Innovare le organizzazioni: il modello Open Innovability®

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L’innovazione non è solo caos creativo: va alimentata, indirizzata, organizzata, sostenuta. Ma come farlo?

E’ stato questo il tema al centro del primo Innovation Meeting 2020 della Community InnoTech che abbiamo organizzato il 5 febbraio insieme a The European House – Ambrosetti, moderato da Alberto Di Minin, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Protagonista dell’incontro il modello Open Innovability® del nostro Gruppo, raccontato da Angelo Rigillo, responsabile Innovation Governance, Intelligence and Partnerships, e da Guido Stratta, responsabile People Development & Senior Executives People Business Partner. Un modello introdotto sei anni fa con la scelta di far evolvere il dipartimento Ricerca & Sviluppo e creare una funzione dedicata all’Innovazione e alla Sostenibilità a diretto riporto dell’Amministratore Delegato, con un innovability® manager all’interno di ogni linea di business. Un modo per innescare quel cambiamento culturale senza il quale non è possibile parlare di innovazione aperta.

Rigillo ha illustrato il nostro “Innovability® journey” che parte dai bisogni di innovazione individuati in coerenza con il Piano Strategico e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, prosegue con la scelta degli strumenti di innovazione più opportuni da attivare per generare potenziali soluzioni, le prove di fattibilità per testarle e infine lo scale up, cioè l’implementazione su vasta scala. Un modello che in pochi anni ha portato alla realizzazione di più di 650 progetti, di cui 300 con esito positivo e oltre 100 diventati soluzioni nel business. Il risultato di un’innovazione aperta all’esterno, che interagisce con il nostro ecosistema innovativo mediante strumenti come la rete dei 10 Innovation Hub che abbiamo nel mondo, la piattaforma di crowdsourcing openinnovability.com, le partnership globali con aziende, startup, università e centri di ricerca, e le Innovation Community.  “Qualunque cambiamento organizzativo, qualunque nuova pratica, per prendere piede deve essere accettata, altrimenti non resisterà agli attacchi di chi difende lo status quo, e in azienda il modo più semplice per essere accettati è generare valore”, come è avvenuto in Enel.

In fondo, ha spiegato Stratta, “l’innovazione è una disobbedienza andata a buon fine” e per non essere velleitaria deve portare a risultati concreti.

Tutti hanno un talento: l’importante per un’organizzazione è creare le condizioni per scoprire quelli di ciascuno, valorizzarli, consentire loro di esprimersi, perché le idee non hanno gerarchia e l’innovazione può arrivare da ogni parte. “In Enel ormai è il concetto di persona a guidarci, e le persone è giusto che stiano bene, proprio per questo ci domandiamo: è poi così necessario sforzarci sempre di uscire dalla zona di comfort? Il valore potrebbe risiedere più nella contaminazione che nel continuo mutare”. Per questo abbiamo deciso di attivare programmi di job shadowing e job mentorship. Stratta ha annunciato che “l’ultimo miglio è quello che realizzeremo nel 2020 e 2021 quando ognuno potrà mettere a disposizione dei colleghi le proprie passioni e i propri hobby”.

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato anche rappresentanti di Hitachi, Thales Alenia Space e Q8, sono stati presentati i modelli di innovazione di HSBC e Pirelli. Gerd Pircher, Chief Executive Officer di HSBC Italy, ha spiegato che il Gruppo bancario internazionale ha scelto il modello di “fast follower” applicando le idee già sperimentate da altri, mentre Marco Spinetto, R&D Strategic Innovation di Pirelli, ha raccontato che la multinazionale nata nel 1871 fa ricerca e sviluppo ancora con lo spirito di una startup per stare al passo con le novità del mercato.