Sicilia, un hub elettrico nel Mediterraneo

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In un workshop a Catania si è discusso dello sviluppo di servizi e tecnologie innovative per garantire sostenibilità e affidabilità alla rete nell’ottica di un integrazione sempre maggiore che vede la regione Sicilia come possibile hub elettrico nel Mediterraneo.

Negli ultimi anni l'energia è stata al centro della cooperazione euro-mediterranea. L’Unione Europea ha posto al centro della sua agenda politica una visione a lungo termine (entro il 2050) di un sistema energetico sostenibile, affidabile e con prezzi accessibili. L’UE ha dunque stabilito dei target di riduzione delle emissioni di CO2 con l’obiettivo di raggiungere la completa decarbonizzazione (carbon neutrality) e nel febbraio 2015 ha varato l’Energy Union Package, che affronta i temi dell’energia, dei cambiamenti climatici e della cooperazione con le regioni vicine.

Eventi come l’attivazione del collegamento elettrico Italia-Malta (aprile 2015) realizzato nell’ambito del programma infrastrutturale European Energy Programme for recovery e la prospettiva di un collegamento – in un futuro prossimo – con la Tunisia, pongono le basi per rendere la Sicilia un vero e proprio hub energetico del bacino del Mediterraneo.

In questo contesto, AEIT (Associazione italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione Informatica e Telecomunicazione), Università degli Studi di Catania, DIEEI (Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica), Enel e Ordine degli Ingegneri di Catania hanno organizzato nella cittadina siciliana un workshop per discutere dello sviluppo dei servizi di rete necessari a garantire all’isola e ai suoi collegamenti elettrici un sistema di potenza affidabile e sicuro. Tra i temi al centro del dibattito, la necessità di aumentare la potenza installata di impianti rinnovabili non programmabili (come eolico e fotovoltaico) e bilanciarla con i grandi impianti di produzione convenzionale programmabili.

Nel suo intervento Alfredo Camponeschi, Energy Management Italia Global Trading di Enel, ha illustrato come si è modificato il sistema elettrico italiano in generale negli ultimi anni, caratterizzato da contrazione dello spazio contendibile termico e richiesta di servizi ancillari mirati, che hanno modificato il paradigma della produzione convenzionale con crescente richiesta di flessibilità. Camponeschi ha poi dato una view generale della presenza di Enel in Sicilia, delle peculiarità del parco e delle attività che Enel mette in atto per cogliere tutte le opportunità che il contesto offre, sempre in sinergia con Autorità e Gestore di rete. A tal proposito ha illustrato alcuni esempi di investimento Enel in Sicilia, come il nuovo TG di Porto Empedocle in servizio dal 2015 e il futuro nuovo impianto a biomassa di Augusta. L’intervento ha dunque mostrato come Enel, col suo parco siciliano ben diversificato su tecnologie efficienti, distribuito sul territorio dell’isola, potrà contribuire a garantire l’esercizio sicuro della rete al variare del contesto.

Franco Ventre, Business Development Energie Rinnovabili di Enel, ha invece approfondito il parco rinnovabili dell’azienda elettrica già attivo in Sicilia - 56 impianti tra idroelettrico, eolico e fotovoltaico per oltre 1.000 MW di potenza installata - e gli ulteriori progetti green in via di sviluppo nella regione. Tra questi, con l’idea che le sfide energetiche si vincano grazie all’innovazione, Enel ha già programmato lo sviluppo e l’installazione di circa 3 MW di impianti rinnovabili con tecnologia sperimentale: mini-eolico, storage al litio, storage con accumulo a idrogeno e macchine marine per la produzione elettrica da moto ondoso. Ventre ha inoltre dato una view di quelle che sono le prospettive a tendere di EGP nel bacino del mediterraneo.