Fare Scuola cresce a Milano

Fare Scuola cresce a Milano

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Il cambiamento inizia dalle scuole, e cambiare una scuola nelle sue strutture, sia interne che esterne, può essere un motore potente che alimenta le idee, la creatività e i valori dell’inclusione, del rispetto reciproco e della tolleranza.

È con questo spirito che sono stati inaugurati il 25 ottobre scorso a Milano i nuovi ambienti della scuola primariaFabio Filzi”. In realtà l’edificio in zona Corvetto è una vecchia caserma convertita in scuola negli anni ‘20 del secolo scorso, ma dopo la ristrutturazione dei nuovi ambienti è diventato – almeno all’interno – irriconoscibile, al punto da illudere i visitatori che sia stato costruito ieri. Un ambiente fresco, colorato, giocoso, con un nuovo atrio pieno di luce e di installazioni luminose e un atelier ultramoderno, concepito per stimolare il lavoro di gruppo degli alunni e, con esso, l’interscambio culturale e l’attitudine all’apertura e all’integrazione: fattori di particolare importanza in un quartiere periferico e multietnico come questo.

 

Fare Scuola per crescere col “cuore" 

L’iniziativa nasce da una collaborazione tra Enel Cuore Onlus e la fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, che col progetto Fare Scuola, avviato tre anni fa, ha trasformato (grazie all’immaginazione dei 32 architetti coinvolti) 58 istituti primari e dell’infanzia in tutto il Paese con l’obiettivo di arrivare a 75 scuole. Il programma ha coinvolto quasi 180 insegnanti e dirigenti scolastici e oltre diecimila bambini in un cammino di rafforzamento del potenziale creativo basato sui principi della solidarietà, della sostenibilità e della resilienza. E anche della bellezza, dell’armonia estetica.

 

“La scuola ha il dovere di essere bella, di essere un luogo dove alunni e insegnanti vadano volentieri ogni mattina”
– Carla Rinaldi, Presidente di Reggio Children

 

 

Riqualificare gli spazi per aprire le menti 

Nella pratica questi interventi di riqualificazione, finanziati con circa cinque milioni di euro, hanno realizzato nuovi ambienti, laboratori didattici, ridisegnato cortili e atri, creato giardini d’inverno, in altre parole: hanno portato la bellezza che è, per dirla alla Dostoevskij, ciò “che salverà il mondo”. Ma soprattutto hanno riunito gli alunni, i docenti, le famiglie e gli esperti di pedagogia per inventare insieme nuovi percorsi educativi basati sull’ascolto delle esigenze dei bambini e sull’idea di rendere la scuola una sorta di seconda casa per le comunità del territorio, un laboratorio per il futuro.

“La scuola è un luogo prezioso nel quale dobbiamo tornare a investire” ha detto la Presidente di Enel e di Enel Cuore, Patrizia Grieco, durante la cerimonia d’inaugurazione avvenuta alla presenza di Carla Rinaldi, Presidente di Reggio Children, di Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo, e dell’assessore milanese alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino

 

 

“La scuola è la sede in cui si plasma il tessuto umano e sociale di un quartiere, di una città e, quindi, di una nazione: è solo investendo nella cultura e nella formazione dei più giovani che si può costruire il futuro di un Paese”
– Patrizia Grieco, Presidente Enel e Enel Cuore

Una visione che spiega il rilievo di un progetto come Fare Scuola, ideato da due istituzioni “molto diverse fra loro - ha sottolineato Grieco - ma profondamente vicine nella missione e nella visione, che punta a valorizzare lo spazio scolastico come luogo di vita, di creatività e di cultura”.

Un modello così significativo come quello di Fare Scuola, tanto nelle intenzioni di Enel Cuore quanto in quelle di Reggio Children, “non è destinato ad esaurirsi ma a continuare”. Secondo Grieco, Fare Scuola è stato in grado di mostrare come realizzare interventi mirati e ben progettati, con costi tutto sommato contenuti, possa “apportare grandi benefici, attivando un percorso virtuoso di innovazione e di cambiamento”, dando così vita a un modello che vuole essere visto come un riferimento anche per altri soggetti.

 

Scuola motore di cambiamento 

A proposito di benefici, il dirigente della scuola Filzi, Domenico Balbi, ha fatto rilevare come questi si siano fatti sentire prima ancora dell’inaugurazione: “Il nostro è un istituto problematico che sorge in una zona difficile. La quasi totalità degli alunni sono stranieri o di etnia rom, e questo ha fatto sì che la scuola venisse progressivamente ghettizzata dagli italiani, fino a rischiare di vederla scomparire. Tre anni fa abbiamo rischiato di non riuscire a formare nemmeno una prima classe. Ma già dopo l’inizio dei lavori ci siamo resi conto che la percezione è cambiata, ora i genitori italiani non vogliono più portare i figli in un’altra scuola: l’obiettivo del prossimo anno è formare due prime, e sappiamo che ci riusciremo”.

“La nostra visione - ha detto ancora Patrizia Grieco - pone la scuola al centro del territorio e della comunità educante, che cresce e si evolve grazie all’apertura e al dialogo continuativo tra tutti gli attori coinvolti. Solo così si possono cogliere realmente i bisogni educativi dei nostri bambini, rendendoli i veri protagonisti del cambiamento che vogliamo realizzare.”

Che è, in fondo, l’esortazione di Gandhi a essere noi stessi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.