“A Carpi abbiamo completato uno dei progetti di riqualificazione del nostro percorso Futur-e. Dialogo con il territorio, economia circolare e sostenibilità sono le tre leve per raggiungere l’obiettivo: trasformare la dismissione di ogni sito in una nuova occasione di sviluppo e creazione di valore”

Un cantiere circolare
Il cantiere di Fossoli rappresenta un modello di economia circolare esemplare. Il ricorso a demolizioni selettive ha permesso il recupero di circa 3.700 tonnellate di materiali metallici, oltre a rame e alluminio, e il riutilizzo sul posto di 7mila tonnellate di calcestruzzo frantumato. In questo modo è stato minimizzato ogni possibile spreco, trasformando in nuove risorse i materiali derivanti dalla demolizione.
Non solo: fin dalla fase della progettazione è stato utilizzato il modello BIM (Building Information Modeling), per ottimizzare la pianificazione, realizzazione e gestione di una costruzione attraverso la raccolta di informazioni e rappresentazioni in 3D dell’intero ciclo di vita dell’opera. “Quando tra 100 anni anche questa struttura verrà smaltita e riconvertita avremo già le istruzioni per l’uso per poterlo fare” ha spiegato il sindaco di Carpi.
La demolizione di un’ex centrale termoelettrica è un’operazione complessa: l’impianto occupava un’area di 76mila metri quadrati, con due unità turbogas di circa 90 MW di potenza ciascuna, alimentate a metano. I lavori hanno rispettato i tempi: il cantiere di demolizione, avviato a settembre 2017, si è chiuso all’inizio di maggio 2018 quando sono state gettate le prime fondamenta della nuova struttura, che è stata terminata in meno di un anno.
Parola d’ordine: sostenibilità
Il nuovo hub logistico copre un’area di circa 20mila metri quadrati all’aperto e altrettanti al coperto, ed è collocato in una zona dotata di diversi impianti e siti che ne fanno “un vero e proprio polo del riciclo e del recupero”, come lo definisce il sindaco di Carpi. Ma ciò che più conta è che sia stato realizzato con soluzioni sostenibili e a impatto zero: un’illuminazione con lampade LED, un sistema di fitodepurazione per l’acqua sanitaria e di recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il sistema antincendio, stazioni di ricarica elettrica per i muletti.
“Le soluzioni di riconversione che costruiamo insieme ai territori devono dare risposte in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica: solo così progetti come quello di Carpi possono durare nel tempo” sottolinea Solfaroli Camillocci.
Secondo Marco Fragale, responsabile di Futur-e, “la soluzione individuata per l’ex centrale rappresenta a pieno titolo l’obiettivo di tutto il progetto: trasformare la dismissione in una nuova occasione di sviluppo creando valore condiviso attraverso il coinvolgimento del territorio”. È l’approccio “shared value”, basato sul coinvolgimento diretto delle comunità locali attraverso concorsi, laboratori di idee e tavoli di lavoro. Una delle chiavi di successo di Futur-e che, non a caso, è diventato una best practice studiata a livello internazionale, come dimostra il progetto di ricerca del New York Institute of Technology.
“Possiamo dire che Carpi rappresenta un modello per Futur-e perché per tutti gli altri impianti stiamo utilizzando e utilizzeremo gli stessi principi e lo stesso metodo”
Il sindaco di Carpi si spinge a dire che il metodo Futur-e “si è dimostrato efficace ed efficiente: da domani tutti gli altri cantieri dovranno fare riferimento a questo metodo. Nulla sarà più come prima”.