Il Natale di Assisi, una storia di luce e umanità

Pubblicato lunedì, 14 dicembre 2020

“Il Natale di quest’anno, così particolare e complesso, è un’occasione per promuovere un modello di sviluppo più inclusivo e sostenibile: anche in quest’ottica, l’iniziativa del Sacro Convento di Assisi costituisce un elemento di riflessione importante ed un segno di speranza per il futuro ma anche per un presente che ha bisogno di attenzione, ascolto, fiducia e idee innovative”

– Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale Enel

Sulla facciata della Basilica Superiore si possono ammirare le proiezioni di uno dei simboli del Natale, la Natività di Gesù di Giotto, per ricordare il profondo legame tra San Francesco di Assisi, patrono d’Italia, e il presepe da lui inventato più di 800 anni fa. Gli affreschi sono proiettati nei minimi particolari e riprodotti anche in 3D, grazie a un centinaio di statue che danno materialità alla visione del grande rinnovatore della pittura italiana. La proiezione dell’affresco dell’Annunciazione di Maria, invece, arricchirà la facciata e il campanile della Cattedrale di San Rufino.

Durante le ore serali, dalla valle sarà visibile l’illuminazione scenografica e monumentale di alcuni edifici simbolo della città: oltre alla Basilica di San Francesco e a San Rufino, il complesso monumentale di Santa Chiara, la Rocca Maggiore e la Rocca Minore, il Monte Frumentario, la Torre Civica della piazza del Comune.

Per le strade che collegano San Francesco con San Rufino, compresa la piazza del Comune, è stato creato un itinerario di stelle luminose ispirate alle stelle affrescate sulle volte della Basilica Inferiore, proiettate sulla pavimentazione.

Un progetto di design luminoso creato dall’architetto Mario Cucinella che spiega: “All’inizio sembrava un'operazione quasi impossibile, ma poi ci siamo riusciti, grazie alla luce, una materia immateriale che può raccontare le emozioni. E, in questo caso, vivere grandi emozioni in uno spazio urbano, con il presepe come momento di condivisione, di comunità”.

“Queste sono le cose che ci tengono insieme: la solidarietà e la tradizione, di cui anche il presepe fa parte”, ha commentato Realacci.

La partecipazione virtuale attraverso la tecnologia

Pensato inizialmente come un appuntamento fisico per richiamare persone da ogni angolo del mondo, il progetto si baserà quest’anno sulla partecipazione virtuale fino al 10 gennaio, grazie a una web app sul portale nataledifrancesco.it.

“Le persone sono come le vetrate colorate: brillano e scintillano quando fuori c'è il sole, ma al calar delle tenebre viene rivelata la loro vera bellezza solo se è accesa una luce dall'interno”, ha concluso padre Fortunato citando la psichiatra Elisabeth Kübler-Ross. Ed è proprio della luce della speranza che abbiamo bisogno oggi.

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