Economia Circolare: un caso di eccellenza italiana

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L’economia circolare non è più una pratica di nicchia focalizzata sul riciclo e il riuso, ma è diventata una nuova chiave di lettura per il cambiamento dell’intero sistema Paese: una visione che integra innovazione e sostenibilità in nome dell’efficienza e del vantaggio competitivo.

Per questo Enel ha deciso di assumere un ruolo di capofila del settore e il 5 febbraio ha ospitato il workshop “Le tecnologie alla base della Circular Economy: sfide e opportunità per l’ecosistema dell’innovazione italiano”: un incontro del think tank The European House - Ambrosetti per facilitare la condivisione delle iniziative fra le aziende più avanzate in tema di circolarità.

Il percorso di Enel verso l’economia circolare è stato raccontato da Luca Meini, responsabile Circular Economy: il primo passo è la transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili, esempio paradigmatico di economia ed energia circolare. Da qui siamo passati ad altri temi che coinvolgono il nostro business, come la riqualificazione degli impianti termoelettrici giunti alla fine della vita produttiva e, successivamente, a quelli legati alle circular cities, che riprendono il concetto delle smart city allargandolo oltre l’ambito strettamente tecnologico. Per favorire la collaborazione fra le aziende, il nostro Gruppo è anche fra i promotori dell’Alleanza per l’Economia Circolare con altre grandi aziende

La dimensione umana è stata invece al centro dell’intervento di Ernesto Ciorra, direttore Innovability® di Enel: le attività sull’economia circolare sono portate avanti in maniera sinergica e con autonomia e libertà, “come in un gruppo di artisti”, a sottolineare la centralità dell’innovazione creatrice. Accanto alla circolarità delle cose è importante quella delle persone, e questo è particolarmente vero in un contesto socioeconomico di progressiva meccanizzazione del lavoro. Per questo Ciorra ha citato l’esempio della Fondazione Endesa, che ha realizzato una piattaforma per aiutare i professionisti over 50 rimasti senza lavoro a valorizzare le proprie competenze come mentori di startup.

Per Claudio Zara, professore al Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi, la finanza si sta interessando all’economia circolare per le opportunità che può attivare in termini di de-risking degli investimenti, di flussi di ricavi generabili e di incremento del patrimonio di reputazione. Comportando un importante contenuto di innovazione, l’economia circolare rientra a tutti gli effetti nel novero del finanziamento all’innovazione, che è un ambito critico per la finanza, soprattutto a causa della presenza di asimmetrie informative. La disclosure informativa volontaria da parte delle aziende verso gli stakeholder finanziari gioca un ruolo fondamentale per rimuovere questo ostacolo e rendere effettivamente appetibili i finanziamenti e gli investimenti circolari.

È stata poi la volta di quattro “atti di fede nella Circular Economy”, come li ha definiti il moderatore dell’incontro, Alberto Di Minin, professore di Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, messi in pratica da altrettante aziende. Il Gruppo Enel, avendo molto approfondito il tema degli indicatori per la circolarità, ha iniziato a coinvolgere anche i propri fornitori, in un’ottica che riguarda l’intero ciclo di vita dei prodotti. Novamont, producendo bioplastiche e altri biomateriali, “è un’azienda che ha la circolarità nel Dna”, e lo ha confermato sottoscrivendo una partnership con Enel.

Tecniche come l’utilizzo del vapore residuo come fonte di calore e un nuovo procedimento chimico per riciclare la plastica finora non riciclabile sono state introdotte da Basf Italia, mentre Cisco Systems Italy (che come Enel ha aderito alla Ellen MacArthur Foundation, la più importante organizzazione internazionale per l’economia circolare), ha adottato nuove politiche aziendali per ridurre l’uso della plastica e per fabbricare hardware che durino più a lungo.

Al dibattito hanno partecipato anche rappresentanti di altre aziende fra cui Tesla, Fujitsu e Pirelli: è emerso che in Italia la sensibilità per l’economia circolare è molto diffusa fra le imprese, le quali stanno sensibilizzando le Istituzioni sul tema per replicare i progressi che si stanno facendo in altri Paesi.

La collaborazione a tutti i livelli dunque è fondamentale perché, come ha sintetizzato in conclusione Corrado Panzeri, responsabile Innotech Hub per The European House – Ambrosetti, nessuno può affrontare la sfida da solo. Eventi come questo rappresentano un passo sulla strada giusta.