Sviluppo sostenibile: la crescita che fa bene all’ambiente, all’economia e alle persone

Sviluppo sostenibile: la crescita che fa bene all’ambiente, all’economia e alle persone

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Come lo sviluppo sostenibile migliorerà il nostro futuro: capiamone l'importanza 

Lo sviluppo sostenibile è un approccio multidisciplinare attraverso cui si vuole coniugare crescita economica e tutela ambientale, generando benefici trasversali per le generazioni presenti e future. 

Con il supporto dell’innovazione scientifica e tecnologica, lo sviluppo sostenibile vuole teorizzare e applicare strategie capaci da un lato di contribuire alla decarbonizzazione della società, alla diffusione delle fonti rinnovabili e all’affermazione dei principi delleconomia circolare, e dall’altro di veicolare benefici tangibili sul fronte della produzione industriale, dell’occupazione lavorativa, del benessere e della sicurezza di un Paese. 

In questa prospettiva, lo sviluppo sostenibile si connota come lo strumento principale per trasformare le nostre responsabilità verso l’ambiente, fino a poco tempo fa percepite come un freno alla crescita economica, in un volano di opportunità, progresso e innovazione

 

Sviluppo Sostenibile, definizione

Lo sviluppo sostenibile è un concetto introdotto negli anni Ottanta per indicare un modello di crescita economica capace di assicurare “il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”, come si legge nella definizione contenuta nel rapporto “Our Common Future”, pubblicato nel 1987 dalle Nazioni Unite.

 

La storia dello sviluppo sostenibile

Noto come Rapporto Brundtland, “Our Common Future” descriveva con chiarezza l'obiettivo dello sviluppo sostenibile, nel tentativo di dare una forma concreta al concetto di sostenibilità precedentemente introdotto nel 1972 durante la prima conferenza ONU sull’ambiente. Bisognerà aspettare altri vent’anni prima che lo sviluppo sostenibile, durante la conferenza ONU del 1992, divenga ufficialmente un nuovo modello di riferimento riconosciuto a livello internazionale.

Nel frattempo, con l’aggravarsi del cambiamento climatico, la causa dello sviluppo sostenibile comincia ad acquisire sempre più rilevanza – basti citare il Protocollo di Montreal del 1987, che per la prima volta impone con successo limiti precisi alle emissioni di biossido di zolfo dei siti industriali. Un intento rafforzato 10 anni dopo dal Protocollo di Kyoto, dove viene chiaramente esplicitata la collaborazione internazionale tra politica, industria e società civile per diminuire drasticamente le emissioni di CO2.

Altri passaggi fondamentali nella transizione verso lo sviluppo sostenibile sono citati nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), in cui viene ribadito l’impegno verso la riduzione delle emissioni di gas serra, e la Convenzione sulla diversità biologica (CBD), in cui la conservazione della biodiversità viene identificata come conditio sine qua non dello sviluppo sostenibile.

Sono le tappe di un’evoluzione di pensiero che, grazie anche al progresso dell’innovazione tecnologica e all’affermazione sempre più diffusa delle fonti rinnovabili come alternativa ai combustibili fossili, trova finalmente una collocazione negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che setta precisi strumenti e obiettivi per realizzare nuovo modello di sviluppo connotato da sostenibilità, opportunità, equità e inclusione.

 

I tre pilastri

Lo sviluppo sostenibile è un modello che poggia su tre pilastri – ambiente, economia e società – e che mira ad aumentare il benessere materiale delle persone senza compromettere quello delle generazioni future di soddisfare i propri.

Perciò, ogni strategia di sviluppo sostenibile punta ad accrescere:

  1. la sostenibilità ambientale (l’utilizzo responsabile delle risorse naturali), 

  2. la sostenibilità economica (l’aumento del benessere materiale delle persone),

  3. la sostenibilità sociale (la realizzazione di un modello di convivenza civica fondato su sicurezza, salute e giustizia).

Nel corso del tempo, queste dimensioni sono state integrate con i principi dell’equità intergenerazionale (garantire alle generazioni future le stesse opportunità di quelle del presente) e della responsabilità sociale d’impresa.  

Tali principi poggiano su 5 pilastri, le cosiddette 5P, ovvero valori che racchiudono la missione di ogni strategia di sviluppo sostenibile: Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta.

