Il fotovoltaico di Enel sulla vetta del Gran Sasso

{{item.title}}

Un'operazione di manutenzione al confine con i più spettacolari sport estremi. È l'intervento realizzato nei giorni scorsi dai tecnici Enel per rinnovare l'impianto fotovoltaico del Rifugio Carlo Franchetti, situato su uno sperone di roccia del Gran Sasso, in Abruzzo, a oltre 2.400 metri di altitudine.

Costruito dal Club Alpino Italiano nel 1960, il Rifugio Franchetti si trova al centro del Vallone delle Cornacchie, incuneato tra il Corno Grande, la cima più alta dell'Appennino con i suoi 2.912 metri, e il Corno Piccolo (2.655). Inserito nell'area protetta del Parco Nazionale della Laga, nel comune di Pietracamela, il Rifugio è il più alto del Gran Sasso ed è raggiungibile solo a piedi: in due ore di cammino se si parte dalla strada che porta fino a Prati di Tivio, oppure in un'ora di salita tra sentieri sconnessi se si raggiunge con la cabinovia la località Madonnina, a quota 2.005 metri.

Uno scenario straordinario, tra cielo e picchi rocciosi a strapiombo, che rende bene l'idea della difficoltà dell'intervento di manutenzione realizzato dai tecnici della divisione territoriale di Enel Abruzzo. Per il trasporto dei materiali indispensabili all'aggiornamento dell'impianto solare, presente sui tetti della baita sin dal 1993, è stato necessario utilizzare un elicottero, messo a disposizione dal gestore del rifugio Luca Mazzoleni.

L'operazione ha permesso di sostituite le batterie e di cambiare i pannelli, danneggiati dalle intemperie. Ora sarà garantita la produzione di energia verde per l'illuminazione del Rifugio e l'impianto sarà più efficiente.

Le moderne tecnologie, frutto dell'innovazione sviluppate nel settore fotovoltaico da Enel Green Power, la controllata rinnovabile di Enel, sono infatti più resistenti e quindi più adatte a situazioni climatiche estreme come quelle di alta montagna.

Quello del Rifugio Franchetti sul Gran Sasso rappresenta un connubio perfetto tra natura e tecnologia green, in grado di portare energia sostenibile in zone impervie, come i rifugi in alta quota, o aree isolate prive di elettricità.