Navi e serbatoi a idrogeno: i primi risultati di Hydrostore

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Creare una filiera nazionale per produrre gli idruri metallici che servono a stoccare idrogeno. È l'obiettivo di Hydrostore, progetto promosso nel 2012 nell'ambito del bando Efficienza Energetica-Industria 2015 del ministero dello Sviluppo economico.

La divisione Enel Ingegneria & Ricerca è capofila dell'iniziativa, che riunisce enti di ricerca, tra cui ENEA e RSE, quattro università (Padova, Roma La Sapienza, Genova, Pisa) e il Consorzio Interuniversitario CSGI, e partner industriali.

Oggi in Italia non ci sono produttori di idruri metallici, presenti invece in altri Paesi. Hydrostore punta a colmare questa lacuna, sviluppando nuove tecnologie di stoccaggio dell'idrogeno: il progetto mira a ridurre i costi dell'utilizzo di serbatoi ad altissima pressione. L'idrogeno infatti non può essere lasciato allo stato gassoso puro o liquido, ma può essere raccolto all'interno di materiali solidi, capaci di assorbirlo, come gli idruri metallici. Questi, trattenendo l'idrogeno, ne permettono il suo utilizzo come vettore energetico, con applicazioni nella mobilità (veicoli a motore) e nella generazione elettrica per le abitazioni.

Nei giorni scorsi sono stati diffusi i primi risultati di Hydrostore: prototipi di serbatoi per imbarcazioni elettriche a idrogeno per la Laguna di Venezia, messi a punto da Enea insieme a Venezia Tecnologie. I serbatoi sono in grado di funzionare a temperatura ambiente e possono garantire ai traghetti diverse ore di navigazione a zero emissioni.

Sul fronte delle applicazioni residenziali, Enel Ingegneria & Ricerca sta lavorando a prototipi di serbatoi a base di idruri di magnesio e idruri chimici accoppiati a fonti rinnovabili. Un sistema che permetterebbe di far fronte alla principale criticità della generazione eolica e fotovoltaica: la discontinuità. I prototipi di Enel permetterebbero di accumulare fino a 10 chilogrammi di idrogeno, garantendo energia per i consumi medi di 20 famiglie per 24 ore, quando vento e sole scarseggiano.