Ammonta a 126 miliardi di euro il valore degli investimenti al 2030 necessari a raggiungere i nuovi obiettivi sulle fonti rinnovabili fissati dall’Unione Europa, di cui 68 miliardi nel settore elettrico e 58 in quello termico. Risorse che potrebbero rappresentare uno stimolo anche per il sistema economico del nostro Paese: se questi investimenti venissero pienamente recepiti dalla filiera manifatturiera italiana si generebbe, entro il 2030, un incremento del valore della produzione industriale di 226 miliardi di euro, con ricadute positive in termini di valore aggiunto per le aziende e per l’occupazione.
È questo lo scenario delineato nel Libro bianco per uno sviluppo efficiente delle fonti rinnovabili, realizzato da Confindustria in collaborazione con Ernst & Young e Ricerca sul Sistema Energetico - RSE Spa, presentato il 4 dicembre a Roma, nella sede dell’associazione degli industriali, durante il convegno dal titolo “Strategie per lo sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030”. All’incontro, che ha riunito esponenti del mondo economico, politico e della ricerca, oltre a rappresentanti della filiera energetica, tra cui Simone Mori, presidente di Elettricità Futura, e Antonio Cammisecra, Amministratore delegato di Enel Green Power, l’azienda del nostro Gruppo leader mondiale nelle energie rinnovabili, che proprio in questi giorni celebra il suo decimo compleanno.
Le opportunità delineate nello scenario emerso nell’approfondito studio di Confindustria, ha evidenziato Cammisecra nel suo intervento, potranno essere colte costruendo un dialogo costruttivo con tutti gli attori del settore energetico, per condividere una strategia di sviluppo delle rinnovabili e del sistema economico del nostro Paese. Ricerca e progresso tecnologico, nuovi strumenti come i contratti di acquisto di lungo periodo (PPA), interventi infrastrutturali e un nuovo disegno di mercato sono alcuni dei temi che occorre affrontare per raggiungere i nuovi target di sostenibilità grazie alle fonti rinnovabili.
I dati del Libro bianco - introdotto da Massimo Beccarello, vicedirettore Politiche industriali di Confindustria, e illustrato nel dettaglio da Romano Carlo Ambrogi, referente per Strategia, Rapporti istituzionali e Comunicazione RSE, e Paola Testa, responsabile Market Segment Energy, di E&Y MED - evidenziano infatti come, per beneficiare delle opportunità offerte dalla transizione energetica, il nostro Paese dovrà darsi regole chiare, efficienti e stabili nel tempo e con una prospettiva di medio lungo periodo, svincolata da ideologie o mode tecnologiche del momento.
Con il Piano strategico 2019-2021 il nostro gruppo ha confermato la volontà di continuare nel percorso di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica, investendo in tecnologie green e digitalizzazione delle reti, con l’obiettivo di azzerare la generazione da fonti fossili entro il 2050.
Un percorso che richiede apertura e una visione di lungo termine, che vuole cogliere le opportunità offerte dall’impulso alla lotta ai cambiamenti climatici definiti nell’Accordo sul clima del 2015. Accordo che ha posto le basi per un percorso globale di decarbonizzazione dell'economia e al quale si ispirano i nuovi obiettivi europei in tema di emissioni. L’Ue ha infatti già fissato per il periodo 2021-2030 una riduzione dei gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990, attraverso un incremento della generazione rinnovabile fino al 32% e dell’efficienza energetica del 32,5%. La strada è tracciata: percorrerla conviene.