Forum Ambrosetti: una governance comune per la transizione energetica

Forum Ambrosetti: una governance comune per la transizione energetica

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Gestire efficacemente la transizione energetica è il presupposto essenziale non solo per garantire la sostenibilità del sistema energetico, ma anche per cogliere un’imperdibile occasione di creare valore e opportunità di lavoro. Per aprire la strada agli investimenti e raggiungere nei tempi previsti gli ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione, però, è necessario superare gli attuali ostacoli nella governance della transizione energetica - definita come l’insieme di ruoli, regole, procedure e strumenti finalizzati a raggiungere obiettivi strategici e operativi.

È quanto emerge dallo studio European Governance of the Energy Transition che abbiamo realizzato insieme a Enel Foundation e The European House - Ambrosetti, e presentato lo scorso 4 settembre durante la 47a edizione del Forum Ambrosetti “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” nella consueta cornice di Villa d’Este a Cernobbio (Como).

La ricerca, illustrata durante l’evento da Francesco Starace, nostro AD e Direttore Generale , Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House - Ambrosetti, e Stefano Manservisi, membro della Task Force Internazionale Indipendente sull’azione Creativa per il Clima, Sciences Po - Paris School of International Affairs, parte dall’analisi della realtà dei fatti. I cambiamenti climatici sono la più grande sfida del nostro tempo, una minaccia globale che trascende i confini dei singoli Stati e ha conseguenze dirette sulla vita di tutti noi. Dagli anni ’90 l’Unione Europea gioca un ruolo di primo piano a livello internazionale in questa lotta, adottando politiche ad hoc e dandosi obiettivi molto ambiziosi per ridurre l’emissione di gas a effetto serra, incrementare la quota di energia da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica. Di recente la Commissione Europea ha ulteriormente alzato l’asticella, arrivando nel luglio di quest’anno a portare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra dal precedente 40% ad almeno il 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Un traguardo ambizioso, che nel prossimo decennio vuole consolidare la posizione della UE come leader globale della transizione energetica. “La decisione dell’UE conferma che la decarbonizzazione è al centro della costruzione dell’Europa del futuro. Questa è senza dubbio una sfida e, al tempo stesso, la più grande opportunità che l’Europa abbia mai avuto nella sua storia recente” ha commentato Starace. “Colmare il gap negli investimenti nel settore energetico con i 3.564 miliardi di euro necessari a raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 nell’Unione Europea (186 miliardi di euro in Italia) potrebbe avere un impatto cumulativo sul Pil di 8.126 miliardi di euro (424 miliardi di euro in Italia). D’altro canto, l’analisi rimarca che, al passo attuale, l’Europa centrerebbe il nuovo obiettivo per le rinnovabili fissato dal pacchetto Fit for 55 soltanto nel 2043”.

Moltiplicare gli sforzi

L’Europa ha dunque un’occasione senza precedenti per varare investimenti commisurati a questa sfida. Il Next Generation EU, piano pluriennale da 750 miliardi di euro finalizzato a creare un’Europa più connessa, sostenibile e resiliente, è il fulcro della strategia per la ripresa. L’Italia ne è la principale beneficiaria e ha redatto un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ammonta a circa 235 miliardi di euro, di cui il 30% destinato alla “rivoluzione verde”. Gli investimenti nei settori coinvolti nel processo di transizione energetica genererebbero infatti benefici a cascata, sia in Europa che in Italia, con importanti effetti su tutto l’indotto.

“Il miglioramento della governance è essenziale per innescare un ciclo virtuoso di investimenti che si traducano in opportunità di lavoro, infrastrutture e miglioramento della qualità della vita delle persone. Lo studio che abbiamo presentato mette in luce la necessità di sciogliere le inefficienze e i nodi che frenano la decarbonizzazione e la crescita.”

Michele Crisostomo, Presidente Enel

In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) deve ancora essere rivisto alla luce del pacchetto Fit for 55. “Una stima dei nuovi obiettivi al 2030 per il nostro Paese prevede una riduzione del 43% delle emissioni di gas serra, un contributo del 37,9% delle energie rinnovabili e un aumento dell’efficienza energetica del 46,4%. Se tuttavia valutiamo le attuali performance dell’Italia nel raggiungimento di questi obiettivi, emerge un ritardo medio di 29 anni, contro i 19 dell’Europa” ha commentato Valerio De Molli.

È quindi necessario un rapido cambio di rotta, in grado di mettere tanto l’Italia quanto l’Europa nelle condizioni di realizzare gli investimenti necessari a recuperare il ritardo accumulato negli anni. 

Dalla ricerca emerge che la governance della transizione energetica in Europa deve affrontare tre questioni principali: l’energia come competenza concorrente fra gli Stati membri e l’UE; la crescente esigenza di implementare un nuovo sistema di enforcement “indiretto”; la necessità di rafforzare il nuovo meccanismo di gestione degli obiettivi green. Per quanto riguarda l’Italia, l’efficacia della governance è limitata da cinque fattori:

  • la frammentazione delle responsabilità tra i vari stakeholders a diversi livelli
  • la non uniformità delle norme locali e dell’applicazione a livello locale delle leggi nazionali
  • un debole  impegno delle autorità locali che indebolisce il coinvolgimento delle comunità
  • le inefficienze legate al ruolo degli enti pubblici tecnico-amministrativi
  • la frammentazione della formulazione delle politiche settoriali.

 

Le proposte per favorire la transizione

Per superare le sfide appena evidenziate, lo studio ha messo a fuoco varie proposte, suddivise in base alla rispettiva sfera d’azione: europea (nelle sue due dimensioni interna ed esterna) e italiana. Per quanto riguarda la sfera d’azione italiana, si propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti a fonte rinnovabile e promuovere interventi in favore dell’efficienza energetica, di creare un meccanismo di interazione omogeneo e standardizzato tra le autorità locali da un lato e i distributori di elettricità (Distribution System Operator, DSO) e i gestori dei punti di ricarica (Charge Point Operator, CPO) dall’altro per favorire lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, e infine di promuovere la piena integrazione di distretti industriali e cluster di imprese a livello locale, di ecosistemi di innovazione e di comunità energetiche con la rete di distribuzione nazionale.

Scarica l’executive summary in italiano del report “La Governance Europea della Transizione Energetica”.