Sostenibilità, le grandi imprese sulla rotta dell’Onu

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Tutte le strade della sostenibilità portano a Roma. Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, arrivato alla sesta edizione, ha fatto tappa nella Capitale, la seconda fra le provincie italiane per numero di imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie green. Un dato di un ampio studio realizzato da CSR Manager Network, Assonime e ALTIS e focalizzato in particolare sulle imprese quotate: oltre il 70% delle aziende ha inserito nel proprio piano strategico obiettivi socio-ambientali, in aumento del 40% rispetto al 2013, data della ricerca precedente.

Un vero e proprio boom trainato dalle grandi imprese, protagoniste dell’appuntamento del CSR all’Università Lumsa, l’8 marzo scorso. Enel, Ferrovie dello Stato, Generali Italia, P&G Italia, Terna e DNV-GL hanno raccontato le proprie politiche di sostenibilità ispirate ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Onu e declinate secondo alcune parole chiave: diversità, mobilità, valore, cittadinanza, comunicazione, mercato.

Patricia Navarra, Sustainability Innovation and Stakeholder Engagement Manager di Enel, si è concentrata sull’obiettivo numero 5. “Diversità e inclusione sono due valori fondamentali nella cultura aziendale di Enel: un approccio aperto, Open Power, che valorizza il contributo di ognuno condividendo valori, idee, esperienze e passioni”.

Navarra ha ricordato il “percorso di inclusione” del nostro Gruppo, a partire dall’emanazione della policy diritti umani del 2013 fino all’inclusione nel Piano Strategico di uno specifico driver dedicato alla gestione del capitale umano. “La gestione della diversità è un fattore di business” ha concluso Navarra dopo aver spiegato come il rispetto di diversità e inclusione in azienda sia monitorato trimestralmente da indicatori chiave di performance (KPI) a livello di Gruppo.

“Nelle grandi imprese il piano di sostenibilità è ormai integrato nel piano industriale” ha spiegato Lorenzo Radice, Responsabile Sostenibilità Ferrovie dello Stato. Un’acquisizione relativamente recente se, come ha spiegato Giovanni Buttitta, capo relazioni esterne e progetti speciali di Terna, “fino a dieci anni fa solo cinque imprese in Italia facevano il bilancio integrato: alimentare ed energia sono i settori dove l’esigenza si è avvertita per prima”.

Lo spettro di intervento delle ormai è molto ampio. Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Social Responsibility di Generali Italia, ha raccontato il progetto Valore Cultura, un programma lanciato nel 2016 che nasce per avvicinare un pubblico sempre più ampio e trasversale al mondo dell’arte e della cultura, “un patrimonio nazionale da preservare e lasciare alle prossime generazioni”.  

Il panorama italiano è vivace, come ha dimostrato anche l’ultimo Salone nazionale della CSR a Milano. Il problema è come trainare le piccole imprese che rappresentano più del 90 per cento del nostro tessuto industriale. “I cittadini rappresentano la domanda del mercato: l’importante è che concentrino le loro scelte sulle aziende sostenibili” è la ricetta di Giovanni Battista Costa, Presidente dell’associazione Next–Nuova Economia per Tutti, una rete di organizzazioni della società civile, di consumatori, di imprese e del Terzo Settore che promuove un’economia più sostenibile. Costa ha presentato in anteprima EyeOnBuy.org, uno strumento per “promuovere un modello economico costruito dal basso e premiare le aziende che rispettano l’ambiente”.

“L’altruismo dei manager di per sé non è sostenibile, servono incentivi, anche qualitativi o di lungo periodo” ha spiegato il professor Luigino Bruni, coordinatore del dottorato in Scienze dell'economia civile alla Lumsa, che ha promosso anche un Master sui SDGs dell’Onu, in collaborazione con la Banca mondiale. L’università ha ospitato il salone CSR per il secondo anno consecutivo. Il giro d’Italia del Salone prosegue: prossima tappa Perugia, il 14 marzo. Seguiranno Genova, Firenze, Bologna, Cosenza e Verona, per giungere all’appuntamento nazionale di Milano, il 2 e 3 ottobre prossimi.