La circolarità e la filiera del valore

{{item.title}}

La crescente scarsità di risorse e le sfide ambientali impongono di abbandonare il vecchio modello economico lineare “produci, consuma, dismetti” per passare a un modello circolare grazie al quale i prodotti sono progettati per durare più a lungo, l’utilizzo condiviso e la vendita di servizi tendono a sostituirsi alla proprietà esclusiva, i prodotti a fine vita diventano risorse da valorizzare, e si immaginano soluzioni per estendere la vita dei beni.

Se n'è discusso al Green Social Festival 2019 di Bologna il 22 maggio, nell'ambito del convegno “L'economia circolare che non c'è. Ancora”, ospitato a Palazzo d'Accursio, nella quattrocentesca cappella Farnese, e inserito nel programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

“Per noi l’economia circolare è un’ulteriore evoluzione del processo avviato con la transizione energetica che abbiamo portato avanti negli anni”, ha detto Luca Meini, responsabile Economia Circolare di Enel, ricordando come il nostro Gruppo abbia intrapreso da tempo “una rapida curva di decarbonizzazione”, focalizzando la nuova capacità sulle fonti rinnovabili. “L’economia circolare – ha sottolineato Meini – ci permette di coinvolgere tutte le nostre aree di business in questa evoluzione verso un modello sempre più innovativo e sostenibile”.

Il convegno è stata l'occasione per fare il punto sull'economia circolare in Italia con amministratori locali, associazioni, aziende del settore dei servizi ambientali e startup. Alla discussione hanno partecipato anche Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente, Attilio Raimondi, responsabile del Servizio ricerca, innovazione, energia ed economia sostenibile dell'Emilia Romagna, e Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna. Le Istituzioni europee, nazionali e regionali stanno definendo regole utili a facilitare la transizione all'economia circolare, ma questo non basta - hanno ricordato i relatori. Perché il nuovo paradigma prenda piede serve uno sforzo collettivo per costruire nuovi modelli di business e di consumo, filiere innovative e nuovi settori industriali.

L’economia circolare non si limita al riciclo dei rifiuti, come ha spiegato Meini, ma si articola lungo l’intera filiera del valore. “Si parte dal primo step, dai materiali e dall’energia che utilizziamo e dal modo in cui progettiamo i nostri prodotti. Poi arriva tutta la parte dei modelli di business, dallo sharing al prodotto come servizio, fino all’estensione della vita utile e a quello che facciamo con gli asset a fine vita, dall’upcycling al riciclo. È un tema che stiamo portando avanti in tutti i Paesi dove siamo presenti e più in generale stiamo assistendo in tutti i continenti ad un forte impegno su questo”.

In questo contesto è fondamentale il ruolo di acceleratore della transizione al nuovo paradigma, svolto da Enel. “In Italia abbiamo ad esempio avviato una forte collaborazione con aziende di vari settori, ragionando in maniera trasversale sul tema, perché l’economia circolare presuppone una visione integrata”.

Un altro esempio di come stiamo applicando i principi dell’economia circolare nel nostro business è il sistema di approvvigionamento. Attraverso il progetto Circular Procurement si valuta l’impatto ambientale di quanto acquistato lungo l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime e dalle fonti energetiche utilizzate fino al prodotto finito. Si tratta di un progetto partito da una fase pilota e via via esteso, che permette al Gruppo di avere una visione completa del proprio impatto e di supportare anche i propri fornitori nella transizione verso l’economia circolare.

Luca Meini ha ricordato anche il ruolo svolto da Enel X, la business line “che ha posto l’economia circolare tra i suoi driver e che sta sviluppando prodotti innovativi e soluzioni digitali proprio in questa ottica”, concentrandosi su mobilità elettrica, efficienza energetica, fonti rinnovabili e domotica e offrendo ai propri clienti anche un servizio di misurazione del proprio livello di circolarità.

“È importante avere una visione completa del tema economia circolare, end-to-end”, ha concluso Meini. “Noi stiamo lavorando fin dall’inizio sulla metrica perché l'economia circolare ha un perimetro circoscritto che va misurato e quantificato per portare un impatto effettivo”. Solo in questo modo diventa possibile raggiungere benefici in termini sia di sostenibilità ambientale sia di competitività per tutto il Pianeta.