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Sfide globali

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile richiedono la collaborazione di tutti i Paesi e di tutte le componenti della società per affrontare e superare le sfide globali che ne ostacolano il raggiungimento:

  • Disuguaglianza. Le disuguaglianze di reddito, ricchezza e opportunità, tra Paesi diversi o all’interno di uno stesso Paese, rappresentano un grave freno allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà.
  • Inquinamento ambientale. Allo stato attuale, gran parte dell’impatto ambientale delle attività umane è causato da sistemi di produzione, distribuzione e consumo che causano il degrado delle risorse naturali, la perdita della biodiversità e l’aumento delle temperature.
  • Insicurezza alimentare. Milioni di persone nel mondo non hanno accesso a quantità di cibo sufficienti a soddisfare i loro bisogni nutrizionali, oppure faticano a trovare alimenti di qualità in grado di assicurare una dieta sana ed equilibrata.
  • Urbanizzazione non sostenibile. L’espansione incontrollata delle metropoli rappresenta una minaccia allo sviluppo sostenibile in quanto, soprattutto nei Paesi emergenti, questa crescita è declinata seguendo l’evoluzione delle città dopo la Seconda Guerra Mondiale – un modello che oggi si rivela non sostenibile. 

 

Strategie, strumenti e soluzioni per lo sviluppo sostenibile 

Il successo dello sviluppo sostenibile non può prescindere dall’adozione di diverse strategie che intendono rivoluzionare le modalità con cui produciamo e consumiamo energia (grazie all’apporto dell’innovazione tecnologica), insieme all’operatività delle nostre filiere industriali e agro-alimentari, e orientare i governi verso il supporto e la promozione di nuove politiche green che incentivino l’adozione di modelli virtuosi di impresa e convivenza civile.

Per questo sono necessari progetti articolati e trasversali che puntino a un’integrazione sempre più armonica dei fattori economici, sociali e ambientali:

  • Fonti rinnovabili: il graduale abbandono dei combustibili fossili a favore di energia da fonti rinnovabili – come il sole, il vento, l’acqua, il calore della terra – contribuisce in modo cruciale a ridurre le emissioni di gas serra e contrastare il cambiamento climatico, oltre a favorire lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, stimolando la nascita di nuove opportunità lavorative e aumentando l’occupazione. 
  • Efficienza energetica: attraverso l’innovazione tecnologica e digitale è possibile individuare nuovi strumenti attraverso cui decurtare drasticamente la quantità di energia necessaria a sostenere i consumi e i servizi.
  • Economia circolare: modello economico che mira a ridurre al minimo o addirittura azzerare la produzione di rifiuti, e parallelamente a massimizzare il riutilizzo, il riciclo e il recupero dei materiali e delle risorse.
  • Riduzione emissioni gas serra: effetto serra e riscaldamento globale sono in massima parte causate dalle emissioni di gas come l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O). Contrastare il cambiamento climatico passa necessariamente dalla riduzione delle loro emissioni nell’atmosfera.
  • Protezione della biodiversità: salvaguardare la varietà di forme viventi è cruciale per la salute e il benessere degli esseri umani e del Pianeta. Per questo bisogna supportare la creazione di aree protette, contrastare desertificazione e deforestazione, promuovere pratiche agricole efficienti e sostenibili.
  • Modelli di consumo responsabile: i consumatori devono essere incoraggiati verso la scelta di prodotti e servizi che assicurino il minor impatto ambientale e sociale, e orientati verso l’utilizzo consapevole e intelligente delle risorse materiali ed energetiche.  

 

Il ruolo delle politiche e delle istituzioni 

Lo sviluppo sostenibile deve riguardare ogni livello della società per innescare benefici trasversali, concreti e condivisi: il ruolo della politica rimane perciò primario nell’incoraggiare, facilitare e supportare questo cambiamento.

Un obiettivo che negli anni Novanta e Duemila è stato esplicitato in numerose norme europee. Già nel Trattato di Amsterdam del 1997, l’Unione Europea identifica nello sviluppo sostenibile un valore fondamentale e onnicomprensivo. Il Trattato di Amsterdam getta le basi concettuali di una strategia di crescita in cui fattori ambientali, economici e sociali sono strettamente interconnessi

Tale correlazione viene ulteriormente ribadita nel 1999 con la prima Strategia di Sviluppo Sostenibile (SDS, Sustainable Development Strategy), che esplicita la volontà di rendere il contesto europeo il terreno ideale per accogliere un’economia dinamica e competitiva, basata sul rispetto dell’ambiente e il benessere delle persone. 

Lo sviluppo sostenibile diviene un argomento sempre più centrale nel dibattito europeo, tanto che con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, aumentano i poteri del Parlamento Europeo proprio in materia di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente.

Con la successiva strategia, EU 2020 – che anticipa l’attuale Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile – viene ribadita la capacità dello sviluppo sostenibile di costituirsi mezzo di rilancio economico attraverso un nuovo piano decennale.

Le stesse linee guida sono state adottate in Italia nel 2021 con una serie di interventi, supportati anche dal PNRR, dichiaratamente volti ad accelerare la transizione energetica, a promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili e delle infrastrutture necessarie ad accogliere una mobilità elettrica e sostenibile, a supportare nuovi modelli di coesione e inclusione sociale. 

Il 1° gennaio 2021 l’Italia compie un ulteriore passo nel tentativo di coniugare crescita economica, salvaguardia ambientale e progresso sociale: il Comitato Interministeriale per la programmazione economica (CIPE) viene ufficialmente trasformato nel Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), con la volontà esplicita di istituire un organo direttivo capace di sviluppare nuove strategie basate su sostenibilità, digitalizzazione e transizione energetica – per eleggere lo sviluppo sostenibile a guida del nostro sistema Paese.

 

L'importanza dell'educazione e della sensibilizzazione 

In quanto lo sviluppo sostenibile coinvolge necessariamente anche le abitudini dei cittadini, l’educazione e l’orientamento alla sostenibilità, a tutti i livelli (dalle imprese alla scuola), costituiscono degli elementi imprescindibili per instaurare una nuova consapevolezza e diffondere buone pratiche di consumo responsabile, sul piano individuale e collettivo.

 

Il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile

Come Gruppo, abbiamo adottato un modello di business integrato attraverso cui vogliamo contribuire al raggiungimento di tutti i 17 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. In particolare, 4 dei 17 obiettivi guidano la nostra creazione di valore: SDG 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”; SDG 7 “Energia pulita e accessibile”; SDG 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture”; SDG 11 “Città e comunità sostenibili”.

Un strategia che si concretizza nel nostro Piano Strategico 2023-2025: una lista di obiettivi di breve, medio e lungo periodo, che rendono trasparente e verificabile il nostro impegno per la crescita sostenibile e per la transizione energetica del sistema Italia – e che vengono aggiornati su base annuale, grazie a un continuo processo di allineamento delle linee strategiche che viene declinato sulla base dei risultati raggiunti, sull’intervento di buone pratiche e nuove tecnologie, così da integrare in modo sempre più pervasivo i principi della sostenibilità lungo l’intera catena del valore

Attraverso la diffusione capillare delle fonti rinnovabili, economia circolare, elettrificazione dei consumi, il nostro Gruppo punta ad annullare le proprie emissioni entro il 2040, con dieci anni di anticipo rispetto alla previsione europea, per contribuire attivamente a ridurre il surriscaldamento climatico entro la soglia di emergenza, ovvero al di sotto di 1,5 °C.

Una strategia in cui innovazione tecnologica, digitalizzazione, inclusione sociale, finanza sostenibile e responsabile, lavorano in sinergia per creare valore condiviso mettendo sempre al centro le persone a vantaggio di una transizione energetica giusta, equa, che non lasci indietro nessuno.

FAQ

Lo sviluppo sostenibile mira a integrare principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale in un modello univoco capace di innescare benefici tangibili, trasversali e condivisi a ogni livello della società.

Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, l’Agenda 2030 si pone come un punto di riferimento globale per coordinare l’impegno nazionale e internazionale di governi, imprese e cittadini e superare così alcune delle sfide dirimenti dei nostri giorni: cambiamento climatico, crisi energetica, disuguaglianza ed esclusione sociale.

Nel piano strategico delle Nazioni Unite sono incluse tappe a breve, medio e lungo termine attraverso cui tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite si impegnano a realizzare i 17 Sustainable Development Goals entro il 2030.

È possibile partecipare in prima persona alla causa dello sviluppo sostenibile adottando comportamenti socialmente responsabili come la raccolta differenziata dei rifiuti, il consumo di energia da fonti rinnovabili, la mobilità elettrica e sostenibile, premiando le aziende che integrano la sostenibilità nel loro modello di business.

Mentre la crescita economica è un principio fondato esclusivamente su metriche finanziarie, nello sviluppo sostenibile le ragioni dell’economia non devono entrare in contrasto con la salvaguardia dell’ambiente e il benessere delle persone, perché proprio l’interconnessione di questi settori è capace di innescare benefici trasversali a ogni livello della società.

Promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il Festival dello Sviluppo Sostenibile offre a cittadini, imprese, giovani, istituzioni e associazioni un quadro dettagliato e globale sulle tematiche della sostenibilità, con l’obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica verso l’adesione alle fonti rinnovabili, alla transizione energetica e all’inclusione sociale.