli oceani alle montagne 

Sulle conseguenze di questo inquinamento, ha offerto una testimonianza da ricordare anche Andrea Fantini, lo skipper dell’imbarcazione ecopower, di cui EGP è Innovation Partner: la Class 40 Enel Green Power. Il velista ha raccontato, durante l’evento di chiusura della rassegna, la sua esperienza nell’ultima edizione della regata Transat Jacques Vabre, quando è stato costretto al ritiro proprio a causa di UFO (unidentified floating objects) che hanno colpito lo scafo al largo del Portogallo. I rifiuti hanno mandato in avaria il motore, ma la Class 40 Enel Green Power parteciperà a nuove competizioni già quest’anno, portando nel mondo l’esempio di una navigazione a zero emissioni, dove la tecnologia è al servizio della sostenibilità.

“Nel 2015 - ha ricordato il velista - abbiamo battuto un record di velocità in barca a vela tra San Francisco e Shangai e durante tutta la traversata, circa 7.000 miglia percorsi in 25 giorni, non c'è stato un solo giorno in cui non abbiamo visto o urtato contro plastiche di tutti i tipi. È un problema enorme presente a tutte le latitudini”. 

Altro progetto parte del programma del festival e sostenuto da EGP, è la mostra fotografica di Fabiano Ventura, “Sulle tracce dei ghiacciai - Alla ricerca del passato per un futuro sostenibile”.

Con una serie di scatti realizzati sulle vette più alte del mondo, Ventura ha mostrato le conseguenze del cambiamento climatico: la ritirata dei ghiacciai viene documentata confrontando le stampe dei primi esploratori con quelle odierne, risultato di spedizioni organizzate ogni due anni (Karakorum 2009, Caucaso 2011, Alaska 2013, Ande 2016). La quinta è cominciata proprio il 20 aprile, con destinazione Everest (8848 mt), Kangchenjunga (8586 mt) e Cho Oyu (8201 mt), parte della catena dell'Himalaya

L’esposizione resterà aperta in Auditorium fino all’8 giugno, permettendo al regista Federico Santini di realizzare videoriprese per un documentario che racconterà le esperienze sul campo e la storia degli scalatori del passato. Grazie all’uso di satellitari, collegandosi al sito del progetto sarà possibile seguire in tempo reale i risultati della spedizione. 

Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano studierà, poi, il bilancio di massa dei ghiacciai visitati dal team di Ventura, grazie a un lavoro di telerilevamento. Gli ultimi rilievi sono in programma per il 2020, quando il gruppo viaggerà anche nel complesso delle Alpi.

Se la ricerca della causa prima resta ancora un mistero per l’uomo, sotto gli occhi di tutti ci sono, però, le conseguenze che la Terra sta vivendo per le nostre azioni. Cambiare si può e si deve: con Enel un nuovo percorso è già cominciato.