Agricoltura Sostenibile: coltivare il futuro

Agricoltura Sostenibile: coltivare il futuro

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Poco più di 10mila anni fa, in Medio Oriente, è avvenuto l’episodio forse più importante della storia dell’umanità: la nascita dell’agricoltura. Oggi stiamo assistendo a una nuova rivoluzione agricola. Di fronte alla crescita della popolazione mondiale e ai cambiamenti climatici l’agricoltura sostenibile offre una risposta nel rispetto delle risorse naturali (acqua, terra e biodiversità).

Accanto alla sostenibilità ambientale è importante anche quella sociale: una filiera agroalimentare e agroindustriale sostenibile ha l’obiettivo di garantire la salute delle persone, migliorare la qualità della vita dei produttori, promuovere lo sviluppo economico solidale, salvaguardare i diritti umani, favorire l’equità sociale. Parallelamente, si sta diffondendo una sempre maggiore attenzione per il trattamento etico degli animali.

Agricoltura sostenibile: definizione e principi

L’obiettivo dell’agricoltura sostenibile, secondo la definizione dell’Agricultural Sustainability Institute, parte dell’University of California a Davis, è soddisfare il fabbisogno attuale di alimenti e tessuti senza compromettere la capacità da parte delle generazioni future di soddisfare a loro volta il proprio fabbisogno.

Per aiutarci a capire l’importanza di coniugare sostenibilità e attività agricola la FAO (Food and Agriculture Organization, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha definito i 5 principi dell’agricoltura sostenibile:

  • aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari: modificare le pratiche e i processi agricoli garantendo i rifornimenti alimentari e riducendo allo stesso tempo i consumi di acqua ed energia
  • proteggere e migliorare le risorse naturali: favorire la conservazione dell’ambiente, riducendo l’inquinamento delle fonti idriche, la distruzione di habitat ed ecosistemi e il deterioramento dei suoli
  • migliorare i mezzi di sussistenza e favorire una crescita economica inclusiva
  • accrescere la resilienza di persone, comunità ed ecosistemi: trasformare i modelli produttivi in modo da minimizzare gli impatti che gli eventi estremi innescati dai cambiamenti climatici e la volatilità dei prezzi di mercato hanno sull’agricoltura
  • adattare la governance alle nuove sfide: assicurare una cornice legale idonea a raggiungere un equilibrio fra settore pubblico e privato, assegnare incentivi e garantire equità e trasparenza.


Nel 2018, la FAO ha approfondito ulteriormente il tema con il documento “Transforming Food and Agriculture to Achieve the SDGs” (Trasformare il settore alimentare e agricolo per raggiungere gli SDG), per favorire un approccio integrato alla sostenibilità in agricoltura in riferimento ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDG). Le 20 azioni raccomandate vanno dalla pratica del riciclo e riuso alla resilienza nei confronti degli eventi estremi, includendo la protezione della biodiversità e la tutela degli agricoltori.

Innovazione tecnologica e agricoltura 4.0

Un ruolo fondamentale nella strada verso la sostenibilità è svolto dall’innovazione tecnologica. La nuova frontiera si chiama agricoltura smart o agricoltura 4.0 e consiste nell’applicare al settore le innovazioni dell’industria 4.0: digitalizzazione, geolocalizzazione, connessione in rete, Internet of Things.

Questi strumenti sono usati in particolare nell’agricoltura di precisione, che calibra le tecniche e le sostanze da usare in base alle caratteristiche dei singoli terreni (in termini di suoli, risorse idriche, colture e rischi ambientali) e a un monitoraggio in tempo reale delle condizioni meteorologiche: una gestione efficiente che è in grado di ottimizzare la produzione minimizzando gli sprechi e gli impatti sul pianeta.

Agro-sostenibilità Made in Italy

In tema di agricoltura sostenibile l’Italia gioca un ruolo di primo piano. Già nel 1988 il WWF Italia aveva lanciato l’iniziativa pionieristica “Campagna per la Campagna”: un programma che univa progetti sul campo ad attività di comunicazione, formazione ed educazione. Lo scopo era sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una svolta in chiave di sostenibilità nella gestione dell’agricoltura, con particolare attenzione all’agricoltura biologica.

