Sviluppo Sostenibile: ognuno è responsabile del cambiamento

Sviluppo Sostenibile: ognuno è responsabile del cambiamento

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1.059 eventi organizzati in tutta Italia, milioni di persone raggiunte attraverso i media tradizionali e i social network, decine di migliaia di partecipanti, il Festival dello Sviluppo Sostenibile (21 maggio-6 giugno) si è confermato anche quest’anno la più grande manifestazione italiana sui temi della sostenibilità e un caso unico nel panorama internazionale per numero di adesioni. I risultati dell'edizione appena conclusa sono stati presentati il 6 giugno alla Camera dei Deputati, nel corso dell'evento di chiusura “Italia 2030: un Paese in via di sviluppo sostenibile”, davanti ai rappresentanti delle Istituzioni e delle oltre 240 organizzazioni che aderiscono all’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), tra cui il nostro Gruppo, rappresentato per l'occasione da Roberto Deambrogio, Direttore Comunicazione.

Un network per la sostenibilità

“L’eccezionale successo del Festival – ha commentato Enrico Giovannini, portavoce dell'ASviS – dimostra che la società civile e i cittadini hanno capito la centralità della sfida posta dall’Agenda 2030 per un cambiamento del modello di sviluppo, da attuare con misure concrete e urgenti. La politica deve occuparsi molto di più di questi temi e speriamo che il Governo e il Parlamento orientino le proprie scelte in questa direzione. Un futuro sostenibile dal punto di vista economico, sociale, ambientale e istituzionale è l’unico futuro per cui vale la pena impegnarsi, tutti insieme”.

Un concetto su cui ha insistito anche Jeffrey Sachs, direttore del UN Sustainable Development Solutions Network (Sdsn). “Abbiamo bisogno di maggiore cooperazione a livello globale, non di divisioni”, ha detto, evidenziando come sia fondamentale creare un network internazionale di sostenibilità per vincere la sfida della crisi climatica. In questa strategia, secondo Sachs, “il vostro Paese può svolgere ruolo decisivo” per contribuire a costruire “un'Europa forte che si faccia promotrice della collaborazione internazionale, della condivisione, delle politiche per la sostenibilità”.

L’Italia, ha proseguito il direttore del Sdsn, dispone di “soluzioni, tecnologie e aziende leader per guidare il cambiamento”, portando come esempio proprio il nostro impegno in Cile, dove Enel Green Power è il primo operatore di energia rinnovabile.

Sempre più consapevoli

Secondo una recente indagine di Eumetra, tre italiani su quattro ritengono prioritari i temi dell’Agenda 2030 e l’impegno collettivo per realizzarli. Oltre il 70% degli intervistati ritiene che mettere al centro della propria strategia gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sia prova della serietà di un’azienda, tanto che il 67% sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per prodotti più in linea con la sostenibilità.

I numeri delle 17 giornate del Festival confermano questa accresciuta consapevolezza tra le persone. Per il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, l'edizione 2019 del Festival “è riuscita a rafforzare il messaggio principale secondo cui ognuno è responsabile del cambiamento e nessuno può sentirsi escluso dalla più grande sfida dei nostri tempi: chiediamo che l’Agenda 2030 venga considerata lo strumento centrale per orientare l’azione dell’esecutivo, un modello verso cui indirizzare i programmi di tutte le forze politiche, un patrimonio condiviso che guardi al lungo periodo”.

Una volontà, ha ricordato Giovannini, che è stata condivisa in modo trasversale dalle diverse istituzioni e dai settori della società italiana che hanno preso parte agli eventi del Festival. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è impegnato ad avviare la cabina di regia “Benessere Italia” per il coordinamento delle politiche pubbliche orientate all’Agenda 2030. Le associazioni imprenditoriali hanno indicato le azioni da intraprendere per accelerare la transizione e chiesto un tavolo ad hoc per definire le politiche necessarie. I sindacati e le associazioni ambientaliste hanno definito un decalogo per una transizione energetica equa. Le università hanno elaborato il manifesto per lo sviluppo sostenibile negli atenei, mentre il viceministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha annunciato l'intenzione di coinvolgere nell'iniziativa anche l’industria italiana, “per lavorare in modo sinergico con gli enti di ricerca delle Università in modo che il 2020 divenga l’anno del dibattito pubblico in Italia sullo sviluppo sostenibile”.

Quello che resta da fare

Per Giovannini resta, tuttavia, ancora molto da fare: “Il Paese, così come l’Europa ha bisogno di risposte immediate per fronteggiare le più grandi e complesse sfide dei nostri tempi, le quali possono essere affrontate solo in una logica integrata”. “La società italiana - ha proseguito - è pronta a fare la sua parte per cambiare paradigma di sviluppo e migliorare il benessere di tutti. Ma l’Italia, come l’Europa, resta in una condizione di non sostenibilità economica, sociale e ambientale: per questo chiediamo che vengano accolte le proposte dell’Alleanza per accelerare il processo di cambiamento e assicurare la giustizia intergenerazionale”. A tal fine, ha concluso Marina Ponti, direttrice UN SDG Action Campaign, “le iniziative bottom up non bastano, ci vuole anche il top down, una leadership politica forte che in qualche modo dia il segnale che c’è bisogno di un’azione decisa”.

Non resta dunque che metterci in gioco tutti e prendere in mano il nostro futuro per contribuire a costruire un mondo sostenibile e inclusivo.