Geotermia, una storia di innovazione e sostenibilità

Geotermia, una storia di innovazione e sostenibilità

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Storica, naturale, rinnovabile, innovativa, pulita e di fatto inesauribile: stiamo parlando dell’energia geotermica. Il calore proveniente dal cuore della Terra sotto forma di vapore è una risorsa che ha da sempre accompagnato l’uomo in tutto il suo cammino ed è stata utilizzata in tutte le possibili declinazioni: per riscaldarsi, per cucinare, per alimentare complessi termali e naturalmente per produrre energia elettrica.

Nonostante l’energia geotermica occupi un ruolo ancora relativamente marginale tra le fonti di produzione nel nostro Paese (circa il 2%), l’Italia si colloca tra i principali produttori di energia geotermica a livello non solo europeo, ma anche mondiale, grazie alla ricchezza di risorse geotermiche concentrate in varie aree della penisola e pronte per essere sfruttate come elementi chiave della transizione energetica.

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In Toscana, una storia millenaria

Un posto unico al mondo, un territorio in cui l’uomo vive in perfetta armonia con gli elementi naturali: si trova in Toscana il complesso geotermico più antico e innovativo del mondo, che conta 34 centrali geotermoelettriche, per un totale di 37 gruppi di produzione con i migliori standard tecnologici e ambientali, dislocate tra le province di Pisa, Grosseto e Siena.

In questa regione la geotermia, oltre a rappresentare il 70% della produzione da fonte rinnovabile e a coprire più del 30% del fabbisogno energetico regionale, fornisce calore utile a riscaldare circa 13mila utenti, 26 ettari di serre e aziende agricole ed artigianali, alimentando anche un’importante filiera del turismo sostenibile con circa 60mila visite annue tra i poli museali, gli impianti e le manifestazioni naturali dei territori.

 

“Turismo, occupazione, sinergia con l’ambiente e armonia con il territorio: la geotermia in Toscana rappresenta un modello di sviluppo sostenibile e di economia circolare che mai come in questo momento dimostra che puntare sulle rinnovabili è l’unica strada per accelerare la transizione energetica.”
– Luca Rossini, Responsabile Geotermia Italia Enel Green Power

 

Ha ispirato poeti come Dante Alighieri e Gabriele D’Annunzio e nel Medioevo era considerata l’anticamera dell’inferno, mentre oggi la Valle del Diavolo è diventata uno dei poli geotermici più famosi a livello globale, con impianti ad alta tecnologia, maestosi geyser, fiumi sotterranei e vapori caldi che creano uno scenario tra l’affascinante e l’esotico. Siamo nel Geoparco delle colline metallifere, che con l’ampliamento approvato dall’Unesco e intrapreso da Enel Green Power, copre oggi 10 comuni toscani estendendosi su una superficie complessiva di 1.087 chilometri quadrati, e costituisce il “cuore caldo” del più ampio territorio geotermico regionale che conta complessivamente 17 Comuni, di cui 11 sede di impianto, garantendo una produzione di energia annua che va dai 5,5 miliardi ai quasi 6 miliardi di kWh.

Una storia, quella della geotermia in Toscana, che trova le sue radici nell’antichità: la civiltà etrusca e quella romana già utilizzavano le acque riscaldate per scopi termali. A seguire, nell’Ottocento, queste terre grazie al genio di Francesco De Larderel divennero il punto di riferimento dell’industria del boro, un elemento chimico che ha una vasta gamma di applicazioni, e la prima centrale elettrica fu costruita nel 1913 a Larderello, dopo che nel 1904 il Principe Ginori Conti aveva acceso le prime cinque lampadine.

Oggi, la geotermia soddisfa circa un terzo del fabbisogno elettrico della Toscana, percentuale destinata a crescere nei prossimi anni. L’obiettivo è coltivare e sviluppare a pieno le potenzialità intrinseche di un territorio unico, con l’auspicio che diventi un modello virtuoso per tutto il Paese, favorendo forme di economia sostenibile in linea con i princìpi della  transizione energetica, dal turismo fino al settore agroalimentare.

Geotermia per la transizione energetica

Sempre nell’ottica di valorizzare tutte le potenzialità che il calore del sottosuolo offre, Enel Green Power insieme all’azienda Vulcan Energy è impegnata poco più a sud nell’ambizioso progetto Zero Carbon Lithium, con cui si lavora all’estrazione del litio dalle salamoie geotermiche. Del resto la domanda di questo elemento, indispensabile per la produzione delle batterie delle macchine elettriche, aumenterà nei prossimi anni: per questo è necessario trovare soluzioni poco impattanti dal punto di vista ambientale e sostenibili dal punto di vista delle risorse. Si partirà da Cesano, alle porte di Roma, dove quasi mezzo secolo fa a oltre 1.300 metri di profondità furono ritrovate concentrazioni di litio tra le più alte mai registrate al mondo, pari a oltre 300 milligrammi al litro.

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