Made in Italy, i Campioni del Sud

Made in Italy, i Campioni del Sud

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Un altro Sud. Ribaltando il punto di vista tradizionale, che colloca il Mezzogiorno al centro del dibattito pubblico solo per i suoi problemi, il Corriere della Sera, in collaborazione col portale ItalyPost, ha organizzato il 15 giugno un incontro a Napoli intitolato “Il Sud Genera Futuro”, al quale ha partecipato Patrizia Grieco, Presidente di Enel e del Comitato Italiano di Corporate Governance.

L’evento è stato ospitato nel complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, tra le più antiche basiliche della città e porta d’ingresso alla Napoli sotterranea. Come ha evidenziato Daniele Manca, vicedirettore de Il Corriere della Sera, il futuro dell’Italia è proprio nel Sud, perché nel Mediterraneo si stanno definendo i nuovi equilibri socio-economici dell’Europa. Dopo aver mappato circa 14mila piccole e medie aziende con un fatturato compreso tra i 20 e i 120 milioni di euro, la ricerca di ItalyPost ha selezionato 500 imprese capaci di crescere con un tasso medio annuo del 13% e un indice di redditività vicino al 20%: i Campioni del Made in Italy. Di questi, 37 sono nel Sud Italia e la Campania è la Regione che nel 2017 ha registrato la crescita di Pil più alta d’Italia. 

 

Imprese piccole, ma competitive 

L’ultimo rapporto Cerved ha registrato un boom delle imprese innovative e quelle che hanno saputo ricollocarsi sono riuscite addirittura a rafforzarsi. Esaminando questi dati, Patrizia Grieco ha spiegato che la crescita nel Sud avviene a ritmi superiori rispetto a quella nazionale (+4,1% contro 3,6%), anche se riguarda prevalentemente realtà di piccole dimensioni. Nel Mezzogiorno sono presenti circa 26mila PMI con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e 670mila addetti: un insieme molto dinamico che conferma la capacità di “rigenerare futuro”.

 

“Nei confronti delle imprese che entrano a fare parte dell’ecosistema di Enel, ci presentiamo come partner industriale, apripista, e capofila di filiera, che vuole mettere a disposizione tutte le conoscenze, le tecnologie e l’expertise necessari per accelerarne il percorso di innovazione digitale e di sviluppo sostenibile”

– Patrizia Grieco, Presidente di Enel e del Comitato Italiano di Corporate Governance

Mettendo a disposizione una rete di 8 Innovation Hub Enel può offrire le migliori opportunità di business, oltre che assicurare la creazione di valore condiviso.

 

La Corporate Governance delle PMI 

Patrizia Grieco ha parlato a Napoli anche in qualità di Presidente del Comitato Italiano di Corporate Governance, rilevando come siano ancora poche le PMI che oggi ricorrono a risorse finanziarie di tipo non bancario. Le quotate, inoltre, rappresentano solo lo 0,31% della capitalizzazione di Borsa, mentre scarso appare il numero delle società ad elevata capitalizzazione (le cosiddette “big cap”).

In Europa questo problema è affrontato nel contesto del programma Capital Markets Union, per il quale è stata lanciata a maggio la prima di una serie di iniziative che compongono lo “SME Listing Package”. Sono proposte di modifica delle vigenti regole comunitarie in materia di market abuse e prospetti, con l’obiettivo di alleggerire il contesto regolatorio entro il quale le piccole e medie imprese si muovono. A livello italiano, invece, sono promossi i PIR (Piani Individuali di Risparmio), che favoriscono l’afflusso di capitali retail verso le aziende italiane, grazie ad incentivi fiscali. Nel 2017, primo anno di sperimentazione, attraverso questi Piani sono stati raccolti circa 11 miliardi di euro per un patrimonio complessivo di 16 miliardi. A beneficiarne è stata anche Piazza Affari, dove il numero delle quotazioni in Borsa ha registrato un incremento del 150% di anno in anno, con una maggior vitalità di listini come Star e Aim (+20%). Il programma internazionale ELITE, nato nel 2012 su iniziativa di Borsa Italiana in collaborazione con Confindustria, ha poi accelerato il processo di crescita e internazionalizzazione delle aziende grazie a un miglior utilizzo del mercato finanziario: degli 800 partecipanti registrati ad aprile 2018, 520 erano italiani

 

“Il lavoro, i giovani e il fattore umano sono l’unico vero elemento in grado di generare futuro, che vuol dire generare cambiamento. Dobbiamo puntare su questi elementi per combattere la disoccupazione giovanile e consolidare una vera e propria rivoluzione etica, imprenditoriale e sociale che sia in grado di valorizzare il grande patrimonio presente nel nostro Sud e in tutta la Penisola”

– Patrizia Grieco, Presidente di Enel e del Comitato Italiano di Corporate Governance

Da aziende di famiglia a leader di mercato 

A Napoli è stato valorizzato anche il ruolo di piattaforma di lancio svolto dalle grandi aziende nei confronti delle piccole, potendole aiutare a raggiungere una posizione di leadership nel mercato. Insieme alle opportunità della digitalizzazione, che al Sud ha permesso spesso di ovviare a problemi infrastrutturali legati ai trasporti, sono state costruite filiere molto articolate: Engineering e il Gruppo Adler, ad esempio, sono fra le aziende che hanno favorito questo processo.

Il tessuto italiano mostra poi una grande diversificazione e il Sud non fa eccezione. Quando gli investimenti sono stati dirottati verso la crescita e l’internazionalizzazione, aziende agroalimentari, manifatturiere e farmaceutiche sono riuscite a diventare competitor a livello mondiale. Fra queste, Antimo Caputo che oggi esporta la farina napoletana in oltre 5o Paesi. La Distilleria Fratelli Caffo, nata in Calabria come impresa di produzione locale, ha inventato e lanciato “l’amaro ghiacciato”, divenendo anche partner di Starbucks. Essemoda, grazie al continuo scouting di giovani talenti, è ora uno dei marchi più noti nel campo delle calzature. LAER è invece un punto di riferimento internazionale per la produzione di strutture aerospaziali tecnologicamente avanzate, mentre Genetic Spa si pone all’avanguardia per la qualità e le tecnologie adoperate nel processo di sviluppo di specialità medicinali. Le loro testimonianze hanno dimostrato che il Sud Italia non è affatto un’economia ripiegata su se stessa, ma capace di competere a livello internazionale, soprattutto quando inserita in un contesto territoriale virtuoso.

La sfida della competitività, allora, non è una questione di dimensioni: è la velocità di innovazione a fare la differenza. Se le piccole e grandi imprese nazionali saranno in grado di sviluppare una strategia di collaborazione più articolata, l’Italia - oggi seconda al mondo per competitività dei settori produttivi - riuscirà anche a ridurre le disuguaglianze fra Sud e Nord.

Con un leader internazionale come Enel, il Mezzogiorno può guardare oltre i confini del Mediterraneo.