Da Nord a Sud, in bici sulle dighe

Da Nord a Sud, in bici sulle dighe

Capolavori di ingegneria, simboli del territorio, suggestivi scenari naturalistici nascosti. Le dighe di Enel Green Power in Italia sono tesori ancora in gran parte sconosciuti che è possibile scoprire seguendo le indicazioni di una nuova guida.

Il nostro Gruppo, insieme al Sole 24 Ore, presenta “In bici sulle dighe”, progetto naturalistico e culturale che vuole far conoscere non solo i dati tecnici delle infrastrutture e le loro caratteristiche di sostenibilità, ma anche i percorsi più suggestivi per raggiungerle, i legami con la storia locale e del Giro d’Italia, gli sport da praticare nelle vicinanze con la famiglia, aggiungendo sempre qualche prezioso consiglio gastronomico. Sul sito del più importante quotidiano economico nazionale è disponibile una sezione speciale dove sono raccontate 12 tra le dighe che hanno cambiato l’Italia in meglio: due si trovano in Lombardia (Val Vestino e Campomoro), tre in Piemonte (Entracque, Rochemolles e Morasco), oltre che in Trentino (Fedaia), Abruzzo (Campotosto), Sicilia (Ancipa) e Sardegna (Coghinas), con immancabili tappe anche in Calabria (Cecita), Molise (Castel San Vincenzo) e Toscana (Asta del fiume Serchio).

Dalle Alpi agli Appennini, per arrivare alle grandi isole mediterranee, pedaliamo lungo il Belpaese con un team d’eccezione: una squadra di top manager Enel appassionati delle due ruote si misura sulle salite alle dighe più impegnative, in compagnia dell’ex ciclista e commentatore televisivo Paolo Savoldelli.

All’interno della sezione del Sole 24 Ore, è possibile trovare le schede che raccontano gli impianti coinvolti nel progetto, con informazioni sulle zone servite in termini di energia e sulla riduzione di emissioni CO2, ma anche numerosi dossier dedicati al territorio, agli itinerari turistici, ai fatti storici più significativi e agli sport che si possono praticare nella zona con la famiglia. Per gli appassionati di cucina, le note gourmet consigliano anche una ricetta di facile realizzazione, mentre i più curiosi possono leggere le “storie a pedali” dedicate a un ciclista originario della zona o a qualche importante episodio agonistico.  

Inoltre, grazie al lancio di una Challenge su Strava, l’app numero uno per corridori e ciclisti, tutti avranno la possibilità, dal 21 luglio al 21 agosto, di stabilire nuovi record nella conquista delle 12 dighe.

 

Dodici motivi per mettersi in sella 

Ognuna delle dighe riserva meraviglie e curiosità, per cui conviene cominciare dagli impianti più vicini a dove si abita. O da quelli più importanti. Oppure dalle località che conservano ricordi vivi delle imprese passate. Se siete indecisi, qualche spunto potrà mettervi sulla giusta strada. Con Enel, le energie per lanciarsi alla scoperta dell’Italia non mancano mai.

Ponte Cola 

La diga di Ponte Cola, in Val Vestina, è stata costruita sul punto esatto dove un tempo correva il confine fra l’Impero Austroungarico e l’Italia: alta 125 metri e con una capacità d’invaso di 52 milioni di metri cubi, è un impressionante colosso ingegneristico che alimenta a valle, direttamente sul lago di Garda, la centrale Enel Green Power di Gargano (Brescia). Proprio per le sue dimensioni, la diga è chiamata “il fiordo norvegese sopra il Garda”.

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Alpe Gera e Campo Moro 

Nei due serbatoi artificiali di Alpe Gera e Campo Moro, in Valmalenco, sono convogliate le acque degli imponenti ghiacciai alpini del Scerscen, del Fellaria e del Disgrazia: una cornice paesaggistica spettacolare. Il loro regime è tanto abbondante che fa della Valmalenco e dell’intera provincia di Sondrio la prima in Italia per produzione idroelettrica (mediamente il 12% circa del fabbisogno nazionale).

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Entracque 

Entracque si trova, invece, l’impianto idroelettrico più grande d’Italia, le cui opere civili sono state costruite tutte all’interno della montagna, scavando milioni di metri cubi di roccia. La sua potenza complessiva è dello stesso ordine di grandezza della punta massima di potenza assorbita dalla Provincia di Torino. Gestisce le acque del lago Rovina, a oltre 1.500 metri d’altezza, nell’importante riserva faunistica del Parco Alpi Marittime. Con circa 5 GWh di produzione all’anno, permette di risparmiare l’equivalente di 2.000 tonnellate annue di CO2 emessa in atmosfera.

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Rochemolles 

La diga di Rochemolles, sempre in Provincia di Torino, è stata costruita dalle Ferrovie dello Stato fra il 1924 e il 1930 per creare un bacino di regolazione dell’energia producibile nella centrale idroelettrica di Bardonecchia: questa, a sua volta, era utilizzata per generare la forza motrice necessaria all’elettrificazione della ferrovia del Frejus che collega Torino con la località francese di Modane, attraverso la Val Susa e il traforo del Frejus. Si trova nei pressi del Colle del Sommelier (2.993 metri), al confine fra i due Stati, dove si snoda una delle strade carrozzabili più alte d’Europa.

