Digitale, il coraggio di cambiare

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Un altro riconoscimento alla capacità di innovare di Enel. Il premio Assochange, giunto alla sesta edizione, è stato consegnato a Milano il 1° dicembre scorso in occasione della presentazione del rapporto dell’Osservatorio sul Change Management, nato quattro anni fa per raccogliere, analizzare e classificare le esperienze di cambiamento delle aziende italiane.

Il premio, ritirato da Ernesto Ciorra, Head of Innovability® di Enel, è stato assegnato per “aver promosso e messo in campo innumerevoli iniziative atte a sviluppare una cultura interna costantemente aperta all’innovazione e alla ricezione d’idee, progetti e tecnologie da un ampio ecosistema esterno, premiando l’imprenditorialità, la gestione del rischio e degli errori come volano di crescita per l’azienda e i dipendenti”.

Un premio che va alla “più importante azienda italiana e una delle più importanti del mondo”, nelle parole del presidente di Assochange Salvatore Merando, “che ha fatto del cambiamento uno dei propri cardini”. Un cambiamento che le aziende, oggi sempre più obbligate a mettersi al passo coi tempi per sopravvivere, “si trovano spesso a dover rincorrere, soprattutto quando si tratta di digitalizzazione, per l’enorme velocità a cui il mondo si sta evolvendo”.

Non a caso, fra i dati più significativi dell’osservatorio si trovano quelli che dimostrano come nelle aziende italiane nel 2017 balzino in avanti i progetti dedicati a digitalizzazione e tecnologia, secondi solo a quelli dedicati al miglioramento della struttura organizzativa.

In realtà “la prospettiva del cambiamento, - ha ricordato nel suo intervento Mariano Corso, dell’Osservatorio sull’innovazione digitale del Politecnico di Milano, - genera paura, ansia, senso di impotenza, chiusura, rifiuto della diversità, rafforzando il pregiudizio verso il nuovo”. Applicare quindi il cambiamento in un’azienda comporta il superamento di ostacoli non solo di natura organizzativa, ma anche psicologica e culturale.

Secondo Merando, proprio Enel “è un grandissimo esempio di cambiamento, di un’azienda che è stata capace di riscrivere il proprio Dna”.

Chi non cambia muore, e noi vogliamo vivere” ha sottolineato Ernesto Ciorra parlando al pubblico. “L’azienda che non innova, e non lo fa in maniera sostenibile, muore. E per innovare bisogna coinvolgere i migliori talenti, i quali stanno sempre fuori dall’azienda: nel senso che il fatto di essere fuori, e dunque di non aver subito l’influenza delle regole dominanti di quell’azienda, può portarli a ideare qualcosa di straordinariamente creativo, che non potrebbe mai venire in mente a chi sta all’interno. Ecco dunque le nostre 130 partnership globali con aziende di ogni settore e di ogni Paese, le collaborazioni con startup e Ong di tutto il pianeta, la rete globale di Innovation Hub per attirare talenti, la piattaforma di crowdsourcing Open Innovability® tramite la quale chiunque può proporci progetti di innovazione.”

Perché nel mondo digitale, ha concluso Ciorra, noi siamo migranti: solo le generazioni più giovani, quelle dei nativi digitali, possono aiutarci a innovare.