Geotermia, due secoli di eccellenza italiana

Geotermia, due secoli di eccellenza italiana

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In quale Paese è nata l’opera lirica? In Italia, ovvio. Quale Paese ha il maggior numero di siti classificati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità? L’Italia, è noto. Qual è il primo produttore mondiale di vino? Ancora l’Italia. In quale Paese il calore della Terra è diventato un’industria? Sì, in Italia.

Se le nostre eccellenze artistiche ed enogastronomiche sono giustamente celebri nel mondo, i nostri primati scientifici e industriali sono altrettanto importanti. Come la nascita della geotermia, una delle prime fonti rinnovabili a essere valorizzate a scopi industriali ed energetici.

 

Un giovane ingegnere 

8 maggio 1818. A Montecerboli, nel Granducato di Toscana, il giovane ingegnere e imprenditore Francesco Giacomo Larderel, di origini francesi, avvia i lavori per realizzare il suo grande sogno: il primo impianto al mondo per estrarre l’acido borico dal vapore geotermico e produrre, così, boro a scopi chimici e farmaceutici.

Nasce così la geotermia industriale. Come sempre avviene, non è stato un inizio da zero. Le acque termali toscane erano conosciute e usate già dai romani e, poco lontano da lì, a Monterotondo Marittimo, nel 1777 era stato scoperto l’acido borico.

Larderel, però, ha avuto due grandi meriti: pensare all’uso industriale del vapore geotermico e ideare una tecnica di estrazione efficiente. Per questo è stato ricompensato, anche con il titolo di Conte concesso dal Granduca Leopoldo II e con un altro meritatissimo onore: la culla mondiale della geotermia è stata ribattezzata Larderello, una frazione di Pomarance, provincia di Pisa.

 

Da Larderello al mondo 

Da allora Larderello è stata protagonista di altri primati geotermici. Il 4 luglio 1904 Piero Ginori Conti, erede della ditta di Larderel, con un semplice generatore, costituito da una dinamo alimentata dal calore geotermico, accese cinque lampadine. Per la prima volta nella storia l’uomo generava elettricità a partire dalle risorse rinnovabili provenienti dal cuore della terra.

Il seguito non ha tradito le premesse. Nel 1911 Larderello vide sorgere una vera e propria centrale geotermica: la prima al mondo e per decenni anche l’unica su scala industriale. Già nel 1916 l’impianto era in grado di alimentare non solo la località di Larderello ma anche la città di Volterra.

Oggi l’area di Larderello, in provincia di Pisa, è uno dei centri della geotermia mondiale: gli impianti della zona, gestiti dal nostro Gruppo attraverso Enel Green Power, hanno una potenza complessiva di 800 MW e riforniscono di elettricità oltre 10mila utenze, tra abitazioni private, servizi pubblici e attività industriali. In tutta la Toscana, fra le province di Pisa, Siena e Grosseto, gli impianti geotermici di EGP sono 34, e soddisfano oltre il 30% del fabbisogno elettrico regionale con energia rinnovabile e sostenibile.

Naturalmente le tecniche sono sempre più innovative. In particolare a Castelnuovo Val di Cecina abbiamo abbinato alla centrale geotermica un impianto a biomasse: un complesso di fonti rinnovabili innovativo, il primo al mondo nel suo genere. Inoltre cinque comuni toscani (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora e Monteverdi Marittimo) usano il calore geotermico anche per il riscaldamento.

 

“Sono trascorsi 200 anni ma questa vecchia ed elegante signora che è la geotermia mantiene uno spirito giovane grazie alla sua costante vocazione all’innovazione e alla sostenibilità. L’eccellenza tecnologica del settore geotermico consente di percorrere strade innovative e di ottimizzare costantemente l’attività su tutti i fronti, dall’efficienza degli impianti ai processi di digitalizzazione fino all’inserimento ambientale”

– Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power

Forti di queste esperienze, ma anche di due secoli di geotermia italiana, abbiamo portato le nostre tecnologie nel resto del mondo. Nel 2017 abbiamo inaugurato a Ollagüe, sull’altopiano andino nel nord del Cile, la centrale geotermica di Cerro Pabellón, la prima dell’America meridionale e la più alta al mondo.

Negli Stati Uniti, poi, abbiamo realizzato due impianti avveniristici che integrano le diverse fonti rinnovabili: quello di Stillwater, nel Nevada, che unisce geotermia, solare termico e fotovoltaico, e quello di Cove Fort, nello Utah, che coniuga tecnologie geotermiche e idroelettriche. Due esempi di eccellenza che pongono il nostro Gruppo all’avanguardia della tecnologia geotermica.

 

Il turismo geotermico 

In tutto ciò non ci siamo dimenticati delle origini. A Larderello, proprio nel palazzo del Conte Larderel, già dagli anni Cinquanta era nato il Museo della Geotermia, che ne racconta la nascita, gli sviluppi e i vantaggi; nel 2017 abbiamo aperto una nuova ala, dedicata a visite riservate e su prenotazione.

Il museo, integrato in un circuito turistico geotermico, ha dato vita a un nuovo filone che rende ancora più ricca l’offerta della Toscana: solo nel 2017 sono stati più di 60mila i turisti geotermici. L’itinerario comprende, oltre al museo, il Parco delle Biancane con le sue rocce rese bianche dal vapore, il Parco delle Fumarole di Sasso Pisano, i soffioni boraciferi a San Federigo e il percorso intorno agli impianti di Enel Green Power di Bagnore 3 e Bagnore 4, dotato di pannelli informativi. Inoltre, nel 2017, l’evento “Centrali aperte” organizzato da EGP ha consentito ai turisti di visitare l’impianto geotermico di Chiusdino, in provincia di Siena.

In occasione del bicentenario della geotermia, l’8 maggio scorso, abbiamo organizzato insieme al CNR un evento di due giorni per celebrare la ricorrenza e approfondire il tema della geotermia sostenibile: un convegno a Pisa e una visita guidata a Larderello. Un modo per ricordare degnamente l’impresa pionieristica di Larderel, ma anche l’eccellenza scientifica italiana di ieri e di oggi.