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Morasco 

Allo sbocco della Valle di Gries sorge la diga di Morasco, che alimenta col suo scarico la famosa cascata del fiume Toce: con un salto di 143 metri, è considerata una delle più scenografiche dell’intero arco alpino. Il getto si ingrossa in fasce orarie prestabilite, solitamente fra giugno e settembre, con portate fra i 6 e gli 8 metri cubi al secondo. La cascata è ricordata dai tifosi ciclistici per esser stata anche la tappa dell’ultimo scatto del “pirata” Marco Pantani, vincitore nel 1998 del Giro d’Italia e del Tour de France.  

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Fedaia 

Il bacino della Fedaia, formato da due sbarramenti, è conosciuto invece come la Perla delle Dolomiti, perché occupa buona parte del pianoro ai piedi del ghiacciaio della Marmolada, il più alto delle montagne Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Nella centrale Malga Ciapela sono conservati i sorprendenti mosaici astratti dell’artista Mario Deluigi.

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Campotosto 

Dell’antico lago di Campotosto, nei pressi del Gran Sasso, era sopravvissuta agli inizi del secolo scorso solo una palude. Grazie a tre sbarramenti realizzati negli anni ‘30 e ‘40, gli impianti idroelettrici sul fiume Vomano di Enel Green Power lo hanno riportato in vita con una capacità di ben 217 milioni di metri cubi: il secondo invaso artificiale più grande d’Europa. Oltre a soddisfare il fabbisogno energetico di quasi 200mila famiglie e ad abbattere 318mila tonnellate di emissioni di CO2, il serbatoio abruzzese funge anche da scorta per il sistema irriguo della valle del Vomano, contribuendo alle attività estive con una riserva di circa 65 milioni di metri cubi di acqua. 

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Ancipa 

Contro gli effetti della siccità, la Sicilia centrale può contare sul “lago Sartori”, creato dalla diga Enel Green Power di Ancipa. Si trova a 944 metri sul livello del mare, nel mezzo del Parco dei Nebrodi: sviluppa una simbiosi perfetta con la vegetazione boschiva locale, costituita da faggi e roverelle, favorendo la proliferazione dei funghi. L’area è infatti una delle mete micologiche più importanti della Sicilia, ma l’ampia disponibilità di acqua ha anche rilanciato negli anni ‘50 le ormai impoverite attività agricole del territorio.  

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Coghinas 

Punto di riferimento per l’intera Sardegna, l’impianto del Coghinas ha tagliato il traguardo dei 90 anni mettendo al primo posto la difesa della biodiversità: nel 2015 è stato creato un sistema di scale di risalita per facilitare la riproduzione delle anguille, permettendo ai pesci di spostarsi in continuità fra il lago artificiale e il letto del fiume. Produce 70mila Megawatt all’anno per un bacino di 25mila famiglie nella provincia di Olbia-Tempio, con un tasso d’abbattimento di CO2 di circa 45mila chilogrammi. 

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Cecita 

Le acque del lago Cecita, il bacino artificiale realizzato per la produzione elettrica sul massiccio della Sila (Cosenza), sostengono l’agricoltura locale con risultati eccellenti. La patata silana ha infatti ricevuto la certificazione Igp dalla Commissione Europea, potendo contare su un invaso di 121 milioni di metri cubi circa, preservato grazie a un arco-gravità a doppia curvatura in calcestruzzo cementizio di 55 metri. L’impianto si trova nei pressi del Colle dell’Esca, fra le salite più ripide e impegnative della Calabria (vetta a 1.490 metri), con pendenze del 15%.

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Castel San Vincenzo 

Attraverso lo sbarramento del Rio Salzera, in Molise, è stato possibile realizzare l’invaso artificiale del lago di Castel San Vincenzo per alimentare la centrale idroelettrica di Rocchetta. Una riserva naturale che, oltre a soddisfare il fabbisogno energetico di 500 famiglie e a offrire riparo agli uccelli che migrano sulla rotta Africa-Nord Europa, ha trasformato il territorio in un’area di forte interesse turistico: da Castel San Vincenzo partono le escursioni verso i monti Mainarde del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ma anche le visite ai resti archeologici dell’importante abbazia del paese, fondata nel VII secolo da San Benedetto da Norcia e divenuta poi una delle più importanti in Europa. 

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Vagli 

Il bacino idrografico del Serchio, nei territori delle Province di Lucca e Pistoia, è uno dei maggiori in Italia: sono presenti 11 dighe, 3 sbarramenti e 23 centrali idroelettriche, per una produzione di 540 GWh. La diga di Vagli è diventata molto popolare, dopo che il suo invaso è stato svuotato nel 1994 riportando alla luce il “paese sommerso” di Fabbriche di Careggine. Altra attrattiva in zona è il Ponte del Diavolo che attraversa la diga di Borgo a Mozzano, risalente all’XI secolo e circondato da una sinistra leggenda popolare che ne ha fatto il set per molti spot pubblicitari.