Il Rapporto GreenItaly: la competitività è verde

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L’economia green del Belpaese è cresciuta nonostante la crisi economica, rafforzandosi e contaminando con pratiche sostenibili e modelli di business circolari il tessuto industriale italiano.

Un modello di competitività descritto dai numeri raccolti nella nona edizione del Rapporto GreenItaly, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, in collaborazione con il Conai e Novamont e il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Lo studio che misura la forza della Green economy nazionale è stato presentato a Roma il 30 ottobre, nel corso di una conferenza a cui ha partecipato anche il nostro Amministratore Delegato, Francesco Starace.

Il tema dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta uno dei focus di GreenItaly: l’Italia, evidenzia lo studio, è al primo posto tra i grandi Paesi Ue per quota di rinnovabili (il 17,4%) nel consumo interno lordo di energia.

Le attività economiche legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ha sottolineato il nostro AD, sono cresciute negli ultimi sei anni in maniera esponenziale e le aziende del settore presentano tassi di successo e performance migliori delle altre. “Un segnale di grandissima forza perché sono riuscite a crescere nel periodo peggiore che ha attraversato l’economia mondiale e, quindi, quella italiana”.

La fotografia scattata dal rapporto GreenItaly rispecchia questo trend: sono oltre 345mila (quasi un quarto dell’intera imprenditoria extra agricola) le imprese del tessuto industriale che nell’ultimo quinquennio hanno scelto di investire (o contano di farlo entro la fine del 2018) in prodotti e tecnologie verdi per ridurre il proprio impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Realtà che mostrano un dinamismo sui mercati esteri superiore al resto del sistema produttivo italiano, con fatturati più alti e un incremento di occupazione maggiore. Nel 2017 sono stati quasi 3 milioni i green job, pari al 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Queste aziende innovano più delle altre: il 79% punta in particolare sulle tecnologie digitali e su Industria 4.0.

Secondo il Rapporto gli investimenti green rappresentano una scelta in grado di sostenere la ripresa e una potenziale leva di competitività in un contesto imprenditoriale come quello italiano, in cui qualità e bellezza, coesione sociale e legami territoriali aiutano i fatturati delle imprese. Un modello di sviluppo che rappresenta uno strumento in più per contrastare i mutamenti climatici, in linea con quanto indicato dal recente rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).

I dati del rapporto GreenItaly ci dicono, ha osservato il nostro AD, che “non dobbiamo pensare che l’Italia sia particolarmente in ritardo o particolarmente in vantaggio: per una volta ha la possibilità di giocarsela bene, a viso aperto, con un’enorme chance di portarsi avanti”. In questo contesto la nostra azienda ha abbracciato i principi di economia verde e circolare, intervenendo sui tre segmenti principali della catena del valore dell’energia: la produzione, con l’impegno a sostituire entro il 2050 la generazione di energia da fonti fossili con quella da fonti rinnovabili; la distribuzione, attraverso la digitalizzazione delle reti di media e bassa tensione, indispensabile per poter gestire l’aumento della produzione rinnovabile; la creazione di servizi innovativi per l’efficienza energetica e l’elettrificazione dei consumi, a partire dallo sviluppo della mobilità elettrica, fino alle soluzioni per rendere efficiente l’illuminazione pubblica dei comuni italiani e per supportare le industrie che vogliono ottimizzare l’uso dell’energia.

Una scelta strategica e di business grazie alla quale oggi siamo considerati un’azienda leader per tutti quelli che credono nella Green economy.