L’economia circolare è sempre più blu

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Non solo economia circolare. Nello scenario globale ed europeo sta crescendo l’interesse di governi e aziende sulla blue economy, l’economia blu: un modello di business che estende i principi di sostenibilità e riuso propri dell’economia circolare alle attività svolte nell’ecosistema acquatico, quindi mari, oceani, coste, ma anche fiumi e laghi.

Un settore in espansione in Europa, secondo i dati del primo rapporto annuale sull’economia blu (The Annual Report on the EU Blue Economy) pubblicato di recente dalla Direzione Generale Affari Marittimi della Commissione e curato dal Joint Research Centre.

Nel 2016 l'economia blu ha rappresentato l’1,3% del Prodotto interno lordo dell’Ue, con un fatturato di 566 miliardi di euro, in costante crescita dal 2009, segnando un +14% nel periodo. Il settore ha generato 174 miliardi di euro di valore aggiunto e creato 3,5 milioni di posti di lavoro.

I principali ambiti produttivi dell’economia blu sono la pesca, il settore cantieristico e armatoriale, il turismo marittimo, ai quali si stanno affiancando industrie emergenti come le biotecnologie e l’energia degli oceani (ambito in cui si collocano sia le tecnologie che sfruttano il moto ondoso, sia la produzione eolica off shore). Nell’ambito delle biotecnologie la crescita in alcuni Stati europei è a due cifre, mentre l'occupazione nell'industria eolica offshore è passata da 23.700 persone nel 2009 a 160.000 nel 2016, superando il numero di occupati nel settore della pesca dei Ventotto.

A livello geografico, si legge ancora nel rapporto, l’Italia si colloca al terzo posto tra le più grandi economie blu europee, preceduta da Regno Unito e  Spagna e seguita da Francia e Grecia.

La costante crescita del settore rende quindi cruciale un approccio sostenibile e circolare al suo sviluppo. L’obiettivo del report è di offrire un’analisi di tutti gli ambiti e sottosettori dell'economia blu, per individuare le opportunità di investimento e fornire orientamenti per le politiche future, compresa la governance oceanica. La Ue è infatti impegnata nella creazione di una piattaforma di investimenti per raccogliere risorse pubbliche e private e favorire la crescita del settore in modo sostenibile.

“L'economia blu dell'Ue sta crescendo costantemente nell'ultimo decennio e il potenziale per il futuro è promettente. Con investimenti nell'innovazione e attraverso una gestione oculata responsabile, integrando gli aspetti ambientali, economici e sociali, possiamo raddoppiare il settore in modo sostenibile entro il 2030”, ha sottolineato il Commissario europeo agli Affari marittimi Karmenu Vella, in un articolo recente.

Tra le principali sfide da affrontare, sottolinea ancora Vella, c’è il problema dell’inquinamento marino, per il quale occorre definire “una strategia rivoluzionaria per le materie plastiche, fissando degli obiettivi di reimpiego e riciclaggio più ambiziosi, migliorando le strutture portuali e lavorando con le compagnie private per creare un’economia veramente circolare”.