Oggi, secondo l’ultimo rapporto Symbola-Coldiretti sulla Green Economy, l’agricoltura italiana è la più green d’Europa. In particolare, secondo i dati relativi al 2017, l’Italia:

  • è l’unico Paese al mondo che può vantare 296 indicazioni geografiche riconosciute a livello comunitario per i prodotti alimentari, 37 per i liquori e 526 per i vini
  • è ai vertici mondiali per la sicurezza alimentare, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari
  • è l’unico Paese ad aver previsto, in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, un sistema certificato da un ente pubblico di produzione integrata, con standard più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla difesa integrata obbligatoria
  • è il secondo Paese nell’Unione Europea per superficie agricola investita a biologico, con un totale di 75.873 imprese certificate bio
  • è il secondo Paese al mondo per l’esportazione di prodotti biologici dopo gli Stati Uniti.


Agricoltura smart, rinnovabile e circolare

L’Italia è all’avanguardia anche per importanti progetti di agricoltura 4.0. L’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) ha puntato sull’innovazione tecnologica per la gestione sostenibile dell’acqua: un tema sempre cruciale in agricoltura ma oggi ancora più rilevante a causa dei periodi di siccità dovuti ai cambiamenti climatici. Il sistema di irrigazione intelligente Irriframe, basato su un software progettato e sviluppato in Italia, valuta diversi parametri e invia all’agricoltore via computer o smartphone le informazioni su come, quando e quanto irrigare. Il sistema permette di ridurre i consumi idrici fino al 25% e quindi, oltre alla sostenibilità ambientale, consente di risparmiare e di essere più competitivi sul mercato.

Un altro caso esemplare di tecnologie innovative è quello di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana con 5500 ettari coltivati tra la provincia di Ferrara, l’Aretino e la zona di Arborea, in Sardegna. Nel 2017, in collaborazione con Enel, ha avviato il progetto Agricoltura Smart: un’iniziativa integrata che include l’installazione di cinquemila metri quadrati di pannelli solari sui tetti delle stalle e della riseria, l’uso di droni, sensori e sistemi di controllo remoto per l’agricoltura di precisione e di veicoli elettrici per gli spostamenti all’interno delle aree produttive. Fra le tecnologie adottate, una delle più avanzate è il Vehicle to Grid (V2G) di Enel che permette ai veicoli di riversare nella rete l’elettricità in eccesso trasformandoli in batterie mobili. Nel 2017, il progetto si è aggiudicato il premio speciale “Best in class” ai Sodalitas Social Award, il più prestigioso riconoscimento italiano alle imprese e alle organizzazioni sulla via del futuro sostenibile.

In questi anni sono nate iniziative creative anche in ottica di economia circolare. Il Consorzio a Tutela del Vino Morellino di Scansano DOCG, insieme a Enel X, promuove best practice circolari per la gestione dei vigneti e dei processi di produzione. La partnership prevede progetti di economia circolare: attività di formazione e sensibilizzazione focalizzate su energie rinnovabili, efficientamento energetico e soluzioni di mobilità elettrica per gli spostamenti nei vigneti e in altri spazi.

L’azienda agricola Chiesa Virginio di Mantova ha realizzato un impianto per estrarre dalle bucce di pomodoro una bioresina naturale con cui fabbricare vernice per recipienti di latta e smalto per unghie. Simile il progetto “Melovita”, lanciato da un gruppo di giovani agricoltori veneti per valorizzare gli scarti del melograno: dalle bucce viene estratto l’acido ellagico, un potente antiossidante destinato alle aziende cosmetiche e farmaceutiche. Non solo: dagli scarti ulteriori si ottengono biopolimeri per la produzione di bioplastica, usata dagli stessi coltivatori per il packaging. In pratica la buccia del frutto diventa il suo contenitore: un’applicazione perfetta della circolarità. Orange Fiber, invece, è un’azienda italiana che ha brevettato il primo tessuto al mondo ricavato dai sottoprodotti della lavorazione degli agrumi con cui Salvatore Ferragamo ha realizzato una collezione di abbigliamento.

In Calabria, invece, Pasqualina Tripodi, alias Pasly, ha ideato gli “agri-gioielli”, realizzati con materiali provenienti dall’azienda agricola come noccioli d’oliva, pigne, bacche, rametti secchi, cera delle api o rame scartato. Agricoltura e design: due tra le eccellenze italiane che si incontrano nel nome della creatività. La sostenibilità made in Italy cerca sempre nuove strade.