A tu per tu con la parola scritta

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La cultura è qualcosa di vivo e attuale, non di antico e polveroso. Per questo Enel offre ai dipendenti la possibilità di incontrare alcuni fra i più noti scrittori contemporanei e dialogare con loro. L’iniziativa “A tu per tu con la parola scritta” è iniziata a Roma il 7 dicembre ed è proseguita anche nel 2020 con incontri digitali. A gennaio 2021 è partita una nuova edizione online che ha visto come primo ospite Roberto Saviano.

 

“A tu per tu” con Joe Richard Lansdale

A inaugurare il ciclo di incontri è stato l’americano Joe Richard Lansdale, uno degli autori più popolari e più refrattari alla distinzione fra cultura alta e bassa, fra generi nobili e generi minori. La conversazione è stata molto informale: il pubblico ha avuto l’impressione di parlare con un vicino di casa cordiale e spiritoso, non con uno degli autori più venduti negli Stati Uniti.

Nato in Texas da un padre analfabeta, Lansdale ha iniziato presto a leggere voracemente fumetti, poi fantascienza e narrativa, soprattutto americana. Sono state queste letture la sua unica scuola di scrittura, insieme ai film e ai racconti tramandati oralmente. Da lettore onnivoro, Lansdale è diventato uno scrittore altrettanto versatile: si è cimentato con romanzi, racconti e fumetti, testi per la televisione e sceneggiature per il cinema, passando dal poliziesco all’horror, dal pulp alla satira sociale, dal noir al western, ibridando i generi anche all’interno di uno stesso romanzo ma, soprattutto, mantenendo sempre la sua caratteristica cifra stilistica ricca di ironia. Anche per il suo azzeramento delle gerarchie, Lansdale ha avuto un impatto dirompente anche sulla cultura italiana, soprattutto a cavallo del nuovo millennio.

A chi volesse avvicinarsi alla sua opera per la prima volta, lo scrittore ha consigliato di iniziare dai romanzi “In fondo alla palude” e “Acqua buia”, anche se ha confessato di preferire “Paradise Sky”. In occasione dell’incontro con i nostri colleghi Lansdale ha presentato la sua biografia “Joe Lansdale. In fondo è una palude” (il titolo è la parafrasi di uno dei suoi capolavori), scritta dal suo amico scrittore Seba Pezzani sotto forma di conversazione. Oltre ai due protagonisti, era presente come moderatore un altro scrittore italiano, Luca Briasco. Ma soprattutto erano presenti nel pubblico tantissime persone del nostro Gruppo – dai grandi appassionati dello scrittore ai semplici curiosi – che hanno dato vita a un dibattito ricco e molto vivace, confermando che l’unione del proprio lavoro con la propria passione - che rende Lansdale un uomo felice - è proprio quello che cerchiamo di realizzare quotidianamente anche noi in Enel.

 

“A tu per tu” con Vera Gheno e Bruno Mastroianni

Il secondo incontro ha visto come protagonisti la linguista Vera Gheno e il filosofo Bruno Mastroianni, che hanno scritto a quattro mani “Tienilo acceso”, piccola guida per imparare a usare bene le parole e vivere meglio in rete. Dialogando con il moderatore Luca Briasco e con i colleghi di Enel, i due autori hanno iniziato dal rifiuto della distinzione fra vita online e vita offline: ormai si può parlare solo di “on life”, perché siamo sempre connessi e perché il nostro comportamento in rete e nella vita reale fanno entrambi parte del nostro modo di essere.

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Ma come gestire le discussioni “on life”? Il consiglio è di non usare toni arroganti, sia perché non spingono l’interlocutore a cambiare idea, sia perché tutti siamo a rischio di finire una volta o l’altra nella “legione di imbecilli” a cui secondo Umberto Eco il web avrebbe dato voce, come hanno ricordato Gheno e Mastroianni: la sfida è imparare ad argomentare con pazienza e in modo convincente. Conviene inoltre fare la massima attenzione a quello che si scrive, perché tutto è o può diventare pubblico.

Fra le preoccupazioni del pubblico è emersa in particolare quella di come educare i figli a un uso corretto della rete. È un compito difficile al quale, secondo gli autori, dovrebbe contribuire la scuola, che invece di proibire l’uso dei cellulari, potrebbe insegnare a usarli con spirito critico. Le fonti di informazione – e questo vale anche per gli adulti – dovrebbero essere valutate con la stessa attenzione che abbiamo quando prenotiamo online una vacanza.

Infine, per quanto riguarda la bellezza dell’italiano, arriva un invito alla responsabilità, perché ognuno di noi è custode della lingua, anche quando scrive su Whatsapp.

