Santa Barbara: nell’ex miniera rinascono biodiversità e turismo

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Nel cuore della campagna toscana, tra Firenze e Arezzo, c’è uno spazio naturalistico con boschi, laghetti, piste ciclabili e il ritorno degli uccelli migratori. È l’ex area mineraria di Santa Barbara, che ospitava miniere di lignite e ora sta rifiorendo.

Il progetto di recupero dell’area, partito nel 2010, rientra nell’impegno per la riqualificazione dei nostri siti in un’ottica di economia circolare nell’ambito della transizione energetica. Una sfida di lungo periodo che prevede la stabilizzazione morfologica del territorio, il ripristino della vegetazione per favorire la biodiversità e la creazione di percorsi fruibili per attività sportive.

In questo contesto Santa Barbara costituisce un caso particolare per la sua origine: una zona mineraria, compresa fra il Comune di Cavriglia (Arezzo) e quello di Figline e Incisa Valdarno (Firenze), che oggi copre un’estensione di circa 1.600 ettari, pari a 20 volte il parco romano di Villa Borghese o a quasi il doppio dell’isola di Capri. Un’opportunità di grande importanza per un territorio, come quello toscano, da tempo votato al turismo sostenibile.

La sua storia parte da lontano. L’attività estrattiva a livello industriale è iniziata nell’Ottocento e proseguita fino alla prima metà del Novecento con numerose miniere in galleria. Il sito è stato dismesso nel 1994 e, nel 2004, abbiamo presentato il progetto di riassetto complessivo dell’area. Nel 2006 abbiamo firmato un protocollo d’intesa con gli enti locali per definire gli interventi e gli obiettivi di destinazione del sito.

Al termine delle operazioni di riqualificazione, oltre 400 ettari saranno coperti da bosco, ma la riforestazione è già avviata: “Stiamo reinserendo la quercia cipollina, che era quasi scomparsa, mentre la maclura pomifera, originaria del Nord America, può svolgere la funzione del gelso. Sono stati ripristinati anche ontani, querce, farnie e conifere” spiega Fabio Cataudella, responsabile Power Plant Repurposing di Global Power Generation. Alle piante hanno fatto seguito gli animali: caprioli, daini, fagiani, lepri, volpi e cinghiali si stanno riappropriando del territorio, dove sono arrivati anche uccelli come aironi, germani, oche e garzette.

Ci sarà spazio anche per le attività sportive, culturali ed educative, sempre in un’ottica di sostenibilità: “Il piano di riassetto renderà fruibili i laghi per la pesca e il relax, con spiaggette e percorsi pedonali e ciclabili” prosegue Cataudella, che aggiunge: “Abbiamo risistemato anche 80 chilometri di strade bianche su cui, ormai da 9 anni, passa la Marzocchina, gara ciclostorica che quest’anno ha visto la presenza di 400 ciclisti”. Tra gli altri itinerari già definiti c’è la Via della lignite, un percorso tematico che viene aperto durante i Miniera Eco-Days, domeniche organizzate per sensibilizzare le famiglie sui temi della salvaguardia ambientale.

Un tempo segnato dall’abbandono delle attività minerarie, il panorama oggi sta risorgendo a nuova vita, assumendo nuovamente le caratteristiche del dolce paesaggio agreste in cui nel Settecento amava cavalcare il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo.