Entracque: energia pulita, tra neve e silenzio

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Un colosso abbarbicato a duemila metri, perso tra le nevi, aggrappato alle pendici del monte Argentera nel cuore delle Alpi Marittime. La diga del Chiotas è un capolavoro di ingegneria, immaginazione e volontà. Per costruirla ci sono voluti diversi anni, passati a sfidare i rigori dell'inverno e le leggi di gravità. E oggi, a oltre 30 anni dall'entrata in servizio, continua a garantire un tesoro ingente e prezioso di energia pulita grazie agli oltre 1200 MW di potenza installata.

Neve e silenzio sulla diga: vita da guardiani (gli ultimi)” è il titolo del reportage pubblicato su Il Venerdi di Repubblica in edicola il 26 febbraio, che racconta la storia di questo monumento dell'energia costruito da Enel e dei due guardia dighe, gli uomini che giorno dopo giorno si prendono cura di questo bacino artificiale che, insieme al vicino sbarramento di Colle Laura, costituisce la centrale Luigi Einaudi di Entracque in provincia di Cuneo.

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I custodi del Chiotas sono due giovani che il reportage paragona alle “creature di Tolkien”, immerse nella solitudine e nel silenzio della montagna e alle prese con chilometri di gallerie e cunicoli scavati interamente nella roccia, apparecchi di rilevazione e sistemi di controllo in costante contatto con ingegneri e computer della centrale Enel di Entracque, mille metri più a valle, e il centro della regione Piemonte che emette il bollettino valanghe.

“Sorvegliano un'incalcolabile ricchezza nascosta sotto il manto di ghiaccio - scrive Repubblica -, un'enorme riserva di energia pulita e rinnovabile”. E “oltre a tenere d'occhio la muraglia di calcestruzzo e la natura che la circonda, i guardiani della diga sono anche custodi di un'Italia che fu”. Perché Mauro Giordana e Marco Sardello, nonostante la giovane età (34 anni il primo, 27 il secondo) svolgono un lavoro che sembra di altri tempi. Solo in Italia, per legge, “ogni sbarramento che superi i 15 metri di sviluppo verticale o trattenga più di un milione di metri cubi d'acqua, dev'essere presidiato da persone”. E la diga del Chiotas di metri in altezza ne fa 130 e ha una capacità di invaso complessiva di 27milioni di m3.  

Sono 153 le grandi dighe italiane gestite da Enel produzione e quella del Chiotas è un fiore all'occhiello di questo patrimonio. È la più grande diga del Paese e tra le più grosse d'Europa. L'ingegneria la definisce diga ad arco-gravità in calcestruzzo, i numeri parlano di 128 m3/sec di portata d'acqua, 230 metri di coronamento e un dislivello tra l'impianto di valle e lo sbarramento a monte di 1000 metri, una distanza che sia le condotte forzate che i guardiani compiono percorrendo gallerie scavate interamente nella montagna.