Giro Under 23: la vittoria della fiducia

Giro Under 23: la vittoria della fiducia

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La “direzione” presa fu un’altra (non, come oggi Pian delle Fugazze, ma Piancavallo), ma la partenza da Schio, esattamente vent’anni fa, fu la stessa e portò a qualcosa di indimenticabile: la bellissima vittoria al Giro d’Italia (l’unica purtroppo) di Marco Pantani.

Pantani che era caduto, Pantani che era risorto, Pantani che aveva fatto nella fiducia in se stesso l’arma vincente di quel trionfo rosa e, di lì a poche settimane, anche dell’accoppiata con il Tour de France. E doveva averne tanta di fiducia nella sua grinta e nei suoi mezzi il nostro Pirata (che, fra parentesi, si rivelò al grande ciclismo proprio vincendo nel 1992 quello che allora era il Giro d’Italia Dilettanti e che adesso è diventato il Giro d’Italia Under 23 Enel). Veniva da un toboga di gioie e dolori che sembravano averne minato le meravigliose premesse: ma che alla fine lui fece diventare un’autostrada verso la vittoria.

E la tappa di oggi gli sarebbe piaciuta moltissimo: tappa dura, di selezione, con la sciabolata finale verso il cielo (Pian delle Fugazze “esordì” al Giro addirittura nel 1934), una salita di 11 chilometri che dal quinto al decimo non scende mai al di sotto di una pendenza del 9%. Al di là del valore sportivo della giornata (anche in questo caso in una terra tutt’altro che avara di campioni, a cominciare da Giovanni Battaglin, vincitore nello stesso anno del Giro d’Italia e della Vuelta di Spagna) ci sono due riferimenti che non vanno trascurate.

Il primo molto alto e commovente: il traguardo è a un passo dal Sacro Ossario, dove sono raccolti i resti degli oltre 5000 soldati italiani caduti nella sola battaglia del Pasubio del 2 luglio 1916. Un’ulteriore occasione per ricordare quella Guerra certo vittoriosa, ma che richiese prezzi altissimi. Il secondo è più rasserenante, visto anche lo spessore morale oltre che sportivo del protagonista: il 14 giugno (in questo caso del 1992), Miguel Indurain vinse il primo dei suoi due consecutivi Giri d’Italia tenendo la maglia dalla seconda tappa di Arezzo fino all’ultima di Milano. Nello stesso anno vinse anche il secondo dei suoi cinque Tour consecutivi. Visto che in gara ci sono dei ragazzi di vent’anni è bello immaginare la sua classe, la sua serietà e la sua eleganza possano essere fonte di ispirazione per tanti di loro.