Una task force contro la siccità

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Un inverno con poca neve, un anno con meno pioggia. Ma nessun allarme: la situazione è sotto controllo e il rischio siccità, al momento, scongiurato.

“È stata una primavera tra le più secche degli ultimi 50 anni, ma se andiamo a vedere lo stato dei nostri bacini la situazione è abbastanza simile al 2016” spiega Carlo Pignoloni, Head of Europe and North Africa Area di Enel Green Power. “Vi sono situazioni diverse: è piovuto di più nell’area nord-occidentale, un po’ meno nel Veneto, ma guardando tutti i bacini dell’arco alpino il livello è buono”.

Anche perché l’ondata di caldo di giugno ha sciolto le nevi in anticipo sui tempi e ha apportato “un patrimonio idrico che dobbiamo gestire” aggiunge Marco Formenton, Middle Office and Risk Management Italy, Global Trading di Enel, la global business line che monitora costantemente anche la situazione meteo nell’ambito del più ampio lavoro di gestione del rischio.

Abbiamo fatto un giro nelle principali centrali idroelettriche gestite da Enel in Italia per capire che non c’è nessun allarme, anche grazie alla collaborazione con le autorità di bacino regionali e interregionali che, nei momenti critici, si intensifica.

“Abbiamo firmato due mesi fa un protocollo per la gestione degli utilizzi plurimi della diga del lago di Barrea (un lago artificiale in provincia de L’Aquila, ndr) e ora ci troviamo a un livello che assicurerà per tutta la stagione una scorta idrica importante - racconta Corrado Coletta, responsabile impianti idroelettrici Lazio, Abruzzo e Marche. L’estate in anticipo sui tempi non ha colto Enel di sorpresa. “Abbiamo definito le regole del gioco con gli stakeholder locali, e siamo nelle condizioni di affrontare questo periodo in assoluta tranquillità”.

Enel, infatti, gestisce una risorsa naturale come l’acqua per la produzione di energia sulla base di piani precisi concordati con le autorità di bacino.

“Se c’è un’esigenza specifica le autorità preposte creano dei tavoli di concertazione ai quali partecipiamo seguendo scrupolosamente le loro indicazioni”, spiega ancora Pignoloni. “Un’autorità interregionale del bacino del Po deve coordinare molte regioni in modo che l’azione in una non ne danneggi un’altra”.

E proprio il Po è un punto di attenzione. “Ma la situazione oggi è migliorata anche grazie alla pioggia della settimana scorsa: - dice Pignoloni - il livello del Po dipende da due grandi laghi, il Lago Maggiore e il Lago di Como, oggi il livello di riempimenti di questi laghi è attorno all’80-90 per cento, quindi la situazione è meno preoccupante di quello che potrebbe sembrare”. Spiega ancora Pignoloni: “Quando esiste una prospettiva di siccità prolungata è importante avere dei rilasci di acqua più accurati, sempre seguendo le indicazioni delle autorità e sempre con questo ordine di priorità di utilizzo: idropotabile, irriguo e idroelettrico”.

L’impianto della diga di Alpe Gera, in Lombardia, raccoglie fino a 68 milioni di metri cubi di acqua. “Ora siamo a 42 ma stiamo crescendo di circa un metro al giorno, - racconta Paolo Tartaglia, responsabile Ubh Lombardia, -  le ultime perturbazioni hanno portato notevoli quantità di acqua, i laghi ne hanno beneficiato, in particolare il Lago Maggiore, il Lago di Como e il Lago di Iseo, quindi possiamo dire che la situazione in Lombardia è rientrata nei limiti”.

“È stato un anno scarso per l’apporto di acqua, siamo al di sotto della media come precipitazioni, ma non c’è una situazione di crisi, - conferma Mario Sciolla, responsabile Ubh Piemonte di Enel dalla diga di Chiotas, a duemila metri di altezza, uno degli impianti di maggiore potenza per tecnologia idroelettrica in Italia. “Esistono dei punti di attenzione, ma siamo oltre l’80 per cento dello stock di acqua negli invasi: siamo riusciti a fare il pieno anche quest’anno”.