Porto Tolle, dall’energia al turismo

Porto Tolle, dall’energia al turismo

Porto Tolle. Per quasi vent’anni da qui è arrivato un decimo dell’intera produzione italiana di energia. Poi, all’inizio del Duemila, l’evoluzione dello scenario energetico nazionale ha portato a una progressiva riduzione dell’attività della centrale, fino alla cessata produzione nel 2009 e alla dismissione nel 2015. Entro quattro anni, del sito industriale del Delta del Po non resterà che la ciminiera di 250 metri, la più alta d’Italia. Dritta sulla pianura, continuerà a indicare la rotta ai naviganti in cerca di orientamento nelle acque della laguna, ma anche il futuro per l’intero territorio del Polesine: una nuova possibilità di sviluppo nel segno della riqualificazione ambientale e del turismo sostenibile.

Dal 2023 il sito diventerà un polo turistico innovativo e sostenibile. Si chiamerà Delta Farm e sarà realizzato da Human Company, Gruppo fiorentino leader in Italia nel settore del turismo all’aria aperta con 4 milioni di presenze l’anno.

I dettagli del progetto di riqualificazione dell’area sono stati illustrati il 28 giugno a Venezia, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Balbi, sede della Regione. Tra i partecipanti Luca Zaia, Presidente della Regione, Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel, Claudio Cardini e Marco Galletti, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Human Company, e Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle. Un’occasione per annunciare la firma del preliminare di vendita per la cessione a Human Company del sito, collocato in un luogo unico, patrimonio dell’umanità e riserva della biosfera Unesco.

Un grande lavoro di squadra

Trovare un progetto che potesse prendere il posto della centrale non è stato semplice. Non si trattava solo di insediare una nuova attività, ma di individuare una proposta, condivisa con le comunità locali, in grado di garantire un livello di sviluppo e di occupazione paragonabili a quelli del vecchio impianto industriale a olio combustibile che per anni è stato una colonna portante del sistema elettrico nazionale nel Nord-Est. “Era ancora in corso il tentativo di riconversione a carbone di Porto Tolle che però non aveva più futuro – ha ricordato Starace – quando abbiamo deciso di aprire a nuove idee, qualunque idea, purché accompagnata da un progetto fattibile e che poi raccogliesse il consenso di tutti, delle istituzioni, delle imprese, delle associazioni del territorio e, in particolare, delle parti sociali”.

Ed è questo il senso profondo del nostro programma per la riqualificazione in tutta Italia delle centrali termoelettriche non più in uso e di un’ex area mineraria.

Nel 2016 il nostro Gruppo, con il supporto del Politecnico di Milano, ha avviato un concorso di progetti per la vendita e la riqualificazione del sito di Porto Tolle, chiedendo proposte sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.

Dopo un’attenta valutazione, la commissione giudicatrice ha selezionato quello di Human Company. “Questo progetto ha messo d’accordo tutti, ed è interessante sapere che alla fine l’indotto che vi lavorerà sarà maggiore di quello che lavorava nella centrale”, ha sottolineato Starace.

“Siamo entusiasti di questa firma e di questo importante investimento che ci permette di cavalcare i nostri obiettivi di sviluppo attraverso la conversione a destinazione turistica vera e propria di un’area patrimonio Unesco come quella di Porto Tolle”, ha dichiarato Galletti che ha proseguito: “la creazione di posti di lavoro per la comunità locale e di un indotto economico sostanziale ci rende ancora più orgogliosi di essere i protagonisti insieme ad Enel di questo grande progetto”.

Human Company, ha ricordato l’Ad, vuole proporre una formula di vacanza a basso impatto ambientale, “di altissima qualità e a buon prezzo”, a contatto con la natura e aperto a tutti. Il sito di Porto Tolle seguirà questa stessa logica. Del vecchio impianto resterà in piedi la ciminiera, mentre il resto delle strutture saranno demolite o adibite a nuovi usi se funzionali al nuovo progetto. “Si tratta di un grande esercizio di economia circolare: tutto quello che sarà tirato giù sarà riutilizzato o riciclato”, ha commentato Starace.

Un volano per lo sviluppo del Polesine

Per realizzare il polo turistico, il Gruppo fiorentino investirà circa 60 milioni di euro, mentre Enel contribuirà ai lavori di demolizione. Delta Farm sorgerà nell'area sud dell'ex centrale, su una superficie di 110 ettari, 20 dei quali ad area boschiva, e potrà ospitare fino a 8 mila turisti al giorno, con aree ricettive destinate alle diverse tipologie di ospitalità open air, dalle piazzole (2.000-2.200) alle case mobili di ultima generazione. All’interno ci sarà spazio per attività commerciali, botteghe artigianali, imprenditori locali, mercati ittici e dedicati alle eccellenze agro-alimentari del Polesine e alla floricoltura. L'occupazione diretta prevista è di 400 addetti.

Il progetto prevede, in particolare, la realizzazione di un villaggio turistico all’aria aperta, di un polo per gli sport acquatici, di un centro visite per la valorizzazione delle eccellenze ambientali e paesaggistiche e di uno per lo sviluppo delle produzioni ittiche e agricole tipiche.

Attraverso ecosostenibilità, innovazione e valorizzazione del territorio, Delta Farm punta ad attirare i flussi turistici internazionali in una regione che, secondo i dati dell’Osservatorio sul turismo all’aria aperta realizzato da Human Company e Travel Appeal, è prima nell’attenzione di italiani e stranieri che scelgono la formula open air.

Per il sindaco Pizzoli la struttura “potrebbe diventare una vera svolta non solo per il nostro comune ma per tutto il Delta con effetti positivi in tutta la Regione del Veneto”. Soddisfazione anche da parte di Zaia: “La riqualificazione dell’area rappresenta per il Veneto un modello di riconversione che intendiamo diventi un esempio da riproporre e adattare anche in altri contesti regionali. È un progetto innovativo, reso possibile grazie ad un’alleanza strategica tra Enel, Comune e Human Company”. 

Lavori in corso, guardando al 2023

Il cronoprogramma per la realizzazione del nuovo villaggio turistico, ha spiegato Galletti, è di 36 mesi a partire dalle demolizioni e dalla fine delle caratterizzazioni ambientali. Una parte dei lavori di demolizione sono già partiti. “Abbiamo cominciato a rimuovere le caldaie e le coibentazioni – ha affermato Starace – e adesso mancano ancora alcune caratterizzazioni specifiche su alcune parti del sito funzionali alla realizzazione del nuovo villaggio turistico, in particolare quelle dove andranno i camper, ci stiamo lavorando con l’Arpa. Conclusa questa fase inizierà il lavoro vero e proprio di demolizione e ricostruzione, le due cose procederanno in parallelo”. L’obiettivo, ha concluso Galletti, è aprire Delta Farm per la stagione turistica 2023: “Crediamo che su questo territorio si possa fare qualcosa di davvero unico, destinato a diventare un’attrazione internazionale. La ciminiera dell’ex centrale ne diventerà il simbolo”.

Una rinascita che passa per i valori della condivisione, dell’economia circolare, della sostenibilità. Gli stessi al centro della strategia del nostro Gruppo.