Forum Ambrosetti 2023: i settori strategici per far crescere competitività e autonomia energetica

Forum Ambrosetti 2023: i settori strategici per far crescere competitività e autonomia energetica

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Una visione strategica fondata su filiere green integrate e coordinate a livello continentale è necessaria per sviluppare una base industriale e tecnologica europea solida e competitiva, con l’obiettivo di assicurare l'autonomia dell'Europa e dell'Italia e una transizione energetica più veloce, con benefici per tutto il Sistema: a confermarlo è lo studio “Filiere strategiche per la transizione energetica. Roadmap industriale per l’Europa e l’Italia”, che abbiamo realizzato insieme a The European House – Ambrosetti con il contributo scientifico di Fondazione Enel, presentato il 2 settembre all’annuale Forum di Cernobbio durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato Nicola Lanzetta, nostro Direttore Italia, Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). 

Lo studio si concentra su tre settori industriali chiave da qui al 2030: fotovoltaico, batterie e sistemi di accumulo, pompe di calore. Lo sviluppo di queste filiere italiane ed europee contribuirà al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati da Bruxelles, garantendo maggiori livelli di sicurezza energetica e autonomia strategica all’UE, con benefici socio-economici rilevanti per imprese e cittadini.

Per questo è necessario uno sforzo congiunto e un piano d’azione - lo studio individua alcune proposte di policy - che preveda l’adozione di numerosi strumenti, tecnologici, finanziari e normativi, per rendere l’Europa e l’Italia più competitive, resilienti e indipendenti, riducendo la necessità di importazioni estere e colmando il gap con i competitor internazionali, primo fra tutti la Cina. Solo così sarà possibile vincere la sfida di trovare il giusto equilibrio tra affidabilità, convenienza economica e sostenibilità, il cosiddetto “trilemma energetico”.

 

Crescita, competitività e autonomia 

Lo studio offre una mappatura delle filiere industriali fondamentali per la decarbonizzazione e un’analisi, qualitativa e quantitativa, degli indici di disponibilità e competitività del sistema produttivo europeo e italiano, che evidenziano una costante: la necessità di una base manifatturiera tecnologicamente avanzata e competitiva che possa slegare la produzione di componenti e dispositivi critici per la transizione energetica dalla dipendenza verso le importazioni estere.

“Il processo di decarbonizzazione rappresenta un’opportunità unica per sostenere settori industriali importanti della nostra economia e ridurre la dipendenza dall’estero. Un obiettivo realistico a condizione che a essere innovata, in senso sostenibile, sia l’intera catena del valore.”

– Nicola Lanzetta, Direttore Italia

Infatti, l’Europa in totale raggiunge appena il 14% della produzione globale dei 17 componenti strategici delle principali tecnologie pulite: una soglia che va necessariamente aumentata per colmare il distacco dalla Cina, che da sola detiene un primato incontrastato, accentrando in media il 65% della quota mondiale. 

Altro elemento che emerge riguarda la produzione di pannelli solari e batterie che in Italia e nell'Unione Europea comporta costi significativamente superiori rispetto alla Cina in virtù di numerosi fattori, tra cui investimenti iniziali più elevati, tempi di costruzione delle fabbriche più prolungati (fino a 1,7 volte) e maggiori costi energetici (+ 45%) – a cui va sommata la mancanza di una specializzazione integrata nelle fasi iniziali della catena di produzione, comprese le attività di estrazione e raffinazione delle materie prime.

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Le opportunità per l’Europa 

L’Europa dispone di importanti leve di crescita per trasformare questi ostacoli in opportunità e vantaggi ad ampio raggio. Attraverso l’utilizzo efficace e intelligente dei finanziamenti, la promozione di processi produttivi sostenibili sul piano ambientale e sociale, l’incremento della capacità di riciclo e lo sviluppo di soluzioni volte a stabilire un nuovo primato tecnologico, infatti, l’Unione Europea e gli stati membri possono puntare a coprire entro il 2030 oltre il 50% della domanda di pannelli fotovoltaici, circa il 90% della domanda di batterie e più del 60% della domanda di pompe di calore, raggiungendo in questo modo i target fissati dal Net Zero Industry Act (NZIA).

“Un ruolo chiave è attribuito ai settori industriali che favoriscono la diffusione delle energie rinnovabili, come il fotovoltaico, le pompe di calore e i sistemi di accumulo. Lo studio dimostra che accelerare nell’implementazione di queste tecnologie, e farlo attraverso lo sviluppo di filiere europee, riduce la dipendenza da fornitori esteri e garantisce benefici ambientali, sociali ed economici per persone e imprese.”

– Nicola Lanzetta, Direttore Italia

Secondo il report, per rilanciare efficacemente lo sviluppo sostenibile del settore green europeo è necessario mettere in atto uno sforzo strutturale che sia adeguatamente supportato da investimenti e strumenti finanziari, accompagnato da un miglior coordinamento delle attività di ricerca, oggi troppo frammentate sul territorio continentale. Anche la piena integrazione dei principi dell’economia circolare lungo tutta la filiera di produzione industriale si dimostra in grado di massimizzare i livelli di riciclo e l’utilizzo di tecnologie verdi, innescando un vantaggio competitivo in termini socio-economici e ambientali che proietterebbe l’industria europea verso un ruolo di primo piano nel mercato mondiale.

Obiettivi ambiziosi che aprono a nuove opportunità di crescita economica e sicurezza geopolitica. Secondo il report, il successo di questo percorso di decarbonizzazione e di rafforzamento delle filiere industriali si dimostra capace di innescare, entro il 2030, un ritorno economico fino a circa 640 miliardi di euro, favorendo contemporaneamente la creazione di nuovi posti di lavoro e valore a lungo termine, e riducendo la dipendenza energetica e tecnologica da Paesi terzi – con rilevanti implicazioni anche sui costi per i consumatori finali, tema che riveste una rilevanza cruciale, considerando l’impatto tangibile delle incertezze geopolitiche derivate dal conflitto in Ucraina. 

 

I vantaggi per l’Italia

Per l’Italia, la transizione verso nuovi modelli economici ed energetici rappresenta un volano di crescita economica capace di portare benefici a lungo termine sia per le imprese sia per i cittadini

Per quanto riguarda le tecnologie di produzione di energia, il maggiore incremento della capacità installata in Europa è previsto per il fotovoltaico, la tecnologia di generazione più economica tra quelle disponibili; si prevede che tra il 2021 e il 2030 l’Italia registri un aumento di 58 GW per il solare rispetto ai 25 GW per l'eolico.

Le batterie e i sistemi di accumulo, essenziali per facilitare la penetrazione delle rinnovabili, l’elettrificazione dei consumi e i cambiamenti nei modelli di domanda di energia, sono un altro settore strategico per cui in Italia si prevede una crescita tra 60 e 106 GWh (da 20 a 30 volte in più rispetto agli attuali 3,35 GWh). 

Anche per le pompe di calore elettriche alimentate da rinnovabili, il modo più efficace per decarbonizzare in modo efficiente riscaldamento e raffrescamento degli edifici, si prevede una crescita di 10 milioni in più nel nostro Paese, passando dagli 1,6 milioni del 2020 a 11,6 nel 2030.

Come dimostra lo studio, quindi, Europa e Italia hanno i mezzi necessari per raggiungere questi obiettivi, ampliando e migliorando i numerosi strumenti già introdotti, e per cogliere tutte le opportunità trasversali e durature che costellano il percorso di transizione e decarbonizzazione.