Aziende e Terzo Settore per la sostenibilità

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"Le strategie aziendali dovranno sempre più essere orientate ad aumentare la competitività dell'impresa ma, al contempo, a migliorare le condizioni economiche e sociali delle comunità con cui essa  interagisce. Da una parte perché migliori saranno le situazioni sociali in cui l'azienda opera, tanto meglio potrà portare avanti le proprie attività sul territorio; dall'altra perché le politiche di sostenibilità hanno un valore economico rilevante per l'azienda stessa". A sottolinearlo il presidente di Enel, Patrizia Grieco, intervenuta al Forum promosso dalla Fondazione Ernst&Young Italia Onlus, dal titolo "Valore, innovazione, integrazione: Social Economy motore di sviluppo", lo scorso 4 dicembre a Milano.

L'incontro, a cui hanno preso parte autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale, accademico, delle istituzioni e dei media, affrontava i temi cruciali per lo sviluppo del Terzo Settore, quello a maggiore crescita del Paese: il modello di governance relazionale, necessario per fare sistema per la programmazione e l'attuazione delle politiche sociali; i nuovi strumenti finanziari; l'innovazione come momento di incontro tra domanda e offerta.

Il terzo settore sta svolgendo un ruolo sempre più fondamentale sia da un punto di vista economico che sociale, rappresentando uno dei comparti più dinamici e vitali con il 4.5% del Pil nazionale (pari a circa 67 miliardi di euro) e coprendo le aree del welfare che l'intervento pubblico è costretto a trascurare, perché non in grado di dare risposta a tutte le istanze provenienti dalla società.

"Il punto cruciale è capire come possiamo valorizzare risorse e competenze esistenti nel terzo settore e come questo vasto 'mondo' possa interagire e integrarsi con le istituzioni per creare un nuovo modello di welfare", ha affermato il presidente Enel. "La vera sfida è fare in modo che questa nuova azione avvenga in maniera coordinata e sinergica con il settore pubblico, chiamato a sostenere ed essere a sua volta sostenuto dal privato e dal no profit. Le istituzioni in altre parole devono cercare di 'utilizzare' il privato e il no profit, di assimilarne le competenze e le migliori pratiche, per creare un nuovo modello di welfare".

Per farlo è necessaria una regolamentazione che ovvii all'assenza nella legislazione vigente di una definizione normativa del settore, stabilendo modelli organizzativi basati su caratteristiche comuni, su regole che possano dar vita a una governance condivisa e partecipata. "Le organizzazioni che fanno capo al terzo settore hanno bisogno di politiche che le aiutino a consolidarsi e a crescere, poiché le loro dimensioni medie risultano spesso assai modeste, tali da non consentire la pianificazione strategica, la formazione del capitale umano, la ricerca e l'investimento", ha aggiunto ancora il presidente di Enel.

Un ulteriore elemento da considerare è relativo alla ricerca di nuovi strumenti per finanziare il terzo settore, ad esempio i social bond che assicurano all'investitore un rendimento del tutto paragonabile a quello di analoghi strumenti d'investimento e consentono ai sottoscrittori di finanziare iniziative sociali. “l'interesse dei Fondi di investimento etici verso Enel, nonostante la difficile situazione economica, è continuato a crescere: al 31 dicembre del 2013 il nostro azionariato comprende 117 Investitori etici (rispetto ai 108 del 2012), che rappresentano il 15,6% degli investitori istituzionali (rispetto al 14,6% del 2012)” ha affermato Grieco.