Forum Ambrosetti: una governance comune per la transizione energetica

Pubblicato lunedì, 6 settembre 2021

“Il miglioramento della governance è essenziale per innescare un ciclo virtuoso di investimenti che si traducano in opportunità di lavoro, infrastrutture e miglioramento della qualità della vita delle persone. Lo studio che abbiamo presentato mette in luce la necessità di sciogliere le inefficienze e i nodi che frenano la decarbonizzazione e la crescita.”

– Michele Crisostomo, Presidente Enel

In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) deve ancora essere rivisto alla luce del pacchetto Fit for 55. “Una stima dei nuovi obiettivi al 2030 per il nostro Paese prevede una riduzione del 43% delle emissioni di gas serra, un contributo del 37,9% delle energie rinnovabili e un aumento dell’efficienza energetica del 46,4%. Se tuttavia valutiamo le attuali performance dell’Italia nel raggiungimento di questi obiettivi, emerge un ritardo medio di 29 anni, contro i 19 dell’Europa” ha commentato Valerio De Molli.

È quindi necessario un rapido cambio di rotta, in grado di mettere tanto l’Italia quanto l’Europa nelle condizioni di realizzare gli investimenti necessari a recuperare il ritardo accumulato negli anni. 

“La governance è un fattore chiave per sbloccare gli investimenti e assicurare una rapida, quanto efficace, transizione energetica.”

– Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale

Dalla ricerca emerge che la governance della transizione energetica in Europa deve affrontare tre questioni principali: l’energia come competenza concorrente fra gli Stati membri e l’UE; la crescente esigenza di implementare un nuovo sistema di enforcement “indiretto”; la necessità di rafforzare il nuovo meccanismo di gestione degli obiettivi green. Per quanto riguarda l’Italia, l’efficacia della governance è limitata da cinque fattori:

  • la frammentazione delle responsabilità tra i vari stakeholders a diversi livelli
  • la non uniformità delle norme locali e dell’applicazione a livello locale delle leggi nazionali
  • un debole  impegno delle autorità locali che indebolisce il coinvolgimento delle comunità
  • le inefficienze legate al ruolo degli enti pubblici tecnico-amministrativi
  • la frammentazione della formulazione delle politiche settoriali.

 

Le proposte per favorire la transizione

Per superare le sfide appena evidenziate, lo studio ha messo a fuoco varie proposte, suddivise in base alla rispettiva sfera d’azione: europea (nelle sue due dimensioni interna ed esterna) e italiana. Per quanto riguarda la sfera d’azione italiana, si propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti a fonte rinnovabile e promuovere interventi in favore dell’efficienza energetica, di creare un meccanismo di interazione omogeneo e standardizzato tra le autorità locali da un lato e i distributori di elettricità (Distribution System Operator, DSO) e i gestori dei punti di ricarica (Charge Point Operator, CPO) dall’altro per favorire lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, e infine di promuovere la piena integrazione di distretti industriali e cluster di imprese a livello locale, di ecosistemi di innovazione e di comunità energetiche con la rete di distribuzione nazionale.

“Raggiungere questo obiettivo ci aiuterà ad affrontare la più grande sfida – e a cogliere la più grande opportunità – del nostro tempo. L’Europa, e soprattutto l’Italia, ne usciranno più forti e certamente in una posizione di leadership a livello globale.”

– Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale

Scarica l’executive summary in italiano del report “La Governance Europea della Transizione Energetica”.

Scegli l'energia che fa per te

Scegli l'energia che fa per te

Trova la soluzione migliore per la tua casa o la tua impresa