COP21 attese ambizioni e impegni

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Le responsabilità di Cina e Russia, l'impegno di Enel per la transizione verso un economia low-carbon, l'obiettivo della carbon neutrality del Gruppo entro il 2050 e anche l'auspicio per un "accordo globale sul clima in grado di dare segnali forti per gli investimenti di decarbonizzazione". In un'intervista rilasciata al sito dell'UNRIC, il centro regionale di informazione delle Nazioni Unite, l'AD di Enel Francesco Starace compie un'ampia panoramica su temi caldi, impegni diretti e aspettative internazionali legate alla COP 21, il summit Onu sui cambiamenti climatici in corso a Parigi.

La "de-carbonizzazione" del settore energetico è una priorità per Enel che "offre le sue competenze e prospettive di operatore industriale globale nella transizione verso un'economia low-carbon in tutti i Paesi in cui è presente" spiega Francesco Starace. Il "ruolo attivo" svolto già oggi dal Gruppo ha portato Enel ad essere inserita da Fortune nella lista Change the world dedicata alle cinquanta aziende che "possono cambiare il mondo" e ha spinto The Guardian a definirla "Il primo gigante energetico verde del Pianeta". Riconoscimenti pubblici che confermano non solo il protagonismo del Gruppo come promotore di una nuova cultura sostenibile nel settore elettrico ma anche la validità delle scelte strategiche compiute e prospettate da Enel nel suo piano di sviluppo di lungo periodo. "Il percorso di decarbonizzazine del Gruppo è ambizioso e concreto" spiega Starace nell'intervista a UNRIC, e si compone di scelte concrete con "un aumento della produzione da fonti rinnovabili, la promozione dell'efficienza energetica, una maggiore penetrazione del vettore elettrico nei trasporti e nel residenziale e lo sviluppo di una rete infrastrutturale capace di integrare le nuove fonti rinnovabili".

L'impegno di Enel per la de-carbonizzazione del Gruppo si basa su una visione di lungo periodo che si traduce in obiettivi concreti di riduzione delle emissioni nel medio termine. Nello specifico Enel si è impegnata a:

  • ridurre entro il 2020 l'intensità delle emissioni di CO2 del 25% rispetto ai livelli del 2007
  • raggiungere la carbon neutrality entro il 2050
  • destinare sostanziali investimenti alle fonti di energia rinnovabili (oltre 11 miliardi di euro di investimenti per più di 9 GW di capacità aggiuntiva nel periodo 2015-2019) Di cui €1,3 miliardi e 0,9 GW condizionati all'integrazione di EGP nel Gruppo Enel
  • implementare attività di ricerca e sviluppo nell'ambito delle nuove tecnologie low carbon. 

"Cosa chiede il Gruppo alla COP di Parigi?" domanda UNRIC a Starace. "Enel auspica un accordo globale sul clima in grado di dare segnali forti per gli investimenti di de-carbonizzazione" risponde l'AD del Gruppo. "I temi chiave del dibattito saranno il livello di ambizione, le tempistiche di revisione degli obiettivi, la natura legale dell'accordo, la copertura geografica, ma anche il ruolo del settore privato e dei mercati del carbonio. Una maggiore chiarezza rispetto a questi elementi permetterebbe da un lato una riduzione del rischio regolatorio e dall'altra la nascita dei segnali di lungo termine necessari per gli investimenti".

Enel auspica che la COP21 porti risultati concreti che Starace declina in quattro punti:

  • un impegno di tutte le principali economie mirato a sviluppare un comune quadro di riferimento per lo sviluppo, il monitoraggio e il riesame di obiettivi di riduzione delle emissioni di lungo termine
  • un pieno coinvolgimento del settore privato nella mobilitazione dei finanziamenti necessari attraverso mercati del carbonio e fondi d'investimento
  • un ruolo rilevante dei fondi low carbon, come il Green Climate Fund, per complementare l'azione dei mercati del carbonio, specialmente nel finanziare le infrastrutture energetiche
  • un ruolo centrale per i meccanismi di mercato nell'aumentare il livello di ambizione che deve essere sostenuto da un quadro comune a livello di UNFCCC e dal corrispondente sistema di contabilizzazione delle emissioni.

Il negoziato di Parigi si svolge in un "contesto molto diverso da quello di Copenhagen" afferma Starace, con Russia e Cina "seduti al tavolo delle trattative con obiettivi concreti di de-carbonizzazione", la società civile che "rivendica con forza misure concrete contro il cambiamento climatico" e il settore privato pronto a "dare un contributo importante in termini di investimenti in tecnologie low-carbon e infrastrutture energetiche". Questi elementi sono di buon auspicio per un accordo globale che impegni tutti i Paesi a obiettivi di riduzione delle emissioni e anche - aggiunge Starace – per "il consolidamento di una struttura di tipo bottom-up dove l'azione climatica assumerà sempre più una dimensione locale in termini di obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili, meccanismi di carbon pricing regionali e piani di adattamento". Il contesto frammentato difficilmente porterà ad un Accordo legalmente vincolante in termini di obiettivi di riduzione delle emissioni "e c'è anche il rischio che la somma degli obiettivi adottati - sottolinea l'ad di Enel - non sarà sufficiente a contenere l'aumento della temperatura entro i due gradi. Se questo dovesse accadere, il successo dell'Accordo si misurerà nei meccanismi di revisione periodica dell'ambizione e nel grado di attendibilità dei sistemi di reporting sull'avanzamento verso gli obiettivi comunicati".