SDGs ed Europa, una nuova roadmap

SDGs ed Europa, una nuova roadmap

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Si è tenuta il 31 maggio a Milano, nell’ambito del Festival ASviS, la conferenza internazionale “SDGs, clima e futuro dell’Europa”. Rappresentanti di istituzioni, imprese, accademia e società civile hanno dibattuto sull’importante tema del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU, e sull’implementazione di questi nel contesto europeo. Obiettivo finale, tracciare una nuova roadmap per l’Europa sempre più incentrata e vincolata al raggiungimento di tali sfidanti target.

A fare da palcoscenico a questo evento, la città di Milano, sempre più esempio di sostenibilità ambientale e sede dell’ultima esposizione universale, incentrata proprio sul tema della sostenibilità alimentare e agricola. Come peraltro sottolineato nell’intervento di apertura del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, oggi il capoluogo lombardo rappresenta, infatti, la città simbolo dell’innovazione e del cambiamento sostenibile.

Nel corso del dibattito i relatori hanno analizzato i risultati finora raggiunti e le sfide ancora aperte nel campo della sostenibilità, con l’intento di elaborare un pacchetto di raccomandazioni rivolte a policy maker nazionali ed europei atti ad integrare in maniera incisiva gli SDGs nella legislazione europea. In particolare grazie al contributo del gruppoEurope Ambition 2030, è stato discusso il testo “New narrative for Europe”, che raccoglie 10 proposte su come meglio integrare gli SDGs nelle politiche dell’UE. La versione definitiva sarà presentata alla Commissione Europea in vista dei lavori preparatori del Consiglio Europeo di dicembre e delle elezioni europee del maggio 2019.

 

Il modello Enel per l’Agenda 2030 

In questo percorso il settore privato svolge un ruolo essenziale nell’attuazione della strategia 2030 delle Nazione Unite. Enel, ha accolto la sfida, incorporando nel proprio modello di business due imprescindibili pilastri, quali la sostenibilità e l’innovazione.

Il Direttore Affari Europei, Simone Mori, intervenuto nel panel dedicato al ruolo del settore privato nello sviluppo sostenibile, ha illustrato la visione strategica del Gruppo, fondata su tre principi: inclusione, rispetto dell’ambiente, condivisione del valore con le comunità e il territorio in cui si è presenti. Su questa base Enel ha introdotto un nuovo modello di business, che punti allo sviluppo delle rinnovabili, della generazione distribuita, anche in aree remote e spesso fuori dalla rete, e della digitalizzazione

 

“Di fronte alle sfide poste dalla trasformazione del settore energetico e alle implicazioni sociali ed ambientali proprie della nostra epoca, Enel non si è tirata indietro, ma anzi ha deciso di guidare questa nuova rivoluzione di paradigma. Il nuovo piano strategico di Enel è infatti volto a creare valore sostenibile nel lungo periodo, nel rispetto dell’ambiente e guidando la transizione e le opportunità che questa offre, senza ignorarne le implicazioni sociali”

– Simone Mori, Direttore Affari Europei di Enel

Per dare un contributo concreto alla crescita sostenibile, Enel si è data pertanto obiettivi misurabili per la realizzazione di 4 dei 17 SDGs dell’Onu. Innanzitutto, in un mondo in cui oltre 1 miliardo di persone non ha ancora accesso all’energia, Enel si è impegnata a portare la luce a 3 milioni di persone entro il 2020 (SDG 7). Sono già stati coinvolti circa 2 milioni di beneficiari in aree rurali di Sud America, Africa e Asia.

Con circa 1.200 progetti che interessano 9 milioni di persone, il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile ci vede in prima linea anche nel contrasto al cambiamento climatico (SDG13), nella promozione di lavoro dignitoso e crescita economica inclusiva (SDG8), e nel sostegno a un’istruzione di qualità (SDG4). 

 

Più integrazione, maggiore sostenibilità 

Sebbene l’Europa abbia raggiunto risultati eccellenti in alcuni degli SDGs, i tempi per il loro pieno raggiungimento appaiono ancora troppo lunghi. Per Enrico Giovannini, portavoce di ASvis, solo una maggior integrazione delle politiche nazionali permetterà ai Paesi del Vecchio Continente di superare le crisi da cui oggi sono minacciati, ma anche di mantenere la leadership nello sviluppo sostenibile.  

 

“È tempo di ripensare l’Europa seguendo le indicazioni contenute nell’Agenda 2030. Una trasformazione fondamentale, fatta di maggiore integrazione che riguarda il futuro di tutti noi e che deve diventare l’obiettivo comune degli Stati Membri e delle Istituzioni UE. Disuguaglianze sociali e squilibri ambientali devono essere affrontati con urgenza, mobilitando anche imprese, società e giovani generazioni”

– Enrico Giovannini, portavoce di ASviS

La sinergia delle 4 rivoluzioni 

Senza un investimento deciso nella sostenibilità, nel 2050 saranno necessari due pianeta Terra per soddisfare l’attuale livello di consumo di risorse ambientali ed energetiche.

Per innovare ed essere più inclusivi sarà allora necessario avviare un’alleanza basata sulla sinergia delle 4 rivoluzioni in corso: digitale, ambientale, etica e finanziaria. In particolare, la finanza sostenibile è stata riconosciuta come uno dei punti qualificanti dei progetti europei da Pierluigi Stefanini, presidente di ASviS. Per contrastare l’immagine di un’Europa dominata dai grandi monopoli, è infatti necessario creare interazioni dal basso attraverso modelli di economia circolare e network di imprese responsabili.

Molti sono stati gli ospiti italiani e internazionali intervenuti alla conferenza di Milano, fra cui il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l’ambasciatrice della Global Challenges Foundation, Malini Mehra, Silvia Ganzerla, policy director di Eurocities, Marta Bonifert, membro dello Europe Ambition 2030 & Hungarian Business Leaders Forum. Per la Commissione Europea era presente Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia, che ha dichiarato: “La priorità è un cambio di mentalità, di stile di vita, di approccio. Lo sviluppo sostenibile non è un'opzione, è l'unica opzione”.