Il modello Carpi

Pubblicato mercoledì, 20 marzo 2019

“Dialogo con il territorio, economia circolare e sostenibilità sono le tre leve per raggiungere l’obiettivo: trasformare la dismissione di ogni sito in una nuova occasione di sviluppo e creazione di valore”

– Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Enel Produzione

Carpi Polo logistico Enel - Enel.it

Un cantiere circolare

Il cantiere di Fossoli rappresenta un modello di economia circolare esemplare. Il ricorso a demolizioni selettive ha permesso il recupero di circa 3.700 tonnellate di materiali metallici, oltre a rame e alluminio, e il riutilizzo sul posto di 7mila tonnellate di calcestruzzo frantumato. In questo modo è stato minimizzato ogni possibile spreco, trasformando in nuove risorse i materiali derivanti dalla demolizione.

Non solo: fin dalla fase della progettazione è stato utilizzato il modello BIM (Building Information Modeling), per ottimizzare la pianificazione, realizzazione e gestione di una costruzione attraverso la raccolta di informazioni e rappresentazioni in 3D dell’intero ciclo di vita dell’opera. “Quando tra 100 anni anche questa struttura verrà smaltita e riconvertita avremo già le istruzioni per l’uso per poterlo fare” ha spiegato il sindaco di Carpi.

La demolizione di un’ex centrale termoelettrica è un’operazione complessa: l’impianto occupava un’area di 76mila metri quadrati, con due unità turbogas di circa 90 MW di potenza ciascuna, alimentate a metano. I lavori hanno rispettato i tempi: il cantiere di demolizione, avviato a settembre 2017, si è chiuso all’inizio di maggio 2018 quando sono state gettate le prime fondamenta della nuova struttura, che è stata terminata in meno di un anno.

Parola d’ordine: sostenibilità 

Il nuovo hub logistico copre un’area di circa 20mila metri quadrati all’aperto e altrettanti al coperto, ed è collocato in una zona dotata di diversi impianti e siti che ne fanno “un vero e proprio polo del riciclo e del recupero”, come lo definisce il sindaco di Carpi. Ma ciò che più conta è che sia stato realizzato con soluzioni sostenibili e a impatto zero: un’illuminazione con lampade LED, un sistema di fitodepurazione per l’acqua sanitaria e di recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il sistema antincendio, stazioni di ricarica elettrica per i muletti.

“Le soluzioni di riconversione che costruiamo insieme ai territori devono dare risposte in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica: solo così progetti come quello di Carpi possono durare nel tempo” sottolinea Solfaroli Camillocci.

Il progettto realizzato per l’ex centrale ha quindi centrato l’obiettivo : trasformare la dismissione in una nuova occasione di sviluppo creando valore condiviso attraverso il coinvolgimento del territorio. È l’approccio “shared value”, basato sul coinvolgimento diretto delle comunità locali attraverso concorsi, laboratori di idee e tavoli di lavoro. 

Il sindaco di Carpi si spinge a dire che il metodo utilizzato per la riqualificazione dell'ex centrale “si è dimostrato efficace ed efficiente: da domani tutti gli altri cantieri dovranno fare riferimento a questo metodo. Nulla sarà più come prima”.

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