World Energy Outlook 2022: le rinnovabili per l’indipendenza e la sicurezza energetica.

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La crisi energetica causata dallo scenario geopolitico dell’ultimo anno sta segnando il punto di svolta di una profonda trasformazione delle modalità con cui produciamo e consumiamo energia, grazie all’impegno di governi e imprese che nel 2022 hanno investito in modo sempre più convinto nelle fonti rinnovabili, con lo scopo di realizzare sistemi energetici più sicuri, sostenibili e convenienti.

È questo il quadro che emerge chiaramente dal World Energy Outlook 2022, il report annuale a cura dell’International Energy Agency (IEA) che giovedì 23 febbraio è stato presentato nella Sala Capitolare di Palazzo Minerva: un incontro organizzato dal nostro Gruppo per sottolineare come il prossimo decennio si rivelerà fondamentale per perseguire progetti di ampio respiro attraverso cui concretizzare ulteriormente la sinergia di intenti tra istituzioni e aziende, e procedere ancora più speditamente verso l’indipendenza e la sicurezza energetica.

Una trasformazione che nell’ultimo anno proprio in Europa ha mostrato un’accelerazione particolarmente indicativa: numeri alla mano, è questo il panorama descritto da Fatih Birol, Direttore Esecutivo IEA – che ha presenziato all’evento insieme al nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale Francesco Starace, e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Picchetto Fratin.

Dalle analisi del World Energy Outlook 2022, infatti, emerge con forza una parola d’ordine: diversificazione. Ed è in quest’ottica che si inserisce il ruolo sempre più strategico – non solo per l’economia, ma anche per l’ambiente – delle fonti rinnovabili, che si candidano a diventare il mezzo principale per assicurare la futura sostenibilità dei piani energetici nazionali, del settore industriale e dei consumi privati di tutta l’Europa.

Un cambiamento già in atto, inevitabilmente accelerato dalla grave crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, che a un solo anno di distanza dimostra però segnali incoraggianti. Alla drastica diminuzione dell’impiego di gas importato dalla Russia, ormai ridotto a una soglia inferiore al 10%, nel corso dell’ultimo anno l’Europa ha risposto con maggiori investimenti nei settori dell’energia solare ed eolica, che nel 2022 hanno registrato un aumento di produzione del 40%. E nonostante la crisi abbia portato a un innalzamento dei consumi di carbone, nel corso del 2022 le emissioni di CO2 sono diminuite del 2,5%: un cambiamento di rotta supportato anche dalla maggiore consapevolezza della cittadinanza, e che si riflette nell’aumento delle vendite delle pompe di calore (+40%) e delle automobili elettriche (+15%) – dato, quest’ultimo, che rispetto al 2019 risulta addirittura quintuplicato.

Ma se l’Europa vuole rimanere competitiva nel mercato energetico mondiale, è necessario avviare un profondo piano di riconversione del comparto industriale, soprattutto per quanto riguarda la produzione di tecnologie e dispositivi senza cui sarebbe altrimenti impossibile sostenere una completa transizione verso le energie rinnovabili – scenario che lascerebbe nuovamente l’Europa in balia di potenziali minacce per la sua stabilità e indipendenza energetica.

La soluzione? Stabilire rapporti di mutuo vantaggio con nuovi stakeholder: una strategia sostenuta pienamente da tutto il nostro Gruppo, che da sempre punta sull’innovazione per offrire soluzioni sempre più efficaci, economiche e sostenibili alle esigenze energetiche dell’Italia e dell’Europa. Come nel caso della 3Sun GigaFactory di Catania, che Francesco Starace ha definito “il risultato di un equilibrio perfetto tra la nostra filiera e l’innovazione tecnologica.”

In un momento in cui l’energia è diventata un fattore dirimente, trasversale a tutti gli aspetti del mondo moderno la soluzione ancora una volta risiede in un investimento convinto e consapevole nelle energie rinnovabili.