Giro Under 23: nella terra delle eccellenze

Giro Under 23: nella terra delle eccellenze

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Evidentemente è un privilegio del Giro Under 23 Enel quello di valorizzare il territorio che attraversa e di accarezzarne le eccellenze, qualunque sia la loro declinazione (imprenditoriale, turistica, ovviamente sportiva, ma persino enogastronomica).

Il tutto fuso in un’accurata scelta del percorso che certamente mira a mettere alla prova e a selezionare i concorrenti migliori, ma che ammicca con sapiente simpatia a tutto quello che si incontra.

Lasciata la Romagna, la seconda tappa è tutta emiliana, anzi, praticamente tutta modenese. Si parte da un omaggio che è un intreccio di ricordi: dalla medioevale Nonantola dove non solo la leggenda, ma le prove storiche assicurano che siano nate le prime forme di cooperative e dove il ciclismo contemporaneo ha trovato un autentica “culla” - la celebre casa vinicola Giacobazzi - che, per volontà dei suoi proprietari mecenati, ha il grande merito di aver lanciato nel ciclismo decine di giovani campioni: uno per tutti, Marco Pantani. E quando quel marchio che sa buon lambrusco mise occasionalmente il naso al di fuori del mondo delle due ruote lo fece per sponsorizzare, per conto di una… non trascurabile azienda motoristica non troppo lontana e che la tappa sfiorerà, un signore che si chiamava Gilles Villeneuve.

Ma prima ancora di passare da Maranello, patria della Ferrari, il percorso prevede un altro incontro con una scheggia di storia: questa volta rigorosamente ciclistica. A Castelfranco Emilia, infatti (città che rivendica con più forza di altre nientemeno che la creazione dei “tortellini”) nacque nel 1891 l’unica donna ad aver partecipato al Giro d’Italia maschile, approfittando del fatto… che nulla lo impediva (soprattutto in un anno in cui le grandi squadre non gareggiarono per un contenzioso con l’Organizzazione e che la manifestazione venne così aperta ai cosiddetti corridori “indipendenti”). Si chiamava Alfonsina Strada ed accadde nel 1924. Arrivò ultima e fuori tempo massimo, ma le venne consentito di concludere il Giro e di raccogliere gli applausi entusiasti di Milano.

L’ultima parte della tappa è di salita tutt’altro che indulgente. L’arrivo a Sestola (dalla pianura ad uno dei centri più rinomati del turismo invernale emiliano) propone due nomi. Quello di Giulio Ciccone, il bravissimo campioncino abruzzese protagonista dell’ultimo Giro che qui colse una vittoria straordinaria nel 2016 al suo esordio fra i professionisti, o quello di… Alberto Tomba che qui imparò a sciare. Potenza di una terra a cui non manca nulla!