Siria Integrazione e futuro nascono tra i banchi di scuola

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"Una risposta tempestiva, completa e solidale" alla crisi umanitaria che sta colpendo oltre 11milioni di persone: uomini, donne e bambini siriani che a causa della guerra hanno abbandonato le loro case e in molti casi anche il loro Paese. L'appello lanciato dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon alle aziende che aderiscono al Global compact Onu non è rimasto inascoltato ed Enel è la prime impresa italiana a dare seguito a questa domanda di aiuto che interessa in particolare le giovani generazioni: dal 2011 ad oggi la guerra in Siria ha costretto circa 2,4 milioni di bambini ad abbandonare la scuola.

Insieme all'Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) Enel si è impegnata a rispondere all'emergenza che interessa i più piccoli e vulnerabili tra i profughi siriani sostenendo il progetto Educate a child. Il programma, presentato a Palazzo Chigi il 10 dicembre a Roma da Enel e UNHCR alla presenza del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha già dato la possibilità a 9.146 bambini rifugiati e sfollati di frequentare la scuola; grazie al contributo di 500mila euro di Enel, attraverso la onlus Enel Cuore, altri 20mila potranno tornare a ricevere l'istruzione primaria nel 2016 contribuendo allo sforzo dell'UNHCR che intende allargare il programma ad altri 200mila bambini nel triennio 2015 - 2018.

"La mancanza di accesso all'istruzione è annoverata tra i sette fattori principali che inducono le famiglie siriane a rischiare di affrontare il pericoloso viaggio verso l'Europa non potendo garantire ai propri figli un futuro all'interno del proprio Paese" ha ricordato Laurens Jolles, delegato per il Sud Europa dell'UNHCR. Dare accesso all'istruzione è una delle priorità dell'Alto commissariato e "serve uno sforzo congiunto da parte di tutti, governi, settore privato, cittadini per rispondere a questa crisi epocale; l'assenza dei finanziamenti resta ancora uno dei nodi irrisolti: senza un investimento ulteriore continuerà la spinta a partire".

 

"Il sostegno del settore privato, e oggi in particolare di Enel, è essenziale per affrontare la crisi umanitaria in corso senza precedenti" ha spiegato Jolles. Oltre 11milioni di persone hanno abbandonato le proprie case a causa del conflitto in Siria e di queste più di 4 milioni hanno cercato rifugio al di fuori del Paese mediorientale arrivando principalmente in Libano, Giordania e Turchia". Come raccontano ormai da tempo anche le cronache, il fenomeno si è esteso anche oltre i Paesi limitrofi alla Siria dove il deterioramento delle condizioni di accoglienza ha spinto centinaia di migliaia di persone a cercare rifugio in Europa.

Enel ha risposto all'appello dell'Onu perché "vive la sostenibilità come parte della propria strategia", ha sottolineato la presidente Patrizia Grieco spiegando perché il Gruppo abbia scelto di affiancare l'UNHCR. Sostenere il progetto Educate a child ha l'immediato obiettivo di "aiutare i bambini a ritrovare un percorso il più possibile di normalità dopo cinque anni di guerra" ma anche di continuare a tenere desta la coscienza delle persone. "Non voglio abituarmi a vedere le foto dei bambini affogati sulle spiagge delle nostra civilissima Europa - ha affermato Patrizia Grieco - e nessuno di noi dovrebbe abituarsi a questo tipo di immagini".

"Investire nella cultura vuol dire investire nell'integrazione e nel futuro di tutti" ha ricordato la presidente di Enel ricordando i tanti progetti lanciati dal Gruppo in Italia e all'estero per sostenere la crescita e l'educazione dei più giovani. Dall'iniziativa Fare scuola, che coinvolge 60 istituti di infanzia e primari su tutto il territorio italiano, ai progetti per l'accesso all'elettricità in Africa e America Latina - "talvolta ci dimentichiamo che senza la luce non si può studiare" ha ricordato Patrizia Grieco - gli esempi di questo impegno del Gruppo si moltiplicano perché "nel nostro approccio alla sostenibilità è fondamentale il contributo che possiamo dare alle nuove generazioni perché non c'è sostenibilità senza nuove generazioni".