Premiare la sostenibilità

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La cupola cinquecentesca della fondazione Ambrosianeum di Milano ha ospitato, il 27 novembre scorso, la quarta edizione del premio BBS (Biblioteca Bilancio Sociale), che è stata anche l’occasione per un convegno dedicato alla sostenibilità. Valore che, nelle parole della stessa Fondazione, è “l’equazione vincente che coniuga redditività a lungo termine, giustizia sociale e tutela dell’ambiente”.

Gli effetti di questa equazione, come ricordato dalla fondatrice della BBS Mirta Barbeschi in apertura del convegno, erano già chiari quasi sette secoli fa, come si deduce dall’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, il ciclo di affreschi che Ambrogio Lorenzetti dipinse nel Palazzo Pubblico di Siena nel 1338: immagini forti, didascaliche, che proclamano come già allora il buon governo fosse considerato una missione socio-ambientale.

“BBS è nata per mettere in risalto i contenuti dei bilanci di sostenibilità delle aziende - ha spiegato Barbeschi nello spazio un tempo riservato alle scuderie vescovili, - allo scopo di divulgarli al grande pubblico, e con essi divulgare il tema della sostenibilità come valore prezioso. Perché il rendersi sostenibili non è una battaglia da vincere, ma ancora da cominciare, e idealmente i mercati dovrebbero essere messi in condizione di capire questo impegno di buon governo da parte delle aziende che l’hanno fatto proprio, e premiarlo di conseguenza.”

I mercati, come ha sottolineato l’AD di LifeGate Enea Roveda presentando i risultati di una ricerca commissionata dalla sua azienda, sembrano maturi per farlo. I dati ci dicono che la sostenibilità è un tema considerato rilevante da 29,7 milioni di italiani, ossia il 59 per cento della popolazione, con un 30% che si dichiara “interessato” e un altro 29% “appassionato”. “Per questi ultimi sappiamo che la sostenibilità di un servizio o di un prodotto viene prima della convenienza economica” ha detto Roveda. “Ciò dimostra che oggi per un’azienda puntare a essere sostenibile non significa cavalcare una moda, ma attirare l’interesse di un enorme bacino di consumatori potenziali.”

La differenza tra sviluppo e progresso

In sala, fra le aziende da tempo impegnate in questo senso, era presente Enel. Sia perché - come ha ricordato Roveda - “l’energia è il tema fondamentale dei nostri giorni, legato direttamente alle problematiche ambientali”, sia perché - come ha aggiunto Barbeschi - “è l’azienda che ha vinto in assoluto il maggior numero di riconoscimenti di sostenibilità: l’elenco è lungo dieci pagine”.

A rappresentare il nostro Gruppo è intervenuto Ernesto Ciorra, Chief Innovability® Officer di Enel, che ha spiegato subito il significato del neologismo che dà il nome alla sua divisione: “Non lavoriamo più separatamente sull’innovazione e sulla sostenibilità, bensì sull’innovability®, un termine che unisce i due concetti, e non solo a parole, poiché pensiamo sia impossibile scinderli: non si può pensare di innovare senza essere sostenibili, e viceversa.”

“Nel Gruppo - ha proseguito - abbiamo molto bene in mente la differenza fra sviluppo e progresso, come la intendeva Pier Paolo Pasolini: lo sviluppo attiene soltanto ai fattori economici, ma il progresso si misura da quanto una comunità o un Paese siano in grado di produrre più libertà, più socialità, più economia e più cultura. E noi di Enel puntiamo al progresso inteso proprio in quel senso. Perché se non crei valore a lungo termine, ovvero sostenibile, nella comunità dove operi, la tua azienda è destinata a chiudere: in altre parole, questa concezione del fare impresa è il miglior modo per servire gli azionisti.”

Durante il suo intervento, Ciorra ha raccontato un progetto particolarmente significativo: “Se portiamo energia nella baraccopoli di un paese emergente e oltre l’80 per cento di questa viene rubata, l’operazione non è sostenibile. Qual è la soluzione per renderla tale? Creare sviluppo sociale e crescita economica che mettano gli abitanti in condizioni di pagare la bolletta. Ed è quanto stiamo facendo proprio in una favela di Rio de Janeiro, dove abbiamo coinvolto gli abitanti in un programma di raccolta e riciclo di rifiuti che migliora la qualità ambientale e garantisce loro un reddito, e dove finanziamo gli studi dei loro figli. Infatti i furti di energia sono diminuiti in maniera drastica, così come gli incidenti correlati, a volte mortali, e il degrado. Questo per noi significa essere sostenibili: non un esercizio di filantropia, ma la volontà di far parte di un mondo che innova e crea valore diffuso”.

Dopotutto, ha detto Ciorra, le aziende che non innovano, chiudono: “E saremmo destinati a chiudere anche noi se non perseguissimo un programma di innovazione su tutti i fronti. Per farlo, però, è importante coinvolgere le menti migliori, gente che ha fame di cambiare il mondo, soprattutto che non conosce il nostro settore e quindi può produrre idee veramente innovative che ci servono a progredire come azienda. Noi vogliamo attirare quelle menti, farle nostre alleate”. Ecco perché negli ultimi anni abbiamo collaborato proattivamente con centri di ricerca, partner accademici e industriali e valutato più di 2000 startup, implementando con alcune di loro più di 30 progetti, già in fase commerciale: “E – prosegue Ciorra - abbiamo sempre le porte aperte alle nuove idee: tramite la piattaforma Open Innovability®, qualunque startup o ong voglia unirsi a noi, può farlo. Anche per affrontare insieme a noi le sfide sociali”.

Difatti anche le sfide sociali, in particolare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, sono un pilastro della nostra strategia aziendale. “La numero 7, per esempio - ha spiegato Ciorra - quella che si prefigge di dare accesso all’energia al miliardo e mezzo di persone che in tutto il pianeta ancora non ce l’hanno. Per noi, quella sfida è diventata un mantra: nel 2015 ci siamo presi l’impegno di portare energia a tre milioni di persone entro il 2020, e siamo già a quota 1,7 milioni. Perché il mondo, come l’ha definito Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, è la casa comune in cui viviamo. Ed è compito di tutti noi renderla un posto migliore.”