Una seconda vita per gli impianti

La rivoluzione green e i cambiamenti nel modo di produrre, gestire, distribuire e usare l’energia stanno determinando – a catena – benefici dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Un percorso che coinvolge anche i nostri impianti: ci poniamo l’obiettivo di valorizzare questo patrimonio industriale e dare una seconda vita ai siti delle centrali termoelettriche attraverso un processo di riqualificazione e nuovo sviluppo, fondato sui principi chiave di economia circolare, sostenibilità, innovazione e condivisione con le comunità e le istituzioni locali.

Un approccio circolare e innovativo condiviso con il territorio

La riqualificazione degli impianti ha come priorità la valorizzazione degli asset esistenti che diventeranno così innovativi poli integrati, dove convivranno diverse tecnologie utili ad accelerare la transizione energetica, in particolare sistemi di accumulo e nuove risorse rinnovabili. Come nel caso della centrale "Alessandro Volta" a Montalto di Castro dove nascerà una fabbrica di tracker, i dispositivi che permettono ai pannelli fotovoltaici di orientarsi e seguire il sole nel corso della giornata. Un sito che vedrà ulteriori sviluppi energetici ma anche culturali in quanto sarà protagonista di un intervento di rinascita all’insegna dell’arte con il progetto del "Museo della Transizione Energetica”: un innovativo polo museale con spazi dedicati alla formazione e alla divulgazione del tema, aree espositive che ospiteranno installazioni artistiche e percorsi di visita che restituiscono valore al territorio. Un luogo di attrazione che sposa la produzione di energia rinnovabile con la storia e la natura che lo circonda e che avrebbe la capacità di accogliere oltre un milione di turisti l’anno.

“Farlo all’interno della centrale di Montalto di Castro ha un valore anche simbolico e arricchisce ulteriormente il programma di valorizzazione del sito, che sarà il più grande dei nostri poli energetici integrati e multifunzionali in Italia. Grazie a uno spazio innovativo e aperto, potremo coinvolgere anche i più giovani.”

– Nicola Lanzetta, Direttore Italia

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Laddove, quindi, la potenzialità di nuovo sviluppo in ambito energetico non sia presente o lo sia solo in parte, lavoriamo per individuare progetti imprenditoriali in ambiti differenti da integrare nei siti degli impianti, con esempi che vanno dalla logistica al turismo sostenibile, come per Porto Tolle che diventerà un polo turistico innovativo in un’area patrimonio Unesco.

“Grazie a questo intervento, un impianto industriale che ha partecipato attivamente alla vita e alla storia della comunità locale, diverrà punto di partenza per nuove opportunità e occasioni di sviluppo. Un risultato che è possibile ottenere solo tracciando un percorso condiviso e attraverso un lavoro di squadra con tutti gli stakeholder locali destinato a proseguire nei prossimi anni a beneficio del territorio e dell’Italia”

– Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale

Un circolo virtuoso, basato su partnership e sinergie, che si auto-alimenta contribuendo alla crescita dell’Italia grazie all’impegno di tutti gli stakeholder coinvolti.

L’energia entra in una nuova dimensione

La transizione energetica in cui siamo in prima linea comporta quindi la riprogettazione delle centrali per renderle più sostenibili e circolari. Per questo abbiamo lanciato quattro concorsi per ricercare soluzioni architettoniche in grado di trasformare gli impianti in infrastrutture moderne ed efficienti.

Le centrali coinvolte sono Eugenio Montale a La Spezia, Andrea Palladino a Fusina, Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e Federico II a Brindisi, siti che hanno contribuito allo sviluppo industriale e sociale del Paese e sono fortemente legati ai territori che li ospitano.

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Con questa iniziativa coinvolgiamo stakeholder locali, architetti e designer, il cui contributo è fondamentale per dare forma a nuovi poli energetici al passo con i tempi, promuovendo lo sviluppo del territorio e puntando su innovazione tecnologica, sostenibilità ed economia circolare. Sono questi i criteri di valutazione per la selezione dei progetti che renderanno questi siti aperti alla fruizione da parte delle comunità e capaci di accelerare concretamente il percorso di transizione in atto.

Proprio questa è la dimensione culturale della trasformazione energetica: non una sola impresa o una sola categoria professionale coinvolta, ma un processo a tutto tondo, trasversale alle generazioni, ai segmenti economici e alle competenze, realizzabile solo attraverso un’azione sinergica e collettiva.

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