 

“A tu per tu” con Sandro Veronesi

La difesa della lingua italiana, insieme a quella delle regole democratiche, è stata anche l’oggetto del terzo incontro, quello con Sandro Veronesi, scrittore versatile che, come ha osservato Luca Briasco, sarebbe riduttivo definire romanziere. Autore di racconti, romanzi (fra cui “Caos calmo”, vincitore nel 2006 del Premio Strega), saggi e reportage, Veronesi ha parlato del suo nuovo libro, “Cani d’estate, un pamphlet sulle odissee delle navi cariche di migranti.

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“Mi sentivo come i cani che d’estate, in una valle, iniziano ad abbaiare tutti insieme: un motivo c’è, anche se non lo conosciamo”, ha spiegato Veronesi che, da un lato, intende difendere la lingua italiana contro “un’affabulazione da strapazzo” e, dall’altro, il rispetto dei diritti umani e del diritto marittimo internazionale.

L’autore ha poi ricordato i pericoli dei cambiamenti climatici: la desertificazione rischia di diventare una terza causa di migrazioni, oltre alle guerre e alla miseria – del resto, ha spiegato, gli animali se migrano è solo per fattori climatici.

 

“A tu per tu” con Alessandro Piperno

Il quarto incontro ha ospitato Alessandro Piperno, premio Strega 2012 con il romanzo “Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi”. Per descrivere i primi passi nel mondo editoriale lo scrittore ha citato un passaggio di The Crack-Up (“L’età del jazz e altri scritti”) di Francis Scott Fitzgerald: “Avere successo quando sei troppo giovane ti dà l’illusione che la vita sia una faccenda romantica”. A 32 anni, grazie al primo romanzo “Con le peggiori intenzioni”, Piperno ha ottenuto un successo che ha definito “deflagrante”.

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L’incontro, moderato da Luca Briasco, è stato dedicato in gran parte al dittico “Il fuoco amico dei ricordi”, che raccoglie i capitoli “Persecuzione” e “Inseparabili”, e all’idea di letteratura di Piperno. Marcel Proust e Franz Kafka sono gli autori che lo hanno ispirato per “Persecuzione”, in cui il protagonista, Leo Pontecorvo, si costringe nel seminterrato di una villa per la vergogna causata dalla vicenda giudiziaria in cui si trova coinvolto. Una “sindrome dell’impostore”, racconta l’autore, sperimentata in prima persona durante la stesura del secondo romanzo, fino a quando una frase pronunciata dalla compagna non ha risolto il momento di crisi: “Alessandro, tu non sei Flaubert”.

Altro tema centrale del romanzo è l’immagine di sé stessi, un tema che ha condizionato le stesse scelte professionali di Piperno. Lo scrittore ha raccontato di aver sfruttato l’amore per la scrittura per evitare di “portarsi in giro e restare una sorta di avatar di se stesso”.

 

“A tu per tu” con Chiara Gamberale

Il quinto incontro ha ospitato la scrittrice e conduttrice radiofonica Chiara Gamberale. L’autrice, finalista nel 2008 al Premio Campiello con “La zona cieca”, è da poco in libreria con “L’isola dell’abbandono”, ultimo di dodici romanzi. 

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L’arte dell’abbandono e la capacità quasi eroica di restare sono narrati attraverso il labirinto emotivo percorso, pagina dopo pagina, dalla protagonista del romanzo, Arianna. “Siamo abituati a pensare che in amore fugga solo chi effettivamente fugge – racconta la Gamberale – mentre invece quasi sempre fugge anche chi rincorre. Da cosa fugge? Da una relazione vera, con se stesso e con l’altro.”

Al centro dell’incontro, moderato da Luca Briasco, la complessa fragilità delle relazioni sentimentali, spesso minacciate da traumi infantili o da paure profonde, dalla “sindrome della crocerossina” o dagli stratagemmi che si utilizzano per non “consegnarsi” mai davvero all’altro. “Chi non si conosce è pericoloso”, commenta la scrittrice, spiegando di essersi accorta di come occuparsi dei problemi altrui spesso non sia altro che un modo per mettere da parte i propri.

Un romanzo dedicato a chi ha il coraggio di restare “nella propria pelle, nelle proprie paure, nella propria storia”. 

 

“A tu per tu” con Paolo Giordano

Nel suo sesto appuntamento “A tu per tu con la parola scritta” ha visto come protagonista Paolo Giordano, scrittore e fisico torinese, vincitore del Premio Strega 2008 con l’acclamato esordio letterario “La solitudine dei numeri primi”. Giordano scrisse il romanzo, da cui fu tratto anche il film di Saverio Costanzo, a soli 25 anni, ancora in dubbio sulla carriera da intraprendere.

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Di scelte giovanili e di futuri più o meno incerti si è discusso anche durante l’incontro con l’autore, moderato come sempre da Luca Briasco. L’ultimo romanzo di Giordano, “Divorare il cielo”, è un racconto in prima persona della vita di Teresa: la masseria pugliese descritta dalla protagonista si contrappone alla Torino industriale da cui la ragazza proviene, così come i temi dell’ecologia si alternano a temi etici complessi come quello della maternità surrogata.

“La meraviglia di un romanzo è che ti porta nell’altro” ha sottolineato Giordano che non ritiene di dover scrivere soltanto di ciò che si conosce direttamente. I personaggi del suo libro, impegnati in un faticoso percorso di ricerca esistenziale, sono molto distanti dal vissuto personale dell’autore. “A me non interesserebbe leggere del mio vissuto, quindi perché dovrebbe interessarmi scriverne?”, ha chiosato Giordano davanti a una sala gremita e divertita.

 

“A tu per tu” con Antonio Manzini

L’ultimo appuntamento di “A tu per tu con la parola scritta” ha dialogato con un autore che, nell’arco della carriera, ha esplorato la narrazione in diverse forme: dalla recitazione alla regia, passando per la sceneggiatura e approdando, infine, al romanzo. Si tratta di Antonio Manzini, uno dei giallisti più letti oggi in Italia. È lui il padre letterario di Rocco Schiavone, il vicequestore protagonista della fortunata saga di libri polizieschi poi divenuta un’acclamata serie tv interpretata da Marco Giallini.

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Durante l’incontro, Manzini ha raccontato la sua esperienza nel variopinto e sfaccettato universo dell’editoria. “Ho lasciato il teatro proprio perché non volevo più fare tournée”, ha scherzato lo scrittore, raccontando di aver partecipato a ben 94 presentazioni del terzo romanzo sul “poliziotto scontroso” e descrivendo gli autori itineranti tra librerie e biblioteche come fantasmi che si aggirano spaesati per l’Italia. La sua ultima uscita, la raccolta di racconti “Ogni riferimento è puramente casuale”, offre una panoramica piuttosto amara sull’industria letteraria, descrivendo i tic dell’editoria con una vena di realismo a tratti grottesco. Non sono mancate domande curiose e fragorose risate da parte del pubblico, gremito anche in questo incontro di "A tu per Tu", che ci ha fatto amare, sempre e comunque, il mondo dei libri.

 

“A tu per tu” con Floriana Bulfon

Al primo appuntamento dopo la pausa estiva Luca Briasco, ha incontrato la giornalista Floriana Bulfon, autrice del libro-inchiesta edito da BUR “Casamonica, la storia segreta”.

Bulfon ha raccontato l’ascesa di una delle famiglie criminali più note di Roma, soprattutto dopo il blitz messo a segno nel 2018 dalle forze dell’ordine nel quartiere di Porta Furba. L’autrice ha ripercorso i passaggi della sua inchiesta giornalistica tra atti giudiziari, intercettazioni e testimonianze raccolte anche nella sfarzosa reggia abusiva del clan, demolita poi in diretta tv proprio durante le operazioni di polizia dello scorso anno.

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In “Casamonica, la storia segreta” Bulfon tratteggia un affresco dai colori forti, non solo sulle dinamiche criminali che hanno attraversato Roma negli ultimi trent’anni, ma anche sulle strutture relazionali, il background culturale e il ruolo ricoperto dalle donne all’interno della famiglia mafiosa.

Ancora una volta gli incontri di “A tu per tu con la parola scritta” offrono importanti spunti di riflessione sulla nostra società raccolti nelle pagine di un libro.

 

“A tu per tu” con Giancarlo De Cataldo

Il nono appuntamento di “A tu per tu con la parola scritta” ha visto come protagonista l’autore che ha inaugurato in Italia il genere delle serie tv tratte dai libriGiancarlo De Cataldo. Il magistrato, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo ha raccontato i sanguinosi anni della Banda della Magliana in Romanzo Criminale e le affiliazioni mafiose nella Roma dei nostri giorni in Suburra. Da entrambi i romanzi sono stati tratti prima un film, poi una serie tv.

“La scrittura delle serie tv è diversa da quella dei film. Una serie non è un film più lungo”, ha spiegato De Cataldo a Luca Briasco, moderatore dell’incontro.

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Quando il produttore del film Romanzo Criminale gli comunicò che non si sarebbero fermati al cinema ma avrebbero proseguito con la sceneggiatura per una serie tv, l’autore restò perplesso. “Mi sembrò come se mi fossi iscritto al torneo di Pizzighettone dopo aver vinto la Coppa dei Campioni”, ha detto divertito, spiegando come invece l’intuizione si dimostrò azzeccata anche “perché grazie alla serie abbiamo incontrato un grande regista come Stefano Sollima”. 

Secondo lo scrittore, la cui ultima fatica è Alba Nera (Rizzoli), oggi il linguaggio televisivo sta avanzando in modo “tumultuoso” e alcune delle migliori serie tv sono degne del più grande cinema d’autore: “Abbiamo sempre considerato il linguaggio cinematografico di gran lunga superiore a quello televisivo, ma oggi alcune delle migliori serie tv sono degne del più grande cinema d’autore”.

De Cataldo, che da qualche mese ha abbandonato i social network, si è congedato dal pubblico con una riflessione sull’abuso dei social “che sta determinando una sorta di atrofia dei lobi frontali, rendendoci tutti preda di emozioni primarie” concludendo il suo intervento con l’invito a sfuggire alla “dittatura dell’algoritmo”.

 

“A tu per tu” con Concita De Gregorio

“Oggi sono il vostro sostitutivo del pasto, una specie di barretta energetica”. È iniziato così l’appuntamento con la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio che, intervistata da Luca Briasco, ha subito raccontato il suo penultimo romanzo “Nella notte”, edito da Feltrinelli. “È un libro che parla molto di me, e ne è appena uscito un altro, costola di questo di cui parliamo oggi” ha detto De Gregorio riferendosi a “In tempo di guerra”, Einaudi.

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“Nella notte” intreccia il thriller politico con il ritratto generazionale attraverso il racconto di due giovani donne amiche d’infanzia che, partite dalla provincia toscana, si ritrovano a Roma per indagare sulle tre esse che regolano i meccanismi del potere: sesso, soldi, segreti. “Questo libro racconta il potere come non ne parla mai nessuno”, ha sottolineato l’editorialista del quotidiano la Repubblica, dove riceve un centinaio di lettere al giorno per la sua rubrica “Invece Concita”.

Parlando del suo percorso personale e professionale, la giornalista, anche conduttrice radiofonica nel programma Cactus su Radio Capital, ha ricordato di quando, dopo la laurea in Scienze Politiche, lasciò Pisa per approdare in una Roma nel pieno della bufera giudiziaria Mani Pulite.

“Sono una persona curiosa, ascolto gli altri e mi arrabbio quando le cose non si possono risolvere. Non ho paura e le persone che non hanno paura sono incomprensibili”, ha spiegato la scrittrice che poi, con una domanda alla platea, ha concluso: “Come nasce l'autorevolezza? Dalla libertà. E come nasce la libertà? Dalla cultura”.

 

“A tu per tu” con Michela Murgia

“Scrivere per bambini significa avere una flessibilità di linguaggio che mantenga la semplicità del significato senza mortificarne la complessità”. Così Michela Murgia ha introdotto il suo nuovo libro “Noi siamo tempesta” (Salani), aprendo l’appuntamento “A tu per tu con la parola scritta” nell’Auditorium della nostra sede di Roma.

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Il libro per ragazzi (consigliato anche per gli adulti) racconta sedici avventure che hanno cambiato il corso della storia attraverso la collaborazione creativa e la condivisione di intenti. L’incontro con Murgia, moderato da Luca Briasco, è stato inserito all’interno delle giornate di approfondimento “Inclusion Ongoing” che il nostro Gruppo ha dedicato ai temi della diversità e dell’inclusione.

“Maggiori sono le differenze che si includono e più sono le possibilità di sopravvivenza” ha spiegato la scrittrice al pubblico, che ha potuto seguire l’evento anche attraverso sottotitoli, proiettati in tempo reale sul maxischermo, e traduzione simultanea nella lingua dei segni, grazie alla presenza sul palco di interpreti LIS.

“È per questo che abbiamo voluto scrivere questo libro, - ha proseguito Murgia - non perché siamo buoni, ma perché la diversità conviene a tutti: ci permette di trovare soluzioni alle quali da soli non avremmo pensato”.
Tra le storie narrate nel volume anche quella della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, istituzione scientifica ed ente di ricerca che ha ospitato nei suoi laboratori ben 19 premi Nobel, dando un impulso decisivo allo sviluppo delle scienze biologiche. “Studiare quella storia è stata la cosa che ha cambiato maggiormente il mio sguardo sull'organizzazione dei gruppi creativi”, ha sottolineato la scrittrice proponendo al pubblico una riflessione sul ruolo centrale della narrazione: “Se nessuno ti racconta, non esisti”.