Mobilità elettrica, città sostenibili

Mobilità elettrica, città sostenibili

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Oggi il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che entro il 2050 su 9,8 miliardi di abitanti il 68% sarà concentrato nelle città. Elaborare un modello di sviluppo sostenibile per le metropoli diventa quindi fondamentale per l'intero Pianeta. Per questo l'Onu ha incluso l'obiettivo delle città sostenibili tra i 17 Sustainable Development Goals (SDG 11) e il nostro Gruppo, che fa parte del Global Compact delle Nazioni Unite, lo pone tra le sei priorità a cui si è impegnato a contribuire concretamente.

Il tema è stato al centro del convegno “Innovazione e mobilità dei cittadini per lo sviluppo urbano sostenibile” che si è tenuto in Campidoglio il 30 maggio scorso, nell'ambito del Festival dello sviluppo sostenibile di ASviS. Un’occasione per condividere, tra amministratori locali, associazioni, investitori, startup e grandi aziende punti di vista ed esperienze nell’ambito della smart city, in cui giocano un ruolo cruciale l'innovazione e le infrastrutture di alta qualità, affidabili e resilienti, altro SDG target del nostro Gruppo (SDG 9).

La transizione all’elettrico

“Una mobilità moderna e sostenibile non può prescindere da una transizione verso l’elettrico”, ha detto Carlo Tamburi, direttore di Enel Italia. “Muoversi in elettrico, infatti, significa muoversi a zero emissioni locali di CO2 o di altri gas di scarico, ma anche a bassissime emissioni sonore”. Secondo il manager, lo sviluppo della e-Mobility deve essere parte integrante del processo di decarbonizzazione dell’energia che è stato intrapreso dall’Europa e che vuole rendere l’elettricità prodotta nel nostro Continente carbon free entro il 2050. “Sarebbe assurdo – ha sottolineato – eliminare il carbone in fase di produzione dell’energia e poi utilizzarlo ad esempio per muoversi: l’auto elettrica consente di chiudere il cerchio in maniera virtuosa”.

Un auspicio, quello sul ruolo trainante dell'Europa, condiviso da Enrico Giovannini, portavoce di ASviS. “Speriamo che l'Ue parta a razzo nella trasformazione del nostro Continente in un luogo che sia ancora di più campione di sostenibilità”, ha detto in collegamento da Udine, dove ha partecipato alla firma del Manifesto per la sostenibilità da parte dei rettori di 68 delle 80 università italiane. Per il passaggio a un'economia circolare basata sulla condivisione e il riuso, ha aggiunto Giovannini, “la tecnologia digitale è un fattore non solo abilitante, ma determinante”.

Una mobilità integrata

La mobilità non fa eccezione. Proprio la digitalizzazione, insieme alla elettrificazione, ha ricordato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, è alla base della rivoluzione in corso. Sono sempre di più le città italiane dove, grazie allo sharing, “è ormai possibile andare al lavoro facendo un pezzo di strada in auto elettrica, un altro con mezzi di trasporto pubblico e poi percorrere l'ultimo chilometro in bici o monopattino elettrico, con vantaggi incomparabili in termini di risparmio di tempo e costi. Sempre più persone sono disposte a fare a meno dell'auto privata perché adesso c'è un'alternativa”. Una filosofia che è al centro della strategia di Enel e che sta prendendo piede anche in altre grandi aziende. È il caso di Fs Italiane che, come illustrato dal responsabile sostenibilità dell'azienda Lorenzo Radice, si sta proponendo “non solo come treno ma come soluzione alternativa all'auto privata a combustibili fossili, che deve essere abbandonata”, promuovendo tutti i tipi di mobilità integrata e facendo leva sullo sharing.

Nella transizione un ruolo cruciale è riservato al mercato dei veicoli elettrici, in pieno sviluppo in tutto il mondo. Nell’ultimo anno, ha ricordato Tamburi, ne sono stati venduti più di 2 milioni, portando a 5 milioni il numero totale. Gli analisti prevedono che entro il 2040 il 57% delle vendite di auto e oltre il 30% del parco circolante sarà elettrico. Volumi importanti sono attesi in particolare nei mercati americano e cinese, mentre in Europa a fare da traino saranno soprattutto Gran Bretagna, Germania e Francia, Paesi in cui già a fine 2018 circolavano oltre 200 mila veicoli a trazione elettrica pura o ibridi plug-in. “Nel nostro Paese i numeri non sono ancora così importanti, ma le cose si stanno muovendo velocemente”, ha sottolineato il Direttore di Enel Italia. “A fine 2018 il parco circolante era costituito da poco meno di 30 mila veicoli elettrici o plug-in, ma i numeri sono in crescita: nei primi mesi di quest’anno, anche grazie agli eco-incentivi, il numero di veicoli elettrici puri venduti è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, superando le 2.300 unità”.

Il piano infrastrutturale di Enel

I fattori che fino a poco fa rallentavano la penetrazione della mobilità elettrica nel nostro Paese erano quattro: l’assenza di una rete di colonnine di ricarica capillare, la durata delle batterie, il costo delle autovetture, i modelli disponibili sul mercato. “Come Enel – ha ricordato Tamburi – ci siamo dati il compito di eliminare il primo, e forse più importante, fattore di rallentamento: nel 2017 abbiamo lanciato con Enel X un piano nazionale che prevede un impegno finanziario fino a 300 milioni di euro per installare sul territorio 14 mila punti di ricarica entro il 2020, che diventeranno 28 mila entro il 2022. Il piano sta andando molto bene, oggi i punti di ricarica già installati sono circa seimila”.  

Anche gli altri ostacoli stanno venendo meno: “Il numero di modelli elettrici disponibili è in continua crescita, la cost parity tra auto termiche e auto elettriche è attesa nel 2024 e tutti i grandi operatori stanno portando sul mercato modelli che hanno un'autonomia tra i 300 e i 400 chilometri. Non si parla più solo di mobilità urbana, ma interurbana e nazionale. Con il coinvolgimento delle città metropolitane e di sindaci lungimiranti abbiamo iniziato anche a ragionare sugli autobus, affinché le nuove gare prevedano quelli elettrici. È partito un processo che va nella giusta direzione”.

L’auto diventa una batteria mobile

Secondo il Direttore di Enel Italia la svolta sta nel Vehicle to Grid (V2G), la tecnologia bidirezionale che permette ai veicoli elettrici di immagazzinare e restituire energia per la stabilizzazione della rete. “Stiamo investendo tantissimo sui software per la gestione della domanda attiva dell'energia: le batterie delle auto possono essere una fonte di produzione di energia. La possibilità di aggregare le auto alle colonnine di ricarica per scaricare l'energia accumulata nelle batterie – ovviamente con l'impegno a far trovare la batteria di nuovo carica quando si vuole usare il veicolo – può generare sia un reddito per il proprietario dell'auto sia una serie di servizi di bilanciamento alla rete elettrica nel suo complesso”.

Enel, ha concluso Tamburi, “ha lanciato il V2G a livello commerciale in Danimarca già nel 2016 e adesso sta facendo una sperimentazione anche in Italia con Nissan e RSE per sviluppare questa tecnologia nel nostro Paese”. Questo a conferma dell'impegno del nostro Gruppo per la transizione energetica e per la diffusione di una mobilità sempre più sostenibile, elettrica ed efficiente che faccia da traino anche per lo sviluppo industriale del Sistema Italia.