Ricerca e sviluppo: all'Italia serve nuova energia

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Semplificazione, collaborazione, trasversalità. Queste le parole chiave per ridare slancio alla ricerca nel settore energetico del nostro Paese e quindi competitività al sistema industriale. A evidenziarlo i rappresentanti dell'industria, degli enti di ricerca e delle università, in occasione del convegno “Rinnovo Istituzioni Ue, Semestre di presidenza e Horizon 2020. Le sfide europee dell'innovazione energetica italiana”, svoltosi a Roma (Palazzo Colonna) e promosso da I-Com con la partnership, tra gli altri, di Enel.

Al centro dell'evento, il 6° Rapporto su Innovazione Energetica, curato da Franco D'Amore, vicepresidente e direttore dell'Area Energia di I-Com. Lo studio rileva che, sebbene l'Italia difenda la propria posizione sul fronte delle pubblicazioni scientifiche, confermando nel 2013 il 6° posto al mondo, continua a ristagnare in tema di brevetti. Un settore quest'ultimo dove il nostro Paese ha un ruolo del tutto marginale: solo lo 0,4% delle domande presentate lo scorso anno a livello globale parla italiano. Un dato che conferma la difficoltà a trasformare l'eccellenza scientifica in opportunità per il mercato.

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Per implementare la ricerca in ambito energetico, la cooperazione pubblico-privato è la strada maestra, secondo Simone Mori, direttore Regolamentazione, Ambiente e Innovazione Enel. “Credo in un modello d'innovazione aperto che metta la ricerca pubblica nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie eccellenze per rispondere alle esigenze concrete del mondo industriale. Questo potrà realizzarsi soltanto attraverso una stretta e sinergica collaborazione con il privato e una piena condivisione degli obiettivi di lungo periodo”.

Una più stretta sinergia tra aziende, università ed enti di ricerca, lo snellimento delle procedure di accesso a fondi pubblici e un coordinamento interdisciplinare per cogliere le esigenze reali dell'industria. È questo il messaggio diretto alle istituzioni lanciato da tutti gli esperti intervenuti all'evento e sintetizzato da Massimo Gallanti, direttore del dipartimento Sviluppo dei sistemi energetici di RSE.

Fare squadra è, infine, la parola d'ordine per cogliere le opportunità del programma Horizon 2020. Sul piatto ci sono 5,9 miliardi di euro destinati a R&D nell'energia nel periodo 2014-2020. Per far sì che l'Italia diventi “un hub delle tecnologie energetiche”, conclude Michele De Nigris, direttore del Dipartimento Tecnologie di Trasmissione e Distribuzione RSE, “è fondamentale il trasferimento tecnologico e la creazione di filiere”. Ancora “Open innovation”, conclude Josè Arrojo responsabile Innovazione Enel: “Il mondo energetico sta cambiando: per questo motivo, anche il modo di fare ricerca deve necessariamente cambiare”.