Elettrificazione verde della Sardegna: un modello da esportare

Elettrificazione verde della Sardegna: un modello da esportare

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Rinnovabili, efficienza energetica, sostenibilità ambientale e risparmio: ecco i pilastri di “Elettrificazione verde della Sardegna”, un progetto all’avanguardia presentato il 27 gennaio scorso in occasione di un evento online organizzato insieme all’Università degli Studi Roma Tre - Centro Ricerche Economiche e Sociali “Manlio Rossi-Doria” e con il supporto di Alleanza Sardegna Rinnovabile (che riunisce WWF, Kyoto Club, Greenpeace e Legambiente).

È una sfida che punta a un drastico cambiamento del modello energetico della Sardegna entro il 2030, con benefici ambientali, sociali ed economici per tutto il territorio e l’intera comunità. Il piano di elettrificazione mira a eliminare gradualmente la produzione di energia da fonti fossili e ad aumentare la quota ricavabile da fotovoltaico ed eolico (attualmente al 7 e al 15% rispettivamente). Il tutto accompagnato dalla diffusione di tecnologie per l’elettrificazione dei consumi finali: dalle pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti ai sistemi di efficientamento energetico, alle piastre a induzione fino ad arrivare alla mobilità pubblica e privata.

Una visione glocal

Il piano è strettamente legato all’Agenda 2030 dell’ONU, che punta al raggiungimento di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). L’SDG 7, in particolare, mira ad assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, in linea con gli impegni sul cambiamento climatico previsti dall’Accordo di Parigi del 2015. Nell’ambito dell’High-level Dialogue on Energy le Nazioni Unite hanno creato una piattaforma per raccogliere i principali impegni di Stati, aziende, ONG e altri attori volti a ottenere un impatto significativo nel conseguimento dell’SDG 7, così da poterli valorizzare e correlare in una visione comune e condivisa.

In quest’ottica, il percorso intrapreso dalla Sardegna ha decisamente convinto gli esperti in materia: “Il progetto di elettrificazione verde della Sardegna – ha annunciato Valeria Termini, docente di Economia politica all’Università degli Studi Roma Tre e membro dell’High-level Dialogue on Energy – è stato inserito tra i Multi-Stakeholders Energy Compact delle Nazioni Unite come modello di crescita per promuovere l’accesso all’energia pulita, cardine dell’SDG 7”. Il progetto è stato in questo modo riconosciuto come un “benchmark” per la diffusione dell’elettrificazione a livello globale. “È l’occasione per la Sardegna e per l’Italia di contribuire all’obiettivo globale di decarbonizzazione con un esempio concreto, che utilizza fonti naturali di energia disponibili localmente – ha aggiunto Termini – nonché di offrire un modello di riferimento per lo sviluppo indipendente dei Paesi più vulnerabili, quelli in cui ben 759 milioni di persone vivono ancora drammaticamente prive di elettricità”.

Il processo di elettrificazione

La Sardegna offre un contesto unico per l’elettrificazione, data la penetrazione marginale del gas e la rilevanza locale dei servizi; commercio, turismo, agricoltura e Pubblica Amministrazione costituiscono il 60% del valore aggiunto. Inoltre, per le sue caratteristiche demografiche (l’isola ha una delle più basse densità di popolazione in Italia, circa 68 abitanti per km2), si presta particolarmente bene alla cosiddetta generazione distribuita, in cui tanti piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili danno vita a una fitta rete multidirezionale dove gli utenti sono contemporaneamente produttori e consumatori di energia.

“La sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili e l’elettrificazione dei consumi sono due leve strategiche della transizione energetica. Grazie alle sue particolari caratteristiche, la Sardegna può accelerare su questo percorso di sviluppo e raggiungere in anticipo un modello di produzione e consumo energetico più sostenibile, generando ricadute positive per ambiente, economia, occupazione e territorio.”

Nicola Lanzetta, Direttore Italia Enel

I cittadini sardi potranno così cucinare, riscaldare casa e muoversi in maniera non solo sostenibile ma anche vantaggiosa dal punto di vista economico. “Sono i numeri a dircelo: se una famiglia usufruisse per i suoi consumi dell’elettrificazione totale, immetterebbe in atmosfera l’80% di CO2 in meno, quasi dimezzando la sua spesa energetica. Stesso discorso per le aziende, seppure in percentuale un po’ più bassa, con un risparmio del 20%”.

Maggiore efficienza energetica, risparmio economico e riduzione delle emissioni inquinanti. Temi di grande attualità, strettamente connessi ai cambiamenti climatici in atto, che incidono anche sull’isola, dove l’innalzamento delle temperature si sta facendo sentire, provocando fenomeni meteorologici estremi, come ha spiegato il professor Nigel Tapper della Monash University (Australia) e membro dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), gruppo di scienziati insignito nel 2007, insieme ad Al Gore, del Premio Nobel per la Pace per le ricerche sul surriscaldamento globale: “L’area mediterranea è un hotspot del cambiamento e questo progetto guidato da Enel è un’opportunità unica per la Sardegna di essere un esempio per il mondo di come ridurre le emissioni per affrontare il mutamento del clima. Il valore di questo progetto è quello di proporre per la prima volta su scala regionale una serie di soluzioni tecniche per ridurre il contributo di tutti, aziende e singoli cittadini, alle emissioni in atmosfera, migliorando al contempo la qualità della vita nel rispetto del territorio”.

Benefici ambientali ed economici, guardando al turismo sostenibile

Il piano va quindi a vantaggio dell’ambiente e anche dell’economia sarda, considerando soprattutto la rilevanza del turismo: “Il tessuto turistico è importantissimo – ha ripreso Nicola Lanzetta –. Basti pensare, per esempio, al mare, alle imbarcazioni, ai porti, e immaginare quanto si possa fare in termini di elettrificazione affinché queste attività siano meno inquinanti, rumorose e costose. La Sardegna può diventare una ‘best in class’ come le Baleari, le Hawaii, la Tasmania, che hanno già intrapreso questa transizione”.

Grazie al nostro impegno in sinergia con altri attori pubblici e privati questa regione diventerà un unicum nel Mediterraneo, rappresentando un modello da seguire e da replicare anche in altre realtà geografiche. Per raggiungere questo obiettivo il Centro Rossi-Doria continuerà a monitorare per conto dell’ONU l’elettrificazione dell’isola, traendone soluzioni concrete per la transizione energetica su scala nazionale e internazionale.

 

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