“Il miglioramento della governance è essenziale per innescare un ciclo virtuoso di investimenti che si traducano in opportunità di lavoro, infrastrutture e miglioramento della qualità della vita delle persone. Lo studio che abbiamo presentato mette in luce la necessità di sciogliere le inefficienze e i nodi che frenano la decarbonizzazione e la crescita.”
In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) deve ancora essere rivisto alla luce del pacchetto Fit for 55. “Una stima dei nuovi obiettivi al 2030 per il nostro Paese prevede una riduzione del 43% delle emissioni di gas serra, un contributo del 37,9% delle energie rinnovabili e un aumento dell’efficienza energetica del 46,4%. Se tuttavia valutiamo le attuali performance dell’Italia nel raggiungimento di questi obiettivi, emerge un ritardo medio di 29 anni, contro i 19 dell’Europa” ha commentato Valerio De Molli.
È quindi necessario un rapido cambio di rotta, in grado di mettere tanto l’Italia quanto l’Europa nelle condizioni di realizzare gli investimenti necessari a recuperare il ritardo accumulato negli anni.
“La governance è un fattore chiave per sbloccare gli investimenti e assicurare una rapida, quanto efficace, transizione energetica.”
Dalla ricerca emerge che la governance della transizione energetica in Europa deve affrontare tre questioni principali: l’energia come competenza concorrente fra gli Stati membri e l’UE; la crescente esigenza di implementare un nuovo sistema di enforcement “indiretto”; la necessità di rafforzare il nuovo meccanismo di gestione degli obiettivi green. Per quanto riguarda l’Italia, l’efficacia della governance è limitata da cinque fattori:
- la frammentazione delle responsabilità tra i vari stakeholders a diversi livelli
- la non uniformità delle norme locali e dell’applicazione a livello locale delle leggi nazionali
- un debole impegno delle autorità locali che indebolisce il coinvolgimento delle comunità
- le inefficienze legate al ruolo degli enti pubblici tecnico-amministrativi
- la frammentazione della formulazione delle politiche settoriali.
Le proposte per favorire la transizione
Per superare le sfide appena evidenziate, lo studio ha messo a fuoco varie proposte, suddivise in base alla rispettiva sfera d’azione: europea (nelle sue due dimensioni interna ed esterna) e italiana. Per quanto riguarda la sfera d’azione italiana, si propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti a fonte rinnovabile e promuovere interventi in favore dell’efficienza energetica, di creare un meccanismo di interazione omogeneo e standardizzato tra le autorità locali da un lato e i distributori di elettricità (Distribution System Operator, DSO) e i gestori dei punti di ricarica (Charge Point Operator, CPO) dall’altro per favorire lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, e infine di promuovere la piena integrazione di distretti industriali e cluster di imprese a livello locale, di ecosistemi di innovazione e di comunità energetiche con la rete di distribuzione nazionale.
“Raggiungere questo obiettivo ci aiuterà ad affrontare la più grande sfida – e a cogliere la più grande opportunità – del nostro tempo. L’Europa, e soprattutto l’Italia, ne usciranno più forti e certamente in una posizione di leadership a livello globale.”
Scarica l’executive summary in italiano del report “La Governance Europea della Transizione Energetica”.