I cantieri verdi di Enel in Italia

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Le rinnovabili di Enel in Italia non si fermano alle già numerose centrali in esercizio ma continuano a crescere con nuovi impianti in costruzione per eolico, geotermia, biomasse e anche idroelettrico che testimoniano l'abituale capacità di Enel a diversificare il proprio mix di produzione attingendo a differenti tecnologie e sviluppando nuove soluzioni innovative.

La geotermia Toscana cresce tra innovazione e tradizione. Il 2014 si era chiuso con l'allacciamento alla rete della centrale Bagnore 4, con una capacità installata totale di 40 MW, costruita seguendo i migliori standard a livello mondiale e le più avanzate tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale. Il 2015 si è aperto con le attività cantiere di Cornia 2, avviato nel novembre precedente, per la realizzazione del primo impianto al mondo che utilizza la biomassa per surriscaldare il vapore geotermico con l'obiettivo di incrementare l'efficienza energetica e la produzione elettrica del ciclo geotermico.

Oltre 11 milioni di euro investiti e 8 MW di capacità installata sono il biglietto da visita del nuovo parco eolico di Enel Green Power a Barile Venosa (Potenza) che ha da poco visto l'avvio dei lavori di costruzione. L'impianto una volta in esercizio, sarà in grado di generare fino a oltre 22 gwh all'anno, equivalenti al fabbisogno di consumo di circa 1.800 famiglie italiane, evitando così l'emissione in atmosfera di quasi 9 mila tonnellate di CO2 all'anno. E la nuova energia verde prodotta dall'impianto lucano andrà ad aggiungersi a quella di un altro parco eolico in costruzione in Italia a San Vito dei Normanni in Puglia.

Le centrali a biomassa a filiera corta prevedono l'utilizzo di materiali come le potature forestali e gli scarti di aziende agro-alimentari reperibili solo entro un raggio di 70 km dall'impianto di generazione. Seguendo questo modello, che minimizza l'impatto ambientale derivante dal trasporto del materiale necessario alla generazione, Enel Green Power ha avviato in Italia progetti per la riconversione dei bacini saccarifero-bieticoli in impianti a biomasse, oltre ad accordi con associazioni e singole cooperative agricole diffuse in tutto il Paese per la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti di produzione in impianti di microgenerazione.

Anche l'idroelettrico continua a crescere. Nonostante in Italia sia finita da oltre cinquant'anni l'epoca delle grandi dighe e infrastrutture, alle 180 centrali storiche in esercizio, in grado di produrre circa 11 twh l'anno, si stanno aggiungendo infatti i cosiddetti impianti mini-idro con capacità sotto i 3 MW. Nell'ultimo triennio, le competenze tecnologiche di Enel nello sfruttare piccoli salti d'acqua anche all'interno di centrali esistenti e di trarre energia da corsi d'acqua fluente, ha permesso all'azienda di realizzare oltre venti impianti mini-idro. E il termine può trarre in inganno, perché queste nuove realizzazioni, messe insieme arrivano a produrre circa 70 gwh che equivalgono all'apporto di due centrali di media grandezza e rappresentano un contributo prezioso nel nuovo paradigma della generazione distribuita.