L’Italia campione di economia circolare

L’Italia campione di economia circolare

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“Se facessimo ciò che siamo capaci di fare rimarremmo letteralmente sbalorditi”. È il pensiero di Thomas Alva Edison – celebre e prolifico inventore statunitense – che apre la ricerca 100 Italian Circular Economy Stories realizzata da Fondazione Symbola insieme al nostro Gruppo.

E c’è molto di cui rimanere sbalorditi, in Italia, soprattutto quando si parla di economia circolare. Il nostro Paese, infatti, si conferma leader in questo settore, come evidenziano i dati raccolti nello studio e presentati mercoledì 15 dicembre al Maxxi di Roma.

 

 

Top player d’Europa

Ad esempio, siamo la nazione europea con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari al 79,4%, di gran lunga superiore alla media Ue (49%) e a tutti gli altri grandi Paesi d’Europa (la Francia è al 66%, la Germania al 69%). Si tratta, ogni anno, di 117 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, di cui il 50% circa diventa materiale da reimpiegare nel campo dell’edilizia e delle infrastrutture, mentre un altro 30% abbondante va all’industria manifatturiera. Grazie all’apporto di questi materiali, cui si sommano quelli provenienti dal recupero interno delle industrie e quelli importati, l’industria italiana raggiunge un tasso di circolarità (rapporto tra materie seconde da riciclo e totale delle materie – prime e seconde – impiegate) pari a circa il 50%.

Inoltre, con 270,5 tonnellate di materiali utilizzati per milione di euro prodotto – dato quasi dimezzato rispetto a dieci anni fa e molto inferiore rispetto a quello della Germania (333,9) – siamo il più efficiente tra i grandi Paesi dell’Unione Europea nel consumo di materia. Efficienza che si traduce in un ingente risparmio di petrolio (23 milioni di tonnellate all’anno in meno) e di CO2 (63 milioni di tonnellate). 

Fattore umano e bellezza

I numeri, però, raccontano solo uno degli aspetti del “caso Italia” come top player dell’economia circolare. Al centro del processo, come ha ricordato nel corso della presentazione Ernesto Ciorra, Direttore Innovability®, ci sono le persone: “La circolarità delle competenze non è meno importante di quella delle materie prime. Come Gruppo sentiamo la responsabilità di aggiornare continuamente le competenze delle persone che lavorano con noi, per permettere loro di essere attori del cambiamento”. Insieme alle persone, il nostro Paese gode di un vantaggio competitivo grazie alla passione per la bellezza, perché “l’abitudine al bello può essere trasformata in un processo industriale che trae dagli scarti nuova linfa per il futuro”. Ne è un esempio la riconversione dell’ex centrale termoelettrica di Porto Tolle, alla foce del Po, nel villaggio turistico ecosostenibile Delta Farm.

Economia Circolare: tante storie italiane

Se il nostro Paese è così virtuoso è anche merito delle tante storie di economia circolare, grandi e piccole, che arricchiscono il panorama produttivo nazionale. Insieme a Fondazione Symbola ne abbiamo individuate 241, sparse lungo tutta la Penisola, 100 delle quali sono state raccolte nello studio presentato, che descrive un Made in Italy che guarda alla qualità e allinnovazione in chiave circolare. Dall’agroalimentare alla moda, dagli imballaggi alla meccanica, dal legno-arredo all’edilizia, dall’elettronica alla chimica, la ricerca ha indagato settori diversi, selezionati perché particolarmente rilevanti rispetto al panorama economico italiano. La maggior parte dei casi raccontati tocca più d’uno dei 5 pilastri che caratterizzano l’economia circolare:

1.      Input circolari: la produzione parte da materiali o beni rinnovabili o provenienti da precedenti cicli di vita.

2.     Estensione della vita utile del prodotto: ottenuta attraverso vari accorgimenti, dalla progettazione modulare alla riparabilità facilitata.

3.     Prodotto come servizio: modello di business in cui il cliente acquista un servizio per un tempo limitato, mentre il prodotto resta di proprietà dell’azienda, che può reimpiegarlo in modo efficace.

4.     Piattaforme di condivisione: sistemi di gestione comune tra più utilizzatori di prodotti, beni o competenze.

5.     Nuovi cicli di vita: strategia in base alla quale il valore di un bene al termine del suo ciclo di vita viene preservato grazie a riuso, rigenerazione, upcycling o riciclo.

Così, sfogliando le pagine del rapporto, troviamo per esempio gli elementi d’arredo realizzati con materiali post consumo o riciclabili e progettati per essere facilmente disassemblati a fine vita (Arper), i siti di e-commerce specializzati nel noleggio di abiti, scarpe e accessori (DressYouCan), le piattaforme digitali dedicate alla condivisione dei materiali, dei macchinari e delle attrezzature edili (Edilmag), le tecnologie innovative per il riciclo meccanico e chimico dei rifiuti (NextChem).

Le 100 storie racchiuse in questa ricerca sono anche uno stimolo a prendere sempre più consapevolezza delle potenzialità del nostro Paese, come ha sottolineato Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola: “L’Italia può dare un contributo importante alla sfida alla crisi climatica a partire dall’economia circolare. Affrontare con coraggio la crisi climatica è una grande occasione per l’economia e la società”.