L'Italia e la e-Mobility Revolution al Forum The European House - Ambrosetti

{{item.title}}

Lago di Como, uscita Cernobbio: la mobilità elettrica italiana svolta qui. Con la conferenza stampa tenutasi il 2 settembre in Villa d’Este, sede del Forum The Europen House - Ambrosetti, sono stati presentati i punti chiave della “e-Mobility Revolution”: il più completo studio nazionale prodotto grazie alla collaborazione di Enel con il think tank organizzatore dell’appuntamento, noto a livello internazionale e giunto alla 43esima edizione.

In calendario dall’1 al 3 settembre, il Forum dal titolo “Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive” ospita dal 1975 i più importanti esponenti delle istituzioni internazionali - da capi di Stato e di Governo a Premi Nobel e grandi imprenditori - per anticipare le trasformazioni dell’economia globale.

Proprio l’Italia sarà protagonista nei prossimi anni di una nuova “rivoluzione”, capace di generare nel mercato degli autoveicoli elettrici e attraverso la sua filiera un fatturato cumulato compreso fra i 24 e i 100 miliardi di euro entro il 2025. Fra i 68 e i 303 miliardi di euro, poi, entro il 2030.

Queste alcune delle stime contenute nel rapporto presentato in conferenza stampa da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, insieme a Francesco Venturini, direttore global e-Solutions Enel, Patrizia Grieco, Presidente Enel, Valerio De Molli,  managing partner The European House - Ambrosetti, e Maria Chiara Carrozza, membro della III Commissione Affari Esteri Comunitari della Camera dei Deputati, nonché Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Dall’analisi emerge che nel Belpaese il numero dei veicoli elettrici è cresciuto a un tasso medio annuo composto del 41% tra il 2005 e il 2016 e che la crescita è stata significativa anche per il parco auto, con 9820 mezzi circolanti (+60% rispetto all’anno precedente).

Lo studio, presentato in dettaglio il 3 settembre, giornata conclusiva dei lavori, non è solo un punto d’arrivo, ma d’inizio: grazie all’introduzione dell’Indice di Trasporto Elettrico (ITE) per misurare le performance regionali e metropolitane, così come della prima mappatura della Value Chain italiana (160mila imprese per 823mila occupanti nella e-Mobility), in futuro sarà possibile elaborare stime sempre più precise e attendibili. Passo fondamentale per lo sviluppo di una visione di medio-lungo termine anche per quanto riguarda le politiche nazionali a favore della filiera, che hanno oggi in Cina e in Norvegia due punti di riferimento.

I tempi e la competizione internazionale stringono, ma la e-Mobility Revolution corre ormai su quattro ruote.