Enel Cuore dà vita allo Spazio Giallo di Opera

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Taglio del nastro nella casa di reclusione alle porte di Milano, dove il progetto d’accoglienza dell’onlus “Bambinisenzasbarre” - destinato ai figli dei detenuti - viene preso a modello dall’Europa.

Grazie alla nuova area d’accoglienza per minori, nota come “spazio giallo”, la casa di reclusione di Opera diventa multicolore. Merito delle decine di creazioni artistiche realizzate dai figli dei detenuti, su iniziativa dell’associazione “Bambinisenzasbarre”e col contributo di Enel Cuore Onlus: l’associazione del Gruppo impegnata nella filantropia istituzionale senza fini di lucro. Una donazione di circa 83mila euro ha infatti permesso di acquistare materiali didattici, giochi, libri e attrezzature utili per inserire i bambini in un ambiente più sereno, al pari di quanto fatto negli analoghi spazi delle carceri di Secondigliano a Napoli e San Vittore a Milano.

Rendere un ambiente bello – ha detto Lia Sacerdote, presidente di «Bambinisenzasbarre» – non significa semplicemente arricchirlo da un punto di vista materiale, ma socio-educativo: operatrici professionali vengono affiancate ai figli dei detenuti, affinché si prepari il loro incontro in modo consapevole e senza complessi, conservando dell’esperienza d’attesa un ricordo positivo. Si affievolisce così la contrapposizione spesso traumatica fra il fuori e il dentro, fra un mondo della “normalità” e un mondo di correzione disciplinare”.

Parole su cui si sono ritrovati concordi sia Giacinto Siciliano, direttore della casa di reclusione di Opera, sia il sindaco del Comune Ettore Fusco, presenti all’inaugurazione accanto a Novella Pellegrini, segretario generale di Enel Cuore: “la nostra filosofia – ha spiegato Pellegrini – consiste nel dar vita e continuità a iniziative promosse da enti non profit, laddove il disagio sociale sia affrontato con soluzioni innovative e integrate alla rete dei servizi”.

Il progetto di “Bambinisenzasbarre” gode del supporto del Garante dell’Infanzia, intervenuto a sua volta alla cerimonia di Opera e insieme al quale è stata rinnovata lo scorso settembre la Carta dei Figli dei Detenuti. Un documento di tutela dei diritti dei minori sottoscritto dal Ministero della Giustizia e preso oggi a modello nell’Unione Europea: se in Italia sono quasi 100mila i bambini costretti a recarsi in carcere ogni giorno per incontrare i propri genitori, in Europa salgono infatti a ben 1 milione. Cifre consistenti, ma non prive di speranza: perché di fronte allo spirito di convivenza messo in mostra all’inaugurazione milanese, durante il match di calcetto fra 15 papà detenuti e rispettivi figli, persino una pena inflitta può trasformarsi in una vittoria per la genitorialità.