Giro Under 23: il tornante della storia

Giro Under 23: il tornante della storia

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Quella di oggi sarà una tappa molto dura e importante: per l’approssimarsi della conclusione di domani, per l’oggettiva difficoltà del percorso (che si “aggiunge” alla durezza di quello del giorno precedente), per l’assommarsi di fatiche che hanno assimilato questa manifestazione e i suoi dieci lunghi giorni a un vero “piccolo grande Giro”. Ma vale la pena tornare sul concetto di “storia” di cui sapientemente il Giro d’Italia Under 23 Enel ha voluto impreziosire il suo percorso.

Ci sono date e luoghi che la crescita stessa di un Paese non può ignorare: e se anche ne abbiamo già fatto cenno, vale la pena rimettere l’accento sul centenario di un evento, quello della fine della guerra 1915-18, che portò a compimento di fatto l’epopea del Risorgimento. E chi indosserà alla fine la maglia rosa, di qualunque nazionalità sarà, è giusto che sappia che in quella vicenda l’Italia per la prima volta assaporò un concetto di vicinanza compiuta che fino all’ora era rimasto in buona parte sulla carta.

Persino la partenza dal Trentino per poi tornare nella provincia di Vicenza è fonte, per chi lo vorrà, di una riflessione non banale. A Borgo Valsugana, che si tocca a 15 chilometri dallo start di Levico riposa Alcide De Gasperi, il primo Presidente del Consiglio nel 1946 dell’Italia liberata che fino allo scoppio della Grande Guerra era, in quanto nato in provincia di Trento e certamente contro i suoi sentimenti, deputato al Parlamento austriaco.

La corsa toccherà due siti storicamente importantissimi, il Monte Grappa, da oltre un secolo definito il “Monte della Patria”, e l’altopiano di Asiago col suo celebre sacrario secondo soltanto a quello di Redipuglia. Certo, la fase sportiva oggi rivendicherà i suoi legittimi diritti (anche perché parliamo di salite che spesso, l’ultima volta con Quintana nel 2014, hanno decretato il nome del trionfatore), ma anche un solo momento di riflessione almeno da parte di chi assisterà a questa tappa darà un senso a chi ha dato la vita perché l’Italia esistesse.

Se poi vogliamo anche trovare un compleanno, cioè un 15 giugno che unisca perfettamente la storia al ciclismo, basta andare indietro di qualche decennio: 15 giugno 1946, partenza del primo Giro d’Italia del secondo dopoguerra. L’Italia, ancora in macerie, decise che poteva rimettersi in piedi e “riunificarsi” anche pedalando. E quel Giro lo vinse un Eroe: Gino Bartali.