Elettricità Futura, insieme per la transizione energetica

Elettricità Futura, insieme per la transizione energetica

Il futuro dell’energia sarà la decarbonizzazione, l’eliminazione del ricorso alle fonti fossili per contrastare i cambiamenti climatici. Il presente è nella transizione energetica, nella strategia da adottare e nella rapidità con cui si raggiungono gli obiettivi intermedi. Ed è proprio per accelerare questa svolta che le imprese del settore elettrico italiano hanno unito le forze in Elettricità Futura. L’associazione, di cui facciamo parte, rappresenta oltre il 70 per cento dell’energia elettrica consumata in Italia e vede insieme produttori, distributori e fornitori di servizi.

Elettricità Futura, che aderisce a Confindustria, è nata nel 2017 dall’integrazione tra Assoelettrica e AssoRinnovabili. Presieduta da Agostino Re Rebaudengo, è composta da più di 500 operatori che detengono più di 75.000 megawatt di potenza elettrica installata e circa 1.150.000 chilometri di linee. Insieme a Utilitalia, rappresenta il settore elettrico italiano in Eurelectric, l’associazione europea del settore, e aderisce a WindEuropeSolarPower Europe e Bioenergy Europe.

L’impegno si orienta anche a un’alleanza ad ampio spettro con le associazioni ambientaliste e dei consumatori, con cui da tempo è avviato il dialogo, oltre che al coinvolgimento dei fornitori nell’obiettivo di decarbonizzare l’economia.

Per Elettricità Futura, la proposta della Commissione Europea di innalzare dall’attuale 40 per cento al 55 per cento l’obiettivo di decarbonizzazione al 2030 rappresenta per l’Italia un’opportunità senza precedenti, con benefici ambientali e occupazionali.

Per diffondere la cultura della transizione energetica l’associazione ha lanciato alla fine del 2020 la campagna social “La transizione energetica: dalle parole ai fatti!”. L’obiettivo è quello di promuovere le azioni concrete che possono accelerare il percorso verso il Green Deal e raccontare i vantaggi che ne conseguono. Per il solo settore elettrico italiano raggiungere il Green Deal al 2030 comporta infatti l’attivazione di almeno 100 miliardi di euro di investimenti e 90 mila nuovi posti di lavoro.

Per “passare dalle parole” ai fatti sono necessari:

  • L’aggiornamento del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) con target coerenti con il Green Deal;
  • La definizione di target di sviluppo delle rinnovabili a livello regionale (burden sharing);
  • L’accelerazione dei processi di permitting per il raggiungimento dei nuovi obiettivi;
  • L’introduzione di nuove semplificazioni per lo sviluppo degli impianti e il mantenimento in esercizio degli esistenti.

 

Ma oltre al Green Deal europeo, esiste anche l’opportunità del Recovery Fund per sostenere la ripresa dalla pandemia. L’Associazione chiede infatti di rispettare l’impegno a investire almeno il 37 per cento dei fondi nella transizione energetica.

Per mettere in moto il Green Deal servono una forte volontà politica e una serie di misure: dalle autorizzazioni per il revamping e il repowering degli impianti eolici alla proroga delle grandi concessioni idroelettriche per favorire un nuovo ciclo di investimenti, dalla normativa per disciplinare la realizzazione e la messa in esercizio dei sistemi di storage, fino allo sviluppo e alla promozione dei PPA (Power Purchase Agreement), contratti di lungo termine per l’acquisto di energia rinnovabile da parte delle aziende. E ancora, l’allungamento delle aste GSE al 2030 e la revisione e semplificazione delle regole sui Certificati Bianchi per favorire l’efficienza energetica.

Obiettivi ambiziosi, che possiamo raggiungere solo con l’impegno di tutti.

Elettricità Futura costituisce, infatti, un caso unico in Europa per aver compreso che collaborare non significa perdere rappresentatività, ma rafforzarla per superare insieme le nuove sfide e affrontare con un approccio innovativo i cambiamenti che stiamo vivendo